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Il Papa: "un cantiere" per una comunità da costruire senza fretta e superficialità

Celebrando la Messa in occasione della Dedicazione della Basilica di San Giovanni in Laterano, Leone XIV riflette sulla Chiesa esortando i fedeli ad essere “liberi dai criteri del mondo, che troppo spesso pretende risultati immediati, perché non conosce la sapienza dell’attesa”. “Gesù ci cambia, e ci chiama a lavorare nel grande cantiere di Dio, modellandoci sapientemente secondo i suoi disegni di salvezza”. "A Roma - afferma il Papa - c'è un bene grande che cresce" al di là delle fatiche

Isabella H. de Carvalho – Città del Vaticano

Scavare “in noi stessi e attorno a noi” per poter poi guardare a Cristo e così costruire “con umiltà e pazienza”, come ci insegna “la storia millenaria della Chiesa,” una “vera comunità di fede, capace di diffondere carità, di favorire la missione, di annunciare, di celebrare e di servire quel Magistero apostolico di cui” la Basilica di San Giovanni in Laterano “è la prima sede.” Leone XIV riflette così sulla missione della Chiesa come una comunità di credenti attivi, nell’omelia della Messa in occasione della Dedicazione della basilica costantiniana, celebrata oggi, 9 novembre.

Alla presenza di 2700 persone, il Pontefice ricorda la storia importante della Cattedrale di Roma, costruita per volontà dell’imperatore romano Costantino, dopo che nel 313 concesse ai cristiani la libertà di culto, e dedicata poi da Papa Silvestro I pochi anni dopo. Tuttavia Leone XIV sottolinea come questa Basilica, “Madre di tutte le Chiese”, “è molto più di un monumento e di una memoria storica” ma è “segno della Chiesa vivente, edificata con pietre scelte e preziose in Cristo Gesù, pietra angolare.” Questo “ci ricorda che noi pure, come ‘pietre viventi veniamo a formare su questa terra un tempio spirituale’”, continua. “È la comunità ecclesiale, ‘la Chiesa, società dei credenti, [che] attesta al Laterano la sua più solida e evidente struttura esteriore’”, spiega, citando San Paolo VI.

Nel lavorare con ogni impegno al servizio del Regno di Dio, non siamo frettolosi e superficiali: scaviamo a fondo, liberi dai criteri del mondo, che troppo spesso pretende risultati immediati, perché non conosce la sapienza dell’attesa

All'altare con il Pontefice hanno concelebrato il cardinale Baldassare Reina, vicario generale per la diocesi di Roma e arciprete della Basilica di San Giovanni in Laterano, e monsignore Renato Tarantelli Baccari, vescovo titolare di Campli e vicegerente della diocesi di Roma. Oltre a loro, hanno anche concelebrato circa 160 sacerdoti e 10 vescovi.

LEGGI QUI IL TESTO INTEGRALE DELL'OMELIA DI PAPA LEONE XIV

Il Papa nella Basilica di San Giovanni in Laterano
Il Papa nella Basilica di San Giovanni in Laterano   (@Vatican Media)

Per poter costruire dobbiamo prima guardare a Cristo

Il Papa parte dalle fondamenta della Basilica di San Giovanni in Laterano per sviluppare la sua riflessione. “La loro importanza è evidente, in modo per certi versi addirittura inquietante,” spiega, aggiungendo che chi ha costruito la Cattedrale di Roma ha individuato “una base sufficientemente solida su cui erigere tutto il resto”, “scavando in profondità, con fatica,” e in questo modo evitando che la struttura potesse crollare nel tempo. Per il Pontefice questa è un’immagine utile perché “anche noi, infatti, operai della Chiesa vivente, prima di poter erigere strutture imponenti, dobbiamo scavare, in noi stessi e attorno a noi, per eliminare ogni materiale instabile che possa impedirci di raggiungere la nuda roccia di Cristo.” Infatti Leone XIV cita la seconda lettura della liturgia, tratta dalla prima lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi, in cui dice che “nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo”. 

