Leone XIV: se l'amore non è fuoco ogni fatica di carità è senza senso
Edoardo Giribaldi – Città del Vaticano
Servizio attivo e placida contemplazione, alla stregua dei carismi di Marta e Maria nel loro rapporto con Gesù. Sono queste le due vie per “incontrare il Signore”, indicate da Papa Leone XIV nel saluto di questa mattina, 15 ottobre, alle Agostiniane Recollette della Federazione del Messico, nell’Auletta dell’Aula Paolo VI.
LEGGI IL SALUTO INTEGRALE (IN SPAGNOLO) DI PAPA LEONE XIV
Un cammino continuo
Il Pontefice riprende l'Opera omnia di san Tommaso da Villanova — in particolare il suo commento ai Soliloqui di sant’Agostino — per spiegare l’origine della felicità che nasce dall’incontro con Dio: "Tu, Signore, non sei una cosa e un’altra la tua ricompensa, ma tu stesso sei la ricompensa incommensurabile". Un rapporto che si sviluppa attraverso un cammino continuo. E tra i sentieri da percorrere, due sono quelli essenziali: misericordia e verità.
Per queste due vie, camminiamo verso il Signore, servendo come Marta nelle opere di misericordia o riposando come Maria ai piedi di Gesù per contemplare la verità.
La via dell'amore
Meta comune di ogni strada della vita, sottolinea il Papa ispirandosi ancora alle parole del santo vescovo di Valencia, è l’amore. “C’è qualcosa di più facile, di più gradito che amare?”, scriveva san Paolo. “È dunque facile il cammino dell’amore, sia verso Dio, sia verso il prossimo. Com’è facile questa via! Com’è bello e gradevole è il cammino!”. Infatti, osserva il Papa, “tutti coloro che hanno raggiunto la meta, lo hanno fatto per questa via”.
Iniziare dal cuore
L'amore non è una conquista che avviene tramite particolari sforzi, afferma ancora il Pontefice, ma si riceve gratuitamente, come un dono. E cita ancora san Tommaso: “Per quante cose ti possa dare Dio, se non ti dona il suo amore, ti ha negato sé stesso.” Per guardare al Signore, dunque, è necessario ritornare all’intimo, al cuore. Egli, infatti, “non guarda che cosa o quanto tu fai, ma quanto cresci nel desiderio e nell’amore per Lui”.
Pazienza e coraggio per giungere alla meta
Infatti, spiega Leone XIV, "anche se è vero che ognuno sarà giudicato per le proprie opere, il valore delle opere sta nella carità del cuore". E senza il fuoco dell'amore ogni sforzo perde il proprio significato, e diventa "peso per l'anima". Il saluto si conclude invocando proprio l'intercessione di san Tommaso da Villanova — “che tanto amò la missione in America” — affinché il cammino verso Dio sia percorso “con pazienza e animo coraggioso, per giungere alla meta”.
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