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L'area dell'attacco all’incrocio di Gush Etzion, tra Betlemme e Hebron L'area dell'attacco all’incrocio di Gush Etzion, tra Betlemme e Hebron  (AFP or licensors)

Cisgiordania, ancora violenze dopo l'approvazione Onu della risoluzione su Gaza

Un israeliano è rimasto ucciso e tre sono stati feriti in un’aggressione avvenuta all’incrocio di Gush Etzion, all’ingresso di un gruppo di insediamenti ebraici. Dal 7 ottobre 2023 le tensioni non sono mai diminuite: secondo dati ufficiali, almeno 43 israeliani sono stati uccisi in attacchi palestinesi o nel corso di raid militari. Al contempo l’Onu denuncia l’uccisione di oltre 1.000 palestinesi in operazioni delle forze di sicurezza israeliane e in attacchi di coloni

Giada Aquilino - Città del Vaticano

È morto uno dei quattro israeliani rimasti feriti in un attacco avvenuto all’incrocio di Gush Etzion, all’ingresso di un gruppo di insediamenti ebraici, sulla strada tra le città di Betlemme e Hebron, in Cisgiordania. Lo riferiscono i media israeliani, spiegando che i feriti sono stati trasferiti in due ospedali di Gerusalemme. Secondo le prime ricostruzioni, un veicolo ha investito alcuni passanti e, subito dopo, tre aggressori sono scesi tentando di accoltellarli. I responsabili dell’attacco sono stati uccisi, ha reso noto l’esercito israeliano.

La violenza in Cisgiordania

Secondo l’Onu i territori palestinesi della Cisgiordania hanno registrato il mese scorso un picco di violenza senza precedenti negli ultimi due decenni, nonostante la tregua in vigore a Gaza dal 10 ottobre, dopo due anni di guerra tra Israele e Hamas. In base ai dati ufficiali israeliani, almeno 43 israeliani, civili e soldati, sono stati uccisi in attacchi palestinesi o nel corso di raid militari. Allo stesso tempo, dal 7 ottobre 2023 «le forze di sicurezza israeliane e i coloni hanno ucciso almeno 1.017 palestinesi in Cisgiordania, compresa Gerusalemme est», ha denunciato nei giorni scorsi Thameen al Kheetan, portavoce dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, in un conteggio che collima con le cifre dell’Autorità nazionale palestinese.

Il voto all’Onu

Proprio l’Anp ha intanto fatto sapere di aver «accolto con favore» l’approvazione in Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite della risoluzione americana su Gaza. Con l’astensione di Mosca e Pechino e 13 voti a favore, il testo dà il via libera al piano di pace di Donald Trump per la Striscia e autorizza una forza internazionale di stabilizzazione per l’enclave palestinese che dovrà anche disarmare Hamas.

Da parte sua, la fazione islamica aveva però già respinto la risoluzione, definendola un passo pericoloso verso l’imposizione di una tutela straniera sul territorio. Ed ora, dopo quanto successo a Gush Etzion, Hamas dichiara che l'attacco è una «risposta naturale» a quella che definisce la «furia» dei soldati israeliani e dei coloni in Cisgiordania.

(Ultimo aggiornamento: martedì 18 novembre 2025 ore 18:15)

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18 novembre 2025, 16:55