Il Papa con suor Norma Pimentel, "angelo" dei migranti al confine Usa-Messico, tra i partecipanti alla conferenza all’Augustinianum “Rifugiati e migranti nella nostra casa comune” Il Papa con suor Norma Pimentel, "angelo" dei migranti al confine Usa-Messico, tra i partecipanti alla conferenza all’Augustinianum “Rifugiati e migranti nella nostra casa comune”

Il Papa: non restare impotenti dinanzi a chi soffre, risposte globali per migranti e rifugiati

Leone XIV riceve i partecipanti alla Conferenza Internazionale “Rifugiati e migranti nella nostra casa comune” in corso all’Augustinianum e invoca un'azione dinanzi all'emergenza di oltre 100 milioni di persone colpite dal fenomeno migratorio. Il Pontefice, citando Francesco, chiede di promuovere “una cultura di riconciliazione” quale antidoto alla "globalizzazione della impotenza", specie in terre ferite dai conflitti. Ricorda poi che “migranti e rifugiati possono essere testimoni privilegiati"

Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano

“Immobili, silenziosi e forse tristi” dinanzi alla sofferenza degli innocenti, pensando che ormai “non si possa fare nulla”. È lì che si rischia la “globalizzazione dell’impotenza”, atteggiamento pericoloso tanto quanto - o forse di più - la “globalizzazione dell’indifferenza”. Leone XIV trae spunto da una ‘vecchia’ espressione di Papa Francesco, rimasta impressa nell’immaginario collettivo, per rilanciare questa nuova espressione - già utilizzata nel videomessaggio per Lampedusa - che mette in guardia da un possibile pericolo: la rassegnazione, l’immobilismo e pure l’abitudine alle sofferenze degli altri che neanche “proviamo più ad alleviare”. Cosa che, dinanzi ad una stima di oltre 100 milioni di persone colpite da migrazione e sfollamento, non ci si può assolutamente permettere. Il Pontefice parla ai partecipanti alla conferenza internazionale Rifugiati e migranti nella nostra casa comune, che, organizzata dalla Villanova University (quella che frequentò lo stesso Robert Francis Prevost), riunisce all’Augustinianum, in questi giorni che precedono il Giubileo del mondo missionario e dei migranti, rappresentanti di Atenei, Ong e partner comunitari per dar vita a piani d’azione per rispondere alle cause strutturali dei fenomeni migratori.

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L'invito di Papa Francesco

È infatti un sentito grazie quello che il Papa rivolge agli organizzatori di queste giornate di dibattito, riflessione e collaborazione, come pure ai partecipanti per il contributo offerto. Contributo che andrà a declinarsi in un progetto triennale incentrato su quattro pilastri fondamentali: “Insegnamento, ricerca, servizio e sostegno”.

In tal modo, accogliete l’invito rivolto da Papa Francesco alle comunità accademiche ad aiutare rispondere ai bisogni dei nostri fratelli e sorelle sfollati concentrandovi sulle aree di vostra competenza

Un momento dell'udienza
Un momento dell'udienza   (@Vatican Media)

La dignità umana sempre al centro

“Riunire le voci più autorevoli di una varietà di discipline al fine di rispondere alle attuali sfide urgenti poste dal numero crescente di persone, stimato attualmente in oltre 100 milioni, che sono colpite dalla migrazione e dalla sfollamento”, sottolinea Papa Leone. Assicura quindi le sue preghiere perché tutti questi “sforzi” possano produrre “idee e approcci nuovi, cercando sempre di mettere la dignità di ciascuna persona umana al centro di ogni soluzione”.

Riconciliazione e speranza

Due, in particolare, i temi che il Vescovo di Roma indica per i piani di azione: riconciliazione speranza. Riconciliazione perché “uno degli ostacoli che spesso sorgono quando si affrontano difficoltà di tali dimensioni è l’atteggiamento d’indifferenza da parte sia delle istituzioni sia degli individui”.

Il mio venerabile predecessore ha parlato di “globalizzazione dell’indifferenza”, laddove ci abituiamo alle sofferenze degli altri e non proviamo più ad alleviarle. Ciò può portare a quella che in precedenza ho definito “globalizzazione dell’impotenza”, quando rischiamo di diventare immobili, silenziosi e forse tristi, pensando che non si possa fare nulla quando ci troviamo dinanzi alla sofferenza di innocenti

Il Papa riceve un quadro in dono
Il Papa riceve un quadro in dono   (@Vatican Media)

No alla "globalizzazione dell'impotenza"

E così come Francesco ha parlato della “cultura dell’incontro” come antidoto alla globalizzazione dell’indifferenza, “anche noi – incoraggia Papa Leone XIV - dobbiamo impegnarci per affrontare la globalizzazione dell’impotenza promovendo una cultura di riconciliazione”.

Dobbiamo incontrarci curando le nostre ferite, perdonandoci il male che abbiamo fatto e anche quello che non abbiamo fatto, ma di cui portiamo gli effetti. Ciò esige pazienza, disponibilità all’ascolto, capacità di identificarsi con il dolore degli altri e il riconoscimento che abbiamo gli stessi sogni e le stesse speranze

Testimoni privilegiati di speranza

L’incoraggiamento del Papa è pertanto a “proporre modi concreti per promuovere gesti e politiche di riconciliazione, specialmente in terre dove ci sono ferite profonde causate da conflitti di lunga data”. Non è un compito semplice, ammette il Pontefice, “ma se vogliamo che gli sforzi di lavorare per un cambiamento duraturo abbiano successo, devono includere modi per toccare i cuori e le menti”. Anche, aggiunge Leone XIV, nel formulare i piani d’azione è importante ricordare che “migranti e rifugiati possono essere testimoni privilegiati di speranza attraverso la loro resilienza e attraverso la loro fiducia in Dio”.

Spesso conservano la loro forza mentre cercano un futuro migliore, nonostante gli ostacoli che incontrano

In vista del Giubileo loro dedicato, l’invito è allora a “dare risalto a questi esempi di speranza nelle comunità di coloro che servite”, così da “aiutare a sviluppare modi per far fronte le sfide che esse hanno affrontato nella loro vita”.

I partecipanti all'Incontro "Refugees & Migrants in Our Common Home"
I partecipanti all'Incontro "Refugees & Migrants in Our Common Home"   (@Vatican Media)

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02 ottobre 2025, 12:30