Leone XIV ai malati di SLA: prego per voi, la qualità della vita dipende dall'amore
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
La vicinanza di un padre e pastore ai malati di Sla, la Sclerosi Laterale Amiotrofica, per il “fardello importante” che devono portare, una malattia rara neurodegenerativa che provoca una progressiva paralisi dei muscoli, che hanno “un posto speciale nei miei pensieri e nelle mie preghiere”, e un grazie a chi si occupa della loro cura, dell’assistenza e della ricerca scientifica. Nel videomessaggio in inglese inviato alla annuale “Walk of life”, la camminata promossa a Chicago, negli Stati Uniti, dalla Les Turner Als Foundation, Papa Leone XIV sottolinea che vorrebbe “che non fosse così”, ma “le vostre sofferenze offrono un’opportunità per scoprire e affermare una verità profonda”
La qualità della vita umana non dipende dai risultati raggiunti. La qualità delle nostre vite dipende dall’amore. Nella vostra sofferenza potete sperimentare una profondità dell’amore umano precedentemente sconosciuta. Potete crescere in gratitudine per tutto ciò che è stato e per le persone che ora si prendono cura di voi.
Non lasciatevi sopraffare dalla disperazione
Adesso, prosegue il Papa, “potete sviluppare un senso profondo della bellezza del creato, della vita in questo mondo e del mistero dell’amore”. E aggiunge che prega per i malati, perché non si lascino “sopraffare dalla frustrazione, dalla mancanza di speranza o dalla disperazione”, ma si abbandonino “al mistero dell’esistenza umana, all’amore dei vostri caregiver e all’abbraccio del Divino”.
Ringraziamento per i progressi della ricerca
Nel suo messaggio, Leone XIV ha parole di gratitudine e ammirazione “per i ricercatori e gli scienziati” riuniti per la Camminata, e ricorda che “i nostri fratelli e sorelle ebrei” ci dicono che uno dei grandi progetti che Dio ha affidato alla famiglia umana “è di completare e perfezionare il bellissimo creato che ci ha donato, tikkun olam”.
Il mio predecessore Papa Giovanni Paolo II ha scritto che se a un artista non si può impedire di usare la sua creatività, non si deve nemmeno impedire a quanti possiedono doti particolari per il progresso della scienza e della tecnologia di utilizzare i loro talenti donati da Dio al servizio degli altri.
Il Pontefice ringrazia e incoraggia gli uomini e le donne che svolgono ricerche scientifiche presso il Les Turner ALS Center del Notrthwestern Medicine e altrove per i notevoli progressi compiuti negli ultimi dieci anni, “usando tutta la vostra conoscenza e compassione per comprendere le malattie del motoneurone e alleviare le sofferenze delle infermità che causano”. Ricerche frutto di innumerevoli ore “che trascorrete da soli cercando di trovare una via per progredire nelle vostre ricerche o per reperire risorse per continuare il vostro prezioso lavoro”.
Grazie a chi si cura dei malati, dai medici ai familiari
E si dice poi anche grato per la presenza di così tanti caregiver: medici e infermieri, terapisti occupazionali, fisioterapisti e logoterapisti, operatori sociali e, soprattutto, amici e familiari.
La vostra cura e compassione per quanti convivono con la SLA e altre malattie del motoneurone sono d’ispirazione per me e per tante altre persone. Come raccontano i nostri amici musulmani, nell'Haddith ci viene detto che 70 mila angeli sono presenti quando gli assistenti arrivano al mattino. Altri 70 mila angeli arrivano alla sera. Credo che anche voi siate angeli.
I buoni Samaritani
Papa Leone XIV sottolinea che tutte queste persone si prendono cura, “con devozione, conoscenza e abilità”, delle nostre sorelle e dei nostri fratelli con la SLA, e che spesso “l’assistenza viene offerta con grande sacrificio personale”.
Come familiari e amici impegnati nella cura quotidiana di chi è colpito da SLA, ci mostrate la parte migliore dell’umanità. Siete i buoni Samaritani di cui ha parlato Gesù.
Per chi è in lutto: l’amore vince la morte
Infine il Papa si rivolge a chi è in lutto, e piange la scomparsa dei propri cari colpiti da SLA dopo essersi preso cura di loro. Il vostro amore, spiega, è stato purificato dal vostro servizio e poi dal vostro lutto.
Avete imparato, e ogni giorno penetrate più profondamente nel mistero più profondo: la morte non è la parola definitiva. L’amore vince la morte. L’amore vince la morte. L’amore vince la morte.
Leone XIV conclude con un particolare saluto a Harvey e Bonnie Gaffen, che per quasi cinquant’anni, hanno conservato il ricordo “no, la vita, di Les Turner”.
Il vostro amore per il signor Turner, come anche la vostra dedizione ed energia, hanno arricchito la vita di molti. Guardatevi intorno oggi. Tutte queste persone sono qui per voi, per la grandezza del vostro cuore. Grazie, Harvey e Bonnie.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui
