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Il Papa a Ostia a bordo della nave di pace dei giovani: siete speranza in un mondo diviso

Leone XIV nel pomeriggio al porto turistico di Ostia per visitare la Med25 Bel Espoir, l'imbarcazione da mesi in giro per i porti del Mediterraneo con a bordo 25 ragazzi di diversa nazionalità e religione. Presente il cardinale Aveline, arcivescovo di Marsiglia, da dove l'iniziativa è partita. Dal Pontefice l'invito a dare "segni di speranza" in mezzo a odio, violenza, separazione. Con l'equipaggio un momento privato tra domande, testimonianze e l'assaggio di alcuni dolci

Salvatore Cernuzio – Ostia

“Imparare a essere costruttori di pace, imparare a essere promotori di pace in un mondo che tende sempre più ad andare verso la violenza, l’odio, la separazione, la distanza e la polarizzazione”. La voce di Leone XIV si disperde nella brezza di Ostia che soffia sulla prua della nave Med25 Bel Espoir. Il Papa è a bordo e parla a un microfono. Intorno a lui ci sono 25 ragazzi e ragazze, equipaggio di questa imbarcazione degli anni ’40, lunga 29 metri, capace di 35 posti letto, che, battente bandiera francese, da otto mesi gira di porto in porto per portare un messaggio di fraternità in quel crocevia di incontro e dialogo che è il Mediterraneo. Provengono da Bosnia e Algeria, da Spagna e Palestina, da Francia e Pakistan, hanno fatto tappa a La Valletta, Tunisi, Creta, Istanbul (dove hanno incontrato il patriarca Bartolomeo), Ravenna, Napoli. Dovevano recarsi a Civitavecchia ma hanno cambiato itinerario su spinta dello stesso Papa Leone che, in una recente udienza con il cardinale di Marsiglia, Jean-Marc Aveline, promotore dell’iniziativa e presente anche lui oggi pomeriggio, ha detto che se avessero attraccato a Ostia, forse avrebbe potuto raggiungerli.

L'arrivo del Papa alla Med25 Bel Espoir
L'arrivo del Papa alla Med25 Bel Espoir   (@Vatican Media)

Ostia, terra "agostiniana"

Ostia, meta conosciuta da Robert Francis Prevost. Terra di profonda devozione a Sant’Agostino e alla madre Santa Monica, come dimostrano statue, chiese e pure cliniche a loro intitolate. Il Papa stesso, nel suo breve inciso in italiano, lo conferma: Ostia “è veramente un porto importante nella storia del mondo, nella storia della Chiesa, della storia di Sant’Agostino e di Santa Monica”.

Essendo agostiniano, sono molte le volte che sono venuto in questa zona, perché Ostia è stata sempre un porto molto importante ed è importantissimo oggi perché ci siete voi. E grazie per essere qui. Un saluto a tutti in questo bel pomeriggio

"Siamo tutti esseri umani..."

I ragazzi sorridono. La maggior parte sono francofoni ma tra di loro parlano tutti in inglese. Accolgono il Papa scalzi o in ciabatte, con i loro riccioli selvaggi, le code e i capelli rasta, coperti da bandane, fez e cappelli (uno pure da pirata). Indossano kaftani, bermuda, felponi e camicie di lino. Tutti diversi ma tutti uniti; tutti a voler lanciare un segno di comunione. Quella di cui il Papa – nelle sue parole a braccio in inglese - chiede di farsi promotori:

Possiamo unirci anche se proveniamo da Paesi diversi, abbiamo lingue diverse, culture diverse, religioni diverse, eppure siamo tutti esseri umani

La nave Bel Espoir attraccata al porto turistico di Ostia
La nave Bel Espoir attraccata al porto turistico di Ostia   (@Vatican Media)

Bella speranza

“Sono molto felice di essere potuto venire qui questo pomeriggio e di essere parte di questo breve momento e di questo lunghissimo viaggio che voi stessi e tanti altri giovani avete compiuto in questo ultimo periodo”, dice il Pontefice, ringraziando per i doni ricevuti tra cui un disegno della nave, il libro bianco del Mediterraneo e una mappa firmata da tutti i giovani.

