Nigeria, oltre 300 studenti rapiti in una scuola cattolica
Cecilia Seppia – Città del Vaticano
Un altro rapimento di massa nello Stato del Niger, nell’ovest della Nigeria, ad opera di un commando armato non ben identificato. Teatro dell’accaduto la scuola cattolica di St. Mary nel distretto di Agwara dove più di 300 tra studenti e docenti sono stati catturati con la forza e portati via da miliziani col volto coperto che hanno fatto irruzione a bordo di motociclette e pick-up. L’episodio arriva solo una settimana dopo il rapimento di 25 studentesse nello Stato di Kebbi e l’attacco alla Chiesa di Eruku, nello Stato occidentale di Kwara, lo scorso 18 novembre. Nessun gruppo al momento ha rivendicato l'atto compiuto nella notte o avanzato richieste di riscatto, ma è plausibile che dietro ci sia la regia dei terroristi di Boko Haram.
L'azione degli Usa
All’inizio del mese il presidente statunitense Donald Trump aveva minacciato un intervento militare rapido in Nigeria (inserita nella lista dei Paesi non sicuri) in risposta a quella che definisce “una persecuzione dei cristiani”, e aveva anche affermato che avrebbe immediatamente interrotto gli aiuti e l'assistenza alla Nigeria se questi episodi di terrore non si fossero fermati. Ma il governo di Abuja aveva smentito che nel Paese i cristiani fossero oggetto di persecuzione, sottolineando piuttosto che gli attacchi colpivano tutti i nigeriani a prescindere dalla loro appartenenza religiosa. Dal canto suo il capo dell’ufficio per gli Affari africani del dipartimento di Stato Usa, Jonathan Pratt, ha dichiarato che il governo di Washington sta valutando d'imporre sanzioni e di intraprendere azioni di contrasto al terrorismo in Nigeria, con l'aiuto del Pentagono, per far pressioni su Abuja affinché affronti la questione delle violenze contro i cristiani nel Paese. “Questo piano considera il coinvolgimento del Tesoro nelle sanzioni, e anche del dipartimento della Guerra nell’antiterrorismo, oltre a ulteriori sforzi per proteggere le comunità religiose”, ha spiegato Pratt, aggiungendo che Washington sta valutando soprattutto la sicurezza fornita al governo nigeriano e il modo in cui quest'ultimo sta impiegando le risorse, nonché la condivisione di informazioni e intelligence.
Dolore e condanna della diocesi
“Riceviamo con profonda tristezza la notizia del rapimento di alunni e insegnanti della scuola St. Mary, nel distretto di Agwara”, ha dichiarato Abubakar Usman, segretario del governo statale del Niger, aggiungendo che “il numero esatto delle persone rapite non è ancora disponibile”. Usman ha anche sottolineato che, di fronte alla crescente insicurezza nella zona, il governo locale aveva ordinato per precauzione la chiusura temporanea di tutti i collegi. "Purtroppo però la scuola St. Mary ha ripreso l’attività accademica senza informare le autorità, esponendo gli alunni e il personale a un rischio evitabile”, ha aggiunto. In un comunicato della diocesi di Kontagora, firmato dal segretario diocesano Jatau Luka Joseph, e pervenuto all'Agenzia Fides, si afferma inoltre che un membro del personale di sicurezza è rimasto gravemente ferito durante l'attacco che sarebbe avvenuto tra l’una e le tre del mattino, ora locale. “La diocesi di Kontagora - si legge - condanna fermamente l'attacco ed esprime profonda preoccupazione per la sicurezza dei bambini rapiti e delle loro famiglie. Le agenzie di sicurezza, sono state immediatamente informate e hanno avviato sforzi coordinati per garantire che gli ostaggi possano tornare sani e salvi".
L'insurrezione jihadista
In Nigeria i rapimenti di massa a scopo di estorsione sono piuttosto frequenti. Negli Stati del centro e del nord-ovest del Paese, il più popoloso del Continente africano e anche il più ricco di petrolio, sono di solito compiuti da bande criminali che le autorità definiscono genericamente “banditi”. Il nord del Paese è anche alle prese da quasi vent’anni con un’insurrezione jihadista che, secondo le Nazioni Unite, ha causato 40mila morti e più di due milioni di sfollati.
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