Parlare di pace, guardandosi negli occhi. L’evento di WeWorld a Bologna
Stefano Leszczynski – Città del Vaticano
Il convegno che We World, organizzazione umanitaria con oltre 50 anni di esperienza nella cooperazione allo sviluppo, ha l’obiettivo di ribadire l'importanza del dialogo e del guardarsi negli occhi per raggiungere la pace nelle situazioni di conflitto. “Abbiamo pensato di promuovere questo evento – spiega la direttrice generale Dina Taddia ai media vaticani - perché negli ultimi vent'anni siamo stati testimoni diretti nei Paesi in cui lavoriamo del riaccendersi di vecchi conflitti, così come della nascita di nuovi. Lo abbiamo visto accadere in Siria, Palestina, Libano, Ucraina e Repubblica Democratica del Congo”. Una situazione che impone un nuovo momento di riflessione perché la parola pace non rischi di perdere di significato.
La pace non è un’utopia
“Stiamo correndo il rischio che la parola pace venga percepita come un'utopia, in particolare da parte delle nuove generazioni – spiega Taddia - e quindi riteniamo questa parola debba tornare al centro del dialogo, a maggior ragione tra persone che hanno alla base gli stessi valori, che sono quelli della solidarietà, della dignità della persona, della giustizia”. Dare nuovo impulso a un impegno che parta dal basso, coinvolga i giovani, la società civile e il mondo delle religioni, per fare in modo che questi valori universali possano diventare un terreno d'incontro comune.
Disarmare le parole
Mai come in questo periodo è la disumanizzazione del nemico o dell’avversario a caratterizzare ogni situazione di crisi o di conflitto. “Ridare dignità a tutte le persone, indipendentemente dalla provenienza o dalla religione è qualcosa che è fondamentale per portare il tema della pace al centro del discorso e sui tavoli della politica.” - spiega Dina Taddia, che aggiunge – “Nell’attività che la nostra organizzazione svolge sul terreno nelle aree di crisi emerge chiaramente che la maggior parte delle persone vuole la pace e che i valori della giustizia e della tutela dignità umana sono ampiamente condivisi”.
I temi del convegno
Al MUG di Bologna e ci saranno diverse tavole rotonde una delle quali è dedicata al “Soffio dello spirito e del dialogo” che vedrà intervenire monsignor Vincenzo Paglia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la vita, e come Ilenya Gross, pastore della Chiesa valdese di Mantova e Felonica. A portare l’esperienza di come si può dare concretezza al dialogo attraverso sarà la Comunità di Sant’Egidio, con il vice-presidente Cesare Zucconi, mentre il ruolo della geopolitica nella dinamica dei conflitti sarà sviscerata da Greta Cristini, analista geopolitica e reporter, e dal giornalista Valerio Nicolosi. A chiudere l’evento, la riflessione proposta dal teologo Vito Mancuso nel panel intitolato “Umano troppo umano. Spunti al di là di un'utopia”.
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