Gli applausi si mischiano al suono della risacca che si infrange sulla caratteristica scogliera di Ostia. Nell’aria, l’odore di salsedine e delle fritture di pesce provenienti di bar e ristoranti del porto turistico. Il trialbero della nave (sul quale si sono arrampicati alcuni giovani per scattare delle foto) ripara dalla calura del sole spuntato nell’esatto momento in cui Papa Leone è sceso dalla utilitaria scura, alle 16.10. Il primo gesto, un saluto alle autorità della locale Capitaneria di Porto e del Comando della Guardia Costiera, poi la stretta di mano e uno scambio di battute con il cardinale Aveline e il vicario episcopale per le relazioni del Mediterraneo, monsignor Alexis Leproux, responsabile del progetto Med 25 - Bel Espoir.

Da Marsiglia tutto è partito su impulso della visita di Papa Francesco del settembre 2023, in cui il Pontefice argentino lanciò un vigoroso appello a far tornare in “Mare Nostrum” un Mare divenuto “Mortum” con le guerre e la tragedia delle migrazioni. Un gruppo di giovani ha raccolto questo mandato e ha preso il largo sulla Bel Espoir, “Bella Speranza”. La speranza di fare qualcosa di buono in questo mondo in cui loro coetanei vengono addestrati a combattere e uccidere, che sia pure solo cantare in compagnia, imparare a manovrare un timone o distendere le vele, cucinare pietanze tipiche e insegnare agli altri la ricetta. Piccoli gesti per dimostrare che è possibile vivere vicini, nonostante le difficoltà della navigazione e della coabitazione, nonostante la distanza geografica e culturale.

Il Papa a bordo saluta i ragazzi
Il Papa a bordo saluta i ragazzi   (@Vatican Media)

Segni, più delle parole

“Il mondo oggi, più che di parole, ha bisogno di segni. Di espressioni di testimonianza che diano speranza. E dal nome stesso di questa barca, così come dalla presenza di tutti voi qui oggi”, afferma infatti il Papa.

Siete davvero un segno di speranza per il Mediterraneo e per il mondo

“Peace, pace, mir. Paz, salam.. Bel Espoir… Peace, paci, paix. Love we share in unity”. I ragazzi rispondono con un canto, quasi un inno provato per ore durante l’attesa e intonato lungo tutta la visita del Papa: dalla iniziale camminata verso il punto più estremo del porto e durante il giro in barca compiuto da Leone XIV per conoscere uno ad uno i ragazzi, chiedendo ad ognuno nome e Paese di provenienza. “Ho chiesto intenzionalmente a ciascuno, mentre andavo in giro a salutarli: ‘Tu, da dove venivi?’”, spiega lo stesso Pontefice. “L’ho fatto solo per sapere quanto sia meravigliosa l’esperienza di conoscere persone, mentre si viaggia letteralmente per il Mediterraneo da Paesi diversi, culture diverse, lingue diverse, eppure si è trovato il modo di farlo, e in modo molto umano”.

Leone XIV benedice i giovani della Med25 Bel Espoir
Leone XIV benedice i giovani della Med25 Bel Espoir   (@Vatican Media)

Dialogo, ponti, pace

Tre le “idee” che il Papa lascia ai ragazzi come direttrici su cui snodare la propria azione: "Dialogo", "ponti", "pace". “È importante imparare a parlare tra di noi, a sedersi, ad ascoltare, a esprimere le proprie idee e i propri valori, e ad avere rispetto reciproco affinché gli altri si sentano veramente ascoltati”. “Rispettarsi”, ripete Leone XIV, “questo è davvero un segno di speranza”. E con il dialogo si costruiscono ponti: “Non necessariamente un ponte attraverso il Mediterraneo, ma un ponte tra tutti noi, popoli di tante nazioni diverse”, sottolinea il Pontefice.

