Gaza, sempre più vittime per il freddo e la tempesta Byron
Vatican News
Nella Striscia di Gaza sale il bilancio delle vittime del gelo e della tempesta Byron che stanno imperversando da diversi giorni. Questa mattina la protezione civile palestinese ha fatto sapere che il numero dei morti è arrivato a 16, tra loro i due neonati e la bambina di nove anni stroncati ieri dall’ipotermia. Il freddo è dunque un incubo che si sta impadronendo di tutti i campi profughi nei quali migliaia di persone vivono assiepate in ripari di fortuna senza alcuna possibilità di difendesi anche dalla furia delle acque.
Pieno accesso umanitario
Oltre ai numerosi morti ci sono anche decine di feriti che stanno trovando estrema difficoltà ad essere curati negli ospedali della zona, molti dei quali sovraffollati: l’Organizzazione mondiale della sanità ha reso noto che, in tutta la Striscia, sono funzionanti solo 18 nosocomi su 36. E mentre le organizzazioni umanitarie denunciano il mancato arrivo dei convogli con gli aiuti di prima necessità, coperte e abiti caldi compresi, bloccati ai punti di accesso alla Striscia con motivazioni apparentemente pretestuose, ieri l’assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato una bozza di risoluzione con la quale chiedere ad Israele di consentire «il pieno accesso umanitario alla Striscia, di rispettare l'inviolabilità dei locali dell’Onu e di ottemperare ai propri obblighi ai sensi del diritto internazionale».
I raid proseguono
Ma il freddo e la pioggia non sono i soli ad uccidere. Un giovane palestinese della città di Jabalia, a quattro chilometri dalla città di Gaza, questa mattina è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco in un’operazione militare che le Forze di difesa israeliane stanno compiendo nonostante la tregua in vigore. Raid militari simili, secondo quanto confermano fonti locali riportate dalla stampa palestinese, sarebbero in corso nel quartiere di Al Tuffah,a est di Gaza, e a nord di Rafah, in contemporanea alle demolizioni di abitazioni civili ad est di Khan Yunis.
Diplomazia al lavoro
Sul fronte diplomatico internazionale c’è da registrare un timido passo in avanti. Alcuni funzionari dell’amministrazione statunitense hanno fatto sapere ad alcuni organi di stampa internazionali che il prossimo 16 dicembre il Comando centrale degli Stati Uniti ospiterà Doha, in Qatar, «una conferenza insieme ai Paesi partner per pianificare la forza internazionale di stabilizzazione che sarà dispiegata nella Striscia di Gaza nel quadro del piano di pace mediato dagli Usa».
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