Il Papa all’Ambulatorio San Martino, luogo di cura e dedizione per i poveri
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Visitare il luogo dove i poveri si affidano alle cure della Chiesa. È quello che il Papa ha fatto questa mattina, 14 novembre, con la sua presenza, inaugurando l’Ambulatorio di San Martino, la struttura che amplia l’ambulatorio Madre di Misericordia da dieci anni sotto il Colonnato di San Pietro. Dopo l’inaugurazione dell’Anno Accademico all’Università Lateranense, Leone XIV ha fatto rientro in Vaticano e intorno alle 12 è giunto a Largo San Martino, la zona che ormai da tempo è sinonimo di accoglienza e prossimità ai poveri. Qui infatti ci sono le docce per i senzatetto, la barberia, l’Ambulatorio Madre di Misericordia voluto fortemente da Papa Francesco per offrire cure a chi non ha documenti, né soldi, né possibilità di accedere al sistema sanitario.
La prima tappa della sua visita, durata una ventina di minuti, è stata proprio l’ambulatorio. Ad accompagnare il Papa, il suo elemosiniere, il cardinal Konrad Krajewski, dal dottor Massimo Ralli, direttore dell'Ambulatorio dell'Elemosineria Apostolica, insieme al dottor Luigi Carbone, direttore della Direzione di Sanità ed Igiene del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. “Una visita discreta – racconta il cardinale – perché a nessuno era stato detto dell’arrivo del Papa quindi c’erano i medici di turno oggi”. Presenti 8 dottori, 4 infermieri, 2 volontari dell’accoglienza che fino alla visita del Pontefice avevano fatto entrare nella sola mattinata 65 poveri. Leone li ha salutati e si è informato sull’attività dell’ambulatorio: “Non abbiamo fermato niente”, spiega ancora Krajewski. Una realtà, quella dell'ambulatorio, che nasce da una sinergia tra l'Elemosinieria Apostolica e il Governatorato, figure istituzionali diverse ma che collaborano per il bene delle persone indigenti.
La cura della psiche
“Il Papa è rimasto colpito che tra i medici presenti anche c'erano anche degli psichiatri. I nostri poveri hanno bisogno anche di queste cure, che sono molto difficili, perché quando la mano è rotta subito corriamo al pronto soccorso, quando si tratta della psiche diventa tutto difficile”. Si tratta di medici che con dedizione e pazienza offrono le loro competenze. “Hanno tanto da fare qui, perché la gente ha fiducia in loro – sottolinea l’elemosiniere - non gli chiediamo i documenti e forse questo anche gli ridà un po' la dignità”. Restano invisibili, come lo sono sempre tra le strade di Roma, ma qui l’assistenza va al di là del nome, del Paese d’origine, qui conta il tuo bisogno.
Un nuovo servizio
“Buon lavoro e grazie”, ha detto il Papa affacciandosi ad una piccola porta finestra che dà sulle docce tra l’incredulità dei presenti e l’emozione di chi offre il proprio tempo. Poi il saluto a chi materialmente si è occupato del restauro degli ambienti dell’Ambulatorio San Martino dotato di due nuove stanze attrezzate con strumentazione all’avanguardia e del nuovo servizio di radiologia che permetterà, grazie ad un apparecchio radiologico a raggi X di ultima generazione, di diagnosticare in modo rapido e accurato polmoniti, fratture ossee, tumori, malattie degenerative, calcolosi ed ostruzioni intestinali. Condizioni spesso trascurate in chi vive in povertà.
Numeri importanti
Il cardinale Krajewski racconta che a colpirlo, durante la visita del Papa, è stata la meraviglia sul volto di Leone XIV per i numeri delle persone che usufruiscono delle cure: circa duemila persone al mese ma anche la possibilità di fruire gratuitamente di tutti farmaci necessari. “Gli facciamo la ricetta – spiega il porporato - e loro entrano in Vaticano salutati dalle Guardie svizzere, dai gendarmi, vanno alla Farmacia vaticana, mettono sul banco la ricetta e ricevono i farmaci senza il pagamento”. Krajewski sottolinea anche che questo gesto è un modo per non sentirsi respinti o inferiori agli altri. “Tutti hanno diritto anche i poveri”. Dopo la visita al San Martino, il Papa ha ringraziato i presenti e ha alzato gli occhi verso la finestra del Palazzo Apostolico dal quale ogni domenica recita l'Angelus. "Se dovesse avere bisogno di qualche medicina - dice sorridendo il cardinale - possiamo tirarle da qui!". Dopo una risata generale il Pontefice è salito in macchina, lasciando questo angolo di Vaticano in cui tutto è per gli altri, per i più fragili e dimenticati.
La fantasia della carità
Nel raccontare la genesi di queste strutture, il cardinale ricorda che era desiderio di Papa Francesco aprire uno spazio in Piazza San Pietro. “Sotto il colonnato è impossibile", era stata la risposta di Krajewski che però ha cominciato subito a guardarsi intorno, a individuare gli ambienti delle Poste e ha chiesto al Papa il permesso di prendere quel locale. "Papa Francesco allora mi rispose: 'Non lo avete preso, lo avete rubato alle Poste'”, racconta ridendo. A seguire, sono nate tutte le altre iniziative come le docce, la barberia, l’ambulatorio e oggi quello di San Martino di cui dice il cardinale: “Sono ben contento”.
Nei poveri il volto di Gesù
Nella settimana che porta alla Giornata mondiale dei poveri, al loro Giubileo, del 16 novembre, c’è una cosa che l’elemosiniere ha nel cuore: “Io sono credente, sono cattolico, la mia logica è la logica dell'Vangelo e noi veramente aiutiamo Gesù stesso perché lui ha detto che era nudo, stava in carcere, era malato, possiamo oggi dire che era rifugiato. Facciamo tutto questo per lui che si mostra con le facce diverse del mondo”. “C’è difficoltà a riconoscerlo - sottolinea ancora - bisogna sforzarsi ci vuole fede. Io ringrazio al Signore di averla e dopo 14 anni di servizio come elemosiniere adesso sono pienamente convinto che aiutiamo, laviamo il corpo, diamo i farmaci, che tagliamo i capelli e vestiamo lo stesso Gesù”.
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