Sono sicuro che così tante persone che vivono su una barca così piccola... non sono ancora sceso... Dovete imparare a convivere, a rispettarvi a vicenda e a superare le difficoltà. E anche questa è una grande esperienza per tutti voi giovani, ma è qualcosa che potete insegnare a tutti noi

Infine, la terza parola, “che è così importante - e alcuni di voi mi hanno detto di essere palestinesi - è imparare a essere costruttori di pace”, perché “siamo tutti figli e figlie dell'unico Dio. Viviamo tutti insieme su questo mondo e abbiamo tutti una responsabilità condivisa: prenderci cura del creato, prenderci cura gli uni degli altri e promuovere la pace in tutto il mondo”. “Congratulations!”, esclama il Vescovo di Roma, e “thank you” per aver “contribuito a questo segno per il mondo, che davvero dà speranza a tutti noi”.

Che la vostra generazione e molti altri giovani come voi continuino a promuovere questo tipo di iniziativa che promuoverà davvero la pace in tutto il mondo… Grazie, grazie, grazie

Foto di gruppo a conclusione della visita
Foto di gruppo a conclusione della visita   (@Vatican Media)

Domande e testimonianze tra dolci e caffè

Ancora applausi, poi il Papa che si addentra nella stiva della Med25 Bel Espoir. Subito dopo, nella “sala da pranzo”, un momento privato con alcuni membri dell'equipaggio. Tra un sorso di caffè e un morso ai pan-cake e alla vienoiserie, una brioche con gocce di cioccolato specialità della cucina francese, Leone ascolta esperienze e testimonianze: “È stato un Papa ma anche un papà… Ha parlato di pace, di diversità, ha detto che siamo tutti figli dello stesso Dio, che ognuno ha il suo cammino e il suo modo di pregare ma tutti siamo umani e possiamo vivere uniti”, racconta Leila di Oran (Algeria). Leone XIV ha risposto pure ad alcune domande, rimanendo colpito dalle profondità di questi ragazzi, in particolare di Hanan, della Bosnia, che ha domandato: “Se così tante persone possono vivere in questo piccolo spazio, essere in pace e diventare amiche, perché non possiamo farlo anche noi in un mondo così grande?". 

Il Papa risponde con una frase di Sant'Agostino: "Se vuoi cambiare il mondo e renderlo un posto migliore, devi iniziare a cambiare te stesso". "Spero e prego - aggiunge a braccio - che per ognuno di voi questa sia stata una lezione che avete imparato anche voi in questo periodo. Come posso diventare una persona migliore? Come posso diventare un promotore di pace? Come posso diventare qualcuno che vive impegnandosi veramente a promuovere la giustizia, la fraternità, la comprensione e il rispetto reciproco?". "Credo che Gesù Cristo lo abbia insegnato molto chiaramente e ci abbia salvati tutti attraverso la sua sofferenza sulla croce. Ci invita a imitare la sua vita e a servirci gli uni gli altri", afferma il Pontefice. Che, in risposta ad un'altra domanda, ricorda la sua ventennale esperienza missionaria in Perù: "Credo che mi abbia aperto il cuore e la mente alla consapevolezza che dobbiamo lavorare insieme nel mondo per fare la differenza. Con le numerose grandi sfide che affrontiamo, sono convinto che, con la tecnologia e la capacità produttiva di cui disponiamo oggi nel mondo, non ci dovrebbe essere nessuno che soffra la fame. Eppure sappiamo benissimo, è un dato di fatto, che la fame esiste. Questo è un problema. E anche la violenza esiste...".

Saluto e foto finali

La foto di gruppo e ancora il canto segnano il momento conclusivo della visita, intorno alle 17, con Papa Leone che sale a bordo dell’auto per far rientro in Vaticano mentre i giovani formano una coda. O meglio una scia, come quella che la Bel Espoir pochi minuti dopo lascia sul mare di Ostia per proseguire la sua missione. Prossima tappa, la Corsica.

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17 ottobre 2025, 18:30