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Papa Leone XIV durante la Messa del 25 ottobre, nell’Aula della Benedizione, per il Giubileo degli Uffici cerimoniali istituzionali italiani Papa Leone XIV durante la Messa del 25 ottobre, nell’Aula della Benedizione, per il Giubileo degli Uffici cerimoniali istituzionali italiani

Il Papa: De Gasperi, D’Acquisto e Livatino luminosi esempi di speranza e giustizia

Nella Messa presieduta, sabato 25 ottobre, nell’Aula della Benedizione del Palazzo Apostolico Vaticano, per gli Uffici cerimoniali istituzionali italiani che hanno celebrato il Giubileo, Leone XIV ha sottolineato che lo Stato si costruisce “lavorando con onestà” e prendendosi "cura del bene comune” e ha auspicato che le vite dello statista, del carabiniere e del magistrato incoraggino la conversione alla quale ci invita Gesù Cristo

Vatican News

Di fronte “alle sofferenze e alle prove della storia” ci sono due possibili strade: “rimanere immobili” certi di perire  o “convertire la vita alla speranza, che Cristo ci infonde” portando “nel cuore la luce del Risorto”. Ciò vale “per tutta la Chiesa, per ogni cittadino e quindi anche per lo Stato”, che se “non si converte dalle ingiustizie che lo minacciano e dalla corruzione che lo rovina, rischia di morire”. Leone XIV lo ha evidenziato durante la Messa presieduta nel pomeriggio di sabato 25 ottobre, nell’Aula della Benedizione del Palazzo Apostolico Vaticano, in occasione del Giubileo degli Uffici cerimoniali istituzionali italiani. Nella sua omelia, il Papa ha spiegato che “davanti alla triste ripetitività del male”, l’Onnipotente “è sempre pronto a offrirci salvezza e a redimerci dal male, se noi lo vogliamo”, e ha aggiunto che “la nuova direzione” verso la quale Dio ci indirizza “è un cammino che va da dove siamo noi” all’“eternità”.

LEGGI QUI IL TESTO INTEGRALE DELLA OMELIA DI PAPA LEONE XIV

Il Papa durante la Messa nell'Aula delle Benedizioni
Il Papa durante la Messa nell'Aula delle Benedizioni   (@VATICAN MEDIA)

Lo Stato si costruisce lavorando con onestà

Rivolgendosi, poi, ai cerimoniali, nel servizio alle istituzioni chiamati a offrire “la loro competenza affinché gli organi pubblici esprimano buone relazioni e possano funzionare al meglio”, il Pontefice ha sottolineato che “è lavorando con onestà che si costruisce lo Stato, prendendosi cura del bene comune” e ha indicato “tre luminosi esempi di speranza e di giustizia, di umiltà e di dedizione per lo Stato” perché la loro memoria “sproni alla conversione”: Alcide De Gasperi, Salvo D’Acquisto e Rosario Livatino.

L’esempio di Alcide De Gasperi

Servo di Dio del quale è in corso il processo di beatificazione, De Gasperi, tra i padri costituenti della Repubblica Italiana, ha saputo coniugare “la propria fede con una crescente responsabilità politica” e negli anni “segnati dai due conflitti mondiali” si è impegnato “a costruire ponti” che hanno resistito “alle correnti di opposte ideologie”, è la sintesi del ritratto dello statista offerta dal Papa. Con il suo esempio, ha aggiunto, egli insegna “che la politica, la diplomazia e la difesa nazionale diventano strumenti di autentica carità quando sono vissute con animo umile”.

La testimonianza di Salvo D’Acquisto

Quanto a Salvo D’Acquisto, venerabile e pure prossimo alla beatificazione, “dando la vita per i propri concittadini” ha realizzato “pienamente la sua missione di carabiniere”, ha affermato Papa Leone che ha esaltato il coraggio di D'Acquisto, il quale “in un tempo di guerra e di odio” è divenuto “profezia di una pace costruita” con piena dedizione. “Sono uomini come lui a illuminare le difficoltà che anche oggi pesano su tanti popoli”, ha rimarcato.

Il Pontefice durante la celebrazione
Il Pontefice durante la celebrazione   (@VATICAN MEDIA)

Il cammino di santità di Livatino

Infine, del “beato Rosario Livatino, primo magistrato nella storia a essere riconosciuto come martire”, il Pontefice ha messo in evidenza l’“impegno incrollabile per la giustizia” con il quale “ha testimoniato che la legalità” più che “un insieme di norme” è “uno stile di vita, e quindi un possibile cammino di santità”. Per il Papa quel Sub tutela Dei che Livatino “scriveva in cima ai suoi appunti” sprona a porsi fiduciosamente “sotto la protezione divina” e a lavorare “ogni giorno come servitori della verità e tessitori di unità”. “Lo Stato, infatti, si trasforma in meglio se ciascuno se ne sente responsabile – ha concluso Leone XIV - nutrendo con i più alti valori spirituali il proprio senso civico e il dovere istituzionale.

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27 ottobre 2025, 11:00