Nuova violenta ondata di attacchi russi in Ucraina
Paola Simonetti – Città del Vaticano
Case, grattacieli, interi quartieri residenziali. Sono stati gli obiettivi delle forze russe, secondo le autorità militari e locali, che in Ucraina tra ieri e la notte scorsa hanno effettuato centinaia di attacchi bersagliando la capitale, Kyiv e la regione di Zaporizhzhia con un bilancio complessivo delle ultime ore che parla di almeno 5 morti e 25 feriti. Mosca dal canto suo segnala l’abbattimento su territorio russo di 216 droni ucraini e il danneggiamento di una raffineria Novorossijsk, nella regione di Krasnodar.
La complessa situazione a Pokrovsk
Ma le ultime dichiarazioni di Volodymyr Zelensky lasciano trapelare crepe per le forze di Kyiv, soprattutto sul fronte di Pokrovsk, citta orientale strategica dove si profilerebbe la resa: "La decisione se ritirare le truppe spetta ai comandanti sul campo – ha dichiarato il presidente ucraino -: nessuno obbliga i nostri soldati a morire per delle rovine". Stando alle valutazioni degli analisti, perdere le alture di Pokrovsk per l’Ucraina significherebbe esporsi “agli sciami di droni e aprire un varco verso la piana del Dnipro, oltre che cedere terreno per l'assalto alle fortezze di Kostiantynivka, Druzhkivka, Kramatorsk e Slovyansk”.
La crisi interna ucraina
Un momento complesso questo per Zelensky coinvolto collateralmente anche da uno scandalo per corruzione: diversi membri del governo sono stati accusati di appropriazione indebita nel settore energetico anche presso la compagnia Energoatom, azienda di Stato che gestisce quattro centrali nucleari attive nel paese. Preoccupata la diplomazia europea secondo la quale il caso rischia di indebolire ulteriormente un settore come quello energetico, già pesantemente compromesso dal conflitto.
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