Cerca

Leone XIV all'udienza con i partecipanti all'Assemblea Generale della Conferenza Italiana Superiori Maggiori Leone XIV all'udienza con i partecipanti all'Assemblea Generale della Conferenza Italiana Superiori Maggiori  (@VATICAN MEDIA)

Il Papa ai religiosi: negli incarichi ci sia alternanza, nei fratelli si alimenti speranza

Il Pontefice riceve in udienza i partecipanti alla 65.ma Assemblea Generale della Conferenza Italiana Superiori Maggiori (CISM) ed evidenzia che il “ministero di autorità” deve essere volto a sostenere l’apostolato dei confratelli attraverso “il discernimento ecclesiale, la cura dei processi decisionali, l’impegno a rendere conto del proprio operato e a valutarne i risultati e le modalità”. Evitare “staticismi che rischiano di favorire irrigidimenti e sclerotizzazioni”

Tiziana Campisi – Città del Vaticano

Sono esempi “di vita sinodale” le famiglie religiose, che “nel corso dei secoli” hanno maturato pratiche di “discernimento comunitario imparando ad armonizzare i doni individuali e la missione comune”, e nelle quali emerge sempre più “il valore dell’interculturalità”. Risorse che sono “frutto di una dinamicità di vita e di fede che continuamente ha bisogno di evolversi, di crescere, di svilupparsi ed esprimersi”. Il Papa lo sottolinea ai partecipanti alla 65.ma Assemblea Generale della Conferenza Italiana Superiori Maggiori (CISM), svoltasi ad Assisi dal 3 al 6 novembre sul tema “Governare la Speranza. Forme e stili di governo delle Province in una Chiesa sinodale”. Il Pontefice li ha ricevuti oggi, 7 novembre, in udienza nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico.

LEGGI QUI IL TESTO INTEGRALE DEL DISCORSO DI PAPA LEONE XIV.

Le linee-guida offerte dal Sinodo

Nel suo discorso definisce tali risorse un “patrimonio” di cui prendersi cura e aggiunge che un contributo “determinante” in tal senso è quello del “ministero di autorità, con forme e stili di ‘governo’ adatti a suscitare speranza nel cammino dei fratelli, sostenendone il generoso e proficuo apostolato”. “Linee-guida” possono essere ricavate dal Documento finale del Sinodo, indica il Papa, spiegando che tre sono gli “atteggiamenti importanti” da desumere: “Il discernimento ecclesiale, la cura dei processi decisionali, l’impegno a rendere conto del proprio operato e a valutarne i risultati e le modalità”. Per Leone si tratta di “processi interconnessi, che si sostengono e correggono a vicenda”.

La fedeltà alla Chiesa dirige e illumina il coinvolgimento dei fratelli e ne alimenta la corresponsabilità, garantendo la trasparenza e facilitando quell’apertura reciproca che sola può favorire la cooperazione di tutti. Del resto il confronto sincero, la condivisione, la correzione fraterna possono aiutare molto ad evitare e contrastare eventuali derive particolaristiche e autoreferenziali.

Un religioso offre un dono al Papa
Un religioso offre un dono al Papa   (@VATICAN MEDIA)

Alternanza di responsabilità e incarichi

Quello dei consacrati chiamati a vivere insieme è “un cammino di purificazione” che deve “rendere singoli e comunità sempre più liberi nel bene, sia a livello di crescita personale che di esercizio della carità”. Tutto questo, aggiunge il Pontefice, anche per una “rinnovata fedeltà carismatica, che richiede un continuo spogliarsi di strutture e attaccamenti non essenziali, o addirittura nocivi ad una piena attualizzazione nell’oggi della missione originale ispirata ai fondatori”.

Vorrei ricordare, in particolare, l’importanza di incoraggiare, nelle forme di governo, una proficua alternanza nelle responsabilità e negli incarichi, evitando staticismi che rischiano di favorire irrigidimenti e sclerotizzazioni. Papa Francesco, in proposito, ci ha messo in guardia più volte dal pericolo delle “acque stagnanti”.

La foto di gruppo con i partecipanti all'assemblea generale della Conferenza italiana superiori maggiori
La foto di gruppo con i partecipanti all'assemblea generale della Conferenza italiana superiori maggiori   (@VATICAN MEDIA)

Il desiderio di sant’Agostino

E per rimarcare la “dimensione sinodale della responsabilità”, Leone XIV invita a riflettere sul motivo per il quale sant’Agostino - come si legge nei suoi Soliloqui - desiderava vivere insieme ad altri fratelli: “Indagare in concorde collaborazione sulla nostra anima e su Dio. Così colui che per primo avrà risolto il problema, indurrà senza fatica al medesimo risultato anche gli altri”.

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

07 novembre 2025, 11:42