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Leone XIV riceve Abbas: stop al conflitto a Gaza e soluzione dei due Stati

Prima udienza tra il Papa e il presidente dello Stato di Palestina nel Palazzo Apostolico vaticano, nell’ambito del viaggio del leader palestinese in Italia programmato da tempo. Nel colloquio privato, ribadita l’urgenza di prestare soccorso alla popolazione civile di Gaza. Poi il ricordo del 10° anniversario dell’Accordo Globale tra Santa Sede e Stato di Palestina, siglato nel giugno 2015

Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano

Una stretta di mano calorosa, il saluto di benvenuto, i doni, tra cui una formella con il Battesimo di Cristo e un grande ritratto in ambra del Pontefice. Poi il colloquio privato, alla presenza di un traduttore, uno di fronte all’altro seduti alla grande scrivania in legno della Biblioteca del Palazzo Apostolico, a parlare tra le altre cose – fa sapere la Santa Sede - della “urgenza” di un soccorso alla popolazione di Gaza, che ancora subisce attacchi israeliani nonostante la tregua del 10 ottobre, la fine del conflitto nella Striscia, l’impegno per la soluzione a due Stati. Mahmoud Abbas, presidente dello Stato di Palestina, è stato ricevuto questa mattina, 6 novembre, da Papa Leone XIV in Vaticano. "Grazie per ricevermi, sono felice e grato di essere qui di nuovo", ha detto Abu Mazen al Pontefice.

Il colloquio tra Papa Leone XIV e Abbas
Il colloquio tra Papa Leone XIV e Abbas   (@Vatican Media)

La visita di ieri alla tomba di Francesco

È la prima tappa istituzionale del viaggio in Italia del leader palestinese, iniziato ieri con un momento personale a Santa Maria Maggiore per visitare la tomba di Papa Francesco. Il Papa “vecchio amico”, come ha detto ieri ai giornalisti sul sagrato, che “ha fatto tanto per la Palestina e il popolo palestinese”. Con il Pontefice argentino si erano visti varie volte: nel 2014 lo aveva accolto a Betlemme durante il viaggio in Terra Santa, qualche mese dopo avevano piantato insieme un ulivo di pace in un momento che non si può che definire storico nei Giardini vaticani con l’allora presidente israeliano Shimon Peres, si erano sentiti al telefono e c’erano state diverse udienze in Vaticano. In una di queste, Francesco aveva regalato al presidente il medaglione con un angelo della pace, definendo lo stesso Abu Mazen “un angelo della pace” per il ruolo svolto in questi vent’anni alla guida dell’Autorità Nazionale palestinese.

Da tempo era programmato il viaggio a Roma, dove – dopo il Papa – è previsto l’incontro con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Una visita che assume una valenza nuova, dopo la presentazione ieri della bozza di risoluzione Usa sul piano di pace per Gaza ai dieci membri eletti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Risoluzione alla quale rappresentanti di Egitto, Qatar, Arabia Saudita, Turchia ed Emirati Arabi Uniti avrebbero dato il loro sostegno.

L'arrivo in Vaticano

Quello di oggi con Papa Leone è stato il primo incontro personale. Tra i due c’era stata una telefonata il 21 luglio sugli sviluppi a Gaza e le problematiche in Cisgiordania; insieme a questo, il ricordo del 10° anniversario dell’Accordo Globale tra la Santa Sede e lo Stato di Palestina, siglato il 26 giugno 2015. Il decennale dell’intesa è stato anche l’occasione della udienza di oggi del presidente Abbas in Vaticano, dove è giunto alle 10.20, in mezzo a imponenti misure di sicurezza, accolto nel Cortile di San Damaso dal reggente della Casa pontificia, monsignor Leonardo Sapienza, insieme alla delegazione di dieci membri.

Un comunicato della Santa Sede fa sapere che: “Durante il cordiale colloquio, è stata constatata l’urgenza di prestare soccorso alla popolazione civile a Gaza e di porre termine al conflitto, perseguendo la prospettiva della soluzione a due Stati”.

Il momento dello scambio dei doni
Il momento dello scambio dei doni   (@Vatican Media)

Le parole del Papa a Castel Gandolfo

Quest’ultimo punto è sempre stata la posizione ufficiale della Santa Sede, ribadita in più occasioni dal cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, e ancor prima da Papa Francesco e ora da Papa Leone. Il quale, martedì sera, rispondendo alle domande dei cronisti fuori dalla sua residenza a Castel Gandolfo, ha evidenziato la fragilità della tregua a Gaza e della questione dei coloni in Cisgiordania. “Grazie a Dio – aggiungeva Leone XIV - almeno la prima fase dell’Accordo di pace ancora va avanti”. Ora, però, “bisogna cercare come passare alla seconda fase, vedere il tema del governo, come si può garantire i diritti di tutti i popoli”. Necessario, auspicava il Pontefice, è “cercare di lavorare insieme per la giustizia per tutti i popoli”.

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06 novembre 2025, 12:00