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A Venezia un ponte votivo che unisce i veneziani ai defunti

Nella città lagunare in occasione della Commemorazione dei Defunti e del Giubileo della Speranza è stato inaugurato un ponte votivo sulle Fondamente Nove con l’ingresso monumentale del cimitero di San Michele in Isola. La struttura, lunga oltre 400 metri e larga 15, rimarrà fruibile fino al prossimo 9 novembre

Marina Tomarro - Città del Vaticano

Un cammino di memoria e di speranza nel silenzio della laguna veneziana. Vuole essere questo il ponte votivo di San Michele, un attraversamento che unisce le Fondamente Nove, situate a cavallo dei sestieri di Cannaregio e di Castello, con l'ingresso monumentale del cimitero di San Michele in Isola, fino al prossimo 9 novembre come in un ideale abbraccio che Venezia, con la sua unicità, dona a chi vi si reca. Un percorso fisico e simbolico che rinnova il legame profondo tra i veneziani ei loro cari scomparsi e che permette appunto l'attraversamento della laguna per raggiungere a piedi il cimitero sull'Isola.

Una tradizione antica ripristinata

"Questo ponte - spiega il giornalista veneziano Alvise Sperandio - unisce il centro storico di Venezia con il cimitero monumentale cittadino. Si tratta di un ponte galleggiante sulla laguna, che è stato costruito con gli stessi elementi che vengono usati per gli altri ponti votivi, come quello in occasione della festa della Madonna della Salute il 21 novembre, quello della Festa del Redentore, la terza domenica del mese di luglio, e quello che si costruisce in occasione della Venice Marathon. Questo ponte era una tradizione tipica della nostra fino città al 1950, poi fu interrotta, per essere ripresa nel 2019, di nuova interrotta per la pandemia e adesso è stata ripristinata”.

Il ponte votivo che porta al cimitero di San Michele in Isola
Il ponte votivo che porta al cimitero di San Michele in Isola

Un segno della forte cristianità di Venezia

Il ponte è stato inaugurato a fine ottobre, alla presenza delle autorità cittadine e religiose. "Ho fortemente voluto questa iniziativa – sottolinea il sindaco della città lagunare Luigi Brugnaro – sono 400m sull'acqua che arrivano fino all'ingresso principale dell'isola di San Michele. Questo è l'anno del Giubileo e il ponte vuole anche raccontare la grande fede di questa città e il suo legame con i valori cattolici, e dare un segnale forte all'Europa e al mondo. Omaggiando i nostri defunti riconosciamo le nostre origini, e guardiamo verso il futuro". E questo serve anche a conservare quell'autenticità veneziana, che a volte a causa dell'overtourism e di tutte le conseguenze negative legate al fenomeno, si rischia di perdere.  "La nostra città è sempre stato un baluardo di cristianità – continua il sindaco Brugnaro –. E' bello anche per i turisti che vengono a visitarci, trovare queste iniziative. La nostra è una realtà con un ecosistema delicatissimo e parla al mondo. Anche i nostri valori cristiani ci aiutano ad andare verso un'idea di futuro sostenibile e di pace".

Un messaggio di pace verso il mondo

E questo periodo dell'anno, in cui vengono ricordati i defunti, a Venezia viene vissuto con delle tradizioni ancora molto sentite. “Sono tantissimi i veneziani che si recano nei nostri cimiteri a rendere omaggio ai loro cari defunti – racconta il giornalista Sperandio – Guardando questo ponte mi vengono in mente le parole sia di Papa Francesco che di Papa Leone che hanno chiesto di costruire ponti di pace e non muri. In una città come la nostra costruita su 400 ponti, crocevia di cultura e di religione, ponte tra Oriente ed Occidente, questa struttura votiva assume un grande significato simbolico, perché in un tempo come quello che stiamo vivendo funestato da tante guerre, abbiamo bisogno di costruire la pace a cominciare dalla vita di tutti i giorni, è un messaggio che parte dalla nostra laguna e arriva in ogni parte della terra, anche attraverso i tanti turisti che la visitano ogni giorno”.

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03 novembre 2025, 14:41