Il Papa dalla finestra del Palazzo apostolico per l'Angelus domenicale Il Papa dalla finestra del Palazzo apostolico per l'Angelus domenicale

Il Papa: usare i beni che Dio ci affida per costruire un mondo più giusto, equo e fraterno

La ricchezza vera è l’amicizia con il Signore e con i fratelli, ricorda Leone XIV all'Angelus domenicale in una piazza san Pietro gremita di 15 mila fedeli. Ogni egoismo porta a isolarci dagli altri e "sparge il veleno di una competizione che spesso genera conflitti". Bisogna amministrare i doni ricevuti dal Padre, la nostra stessa vita, con cura e responsabilità, sapendo che non ne siamo padroni e che non è l'accumulo il valore più importante

Antonella Palermo - Città del Vaticano

Nella catechesi dell'Angelus a piazza san Pietro, gremita di 15 mila fedeli in questa ultima domenica d'estate, il Papa commenta la parabola evangelica dell'amministratore disonesto (Lc 16,1-13) e, tornando ai temi già approfonditi nell'omelia della Messa celebrata stamane nella parrocchia pontificia di Sant'Anna, pone una serie di interrogativi su come amministriamo la nostra vita e i beni ricevuti. Un giorno saremo chiamati a rendere conto della gestione delle risorse della terra, davanti a Dio e agli uomini, a chi verrà dopo di noi. Leone, dunque, rimette a fuoco un fondamento: "Noi non siamo padroni della nostra vita né dei beni di cui godiamo; tutto ci è stato dato in dono dal Signore e Lui ha affidato questo patrimonio alla nostra cura, alla nostra libertà e responsabilità".

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L'importanza di guadagnare degli amici

La parabola non è di immediata intepretazione e sembra spiazzante. Prevost ne spiega il senso guardando al comportamento e delle valutazioni dell'amministratore nel racconto biblico:

In questa situazione difficile, egli comprende che non è l’accumulo dei beni materiali il valore più importante, perché le ricchezze di questo mondo passano; e, allora, si fa venire un’idea brillante: chiama i debitori e “taglia” i loro debiti, rinunciando quindi alla parte che sarebbe spettata proprio a lui. In questo modo, perde la ricchezza materiale ma guadagna degli amici, che saranno pronti ad aiutarlo e a sostenerlo.


Uscire dall'egoismo

Ciò che viene sottolineato nelle parole del Papa è la solerzia con cui il protagonista del brano della liturgia odierna esce dalla propria solitudine, dal proprio egoismo. Questo, avverte il Pontefice, è ciò che conta realmente: 

Dobbiamo usare i beni del mondo e la nostra stessa vita pensando alla ricchezza vera, che è l’amicizia con il Signore e con i fratelli.


Edificare il bene

Ciò che serve, rimarca infine il Papa, è ancora il senso di giustizia e responsabilità. 

Possiamo seguire il criterio dell’egoismo, mettendo la ricchezza al primo posto e pensando solo a noi stessi; ma questo ci isola dagli altri e sparge il veleno di una competizione che spesso genera conflitti. Oppure possiamo riconoscere tutto ciò che abbiamo come dono di Dio da amministrare, e usarlo come strumento di condivisione, per creare reti di amicizia e solidarietà, per edificare il bene, per costruire un mondo più giusto, più equo e più fraterno.

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21 settembre 2025, 12:15