Questo vuol dire tornare costantemente a Lui e al suo Vangelo, docili all’azione dello Spirito Santo. Il rischio, altrimenti, sarebbe di sovraccaricare di pesanti strutture un edificio dalle basi deboli.

Il Papa celebra la Messa nella Basilica lateranense
Il Papa celebra la Messa nella Basilica lateranense   (@Vatican Media)

La Chiesa è un cantiere

Il Papa poi passa al Vangelo proclamato durante la Messa, tratto dall’Evangelista Luca. In esso Zaccheo, un“uomo ricco e potente” che “sente il bisogno di incontrare Gesù”, si arrampica su un albero per vederlo tra la folla, “un gesto insolito e inappropriato per una persona del suo rango, abituata a ricevere quello che vuole su un piatto, al banco delle imposte, come un tributo dovuto”. Leone XIV rimarca che “quel salire tra i rami” significa per Zaccheo “riconoscere il proprio limite e superare i freni inibitori dell’orgoglio” e infatti riesce ad incontrare Gesù e poi da lì “comincia per lui una vita nuova.”  

Gesù ci cambia, e ci chiama a lavorare nel grande cantiere di Dio, modellandoci sapientemente secondo i suoi disegni di salvezza. È stata usata spesso, in questi anni, l’immagine del “cantiere” per descrivere il nostro cammino ecclesiale. È un’immagine bella, che parla di attività, creatività, impegno, ma anche di fatica, di problemi da risolvere, a volte complessi

A Roma c’è un bene grande che cresce

Per il Pontefice, questa immagine del cantiere “esprime lo sforzo reale, palpabile, con cui le nostre comunità crescono ogni giorno, nella condivisione dei carismi e sotto la guida dei Pastori.” E ricorda inoltre come anche nella storia della Basilica di San Giovanni in Laterano, “non sono mancati momenti critici, soste, correzioni di progetti in corso d’opera”. Eppure, prosegue, “grazie alla tenacia di chi ci ha preceduto, possiamo radunarci in questo luogo meraviglioso.”

A Roma, pur con tanto sforzo, c’è un bene grande che cresce. Non lasciamo che la fatica ci impedisca di riconoscerlo e celebrarlo, per alimentare e rinnovare il nostro slancio. Del resto, la carità vissuta modella anche il nostro volto di Chiesa, perché appaia sempre più chiaramente a tutti che ella è “madre”, “madre di tutte le Chiese”, o anche “mamma”, come ebbe a dire San Giovanni Paolo II parlando ai bambini proprio in questa festa.

Evidenzia poi come la Chiesa di Roma in questo momento viva la “fase attuativa del Sinodo, in cui ciò che è maturato in anni di lavoro chiede di passare attraverso il confronto e la verifica ‘sul campo’”. “Ciò comporta un cammino in salita, ma non bisogna scoraggiarsi,” esorta, aggiungendo che “è bene, invece, continuare a lavorare, con fiducia, per crescere insieme.”

Papa Leone incensa l'altare
Papa Leone incensa l'altare   (@Vatican Media)

L’importanza della liturgia

Il Pontefice infine evidenzia “un aspetto essenziale della missione di una Cattedrale” ovvero la liturgia, “culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e la fonte da cui promana tutta la sua energia”. Per Leone XIV in essa si trovano tutti i temi che ha rilevato nella sua omelia: “siamo edificati come tempio di Dio, come sua dimora nello Spirito, e riceviamo forza per predicare Cristo nel mondo.”

La sua cura, pertanto, nel luogo della Sede di Pietro, dev’essere tale da potersi proporre ad esempio per tutto il popolo di Dio, nel rispetto delle norme, nell’attenzione alle diverse sensibilità di chi partecipa, secondo il principio di una sapiente inculturazione e al tempo stesso nella fedeltà a quello stile di solenne sobrietà tipico della tradizione romana, che tanto bene può fare alle anime di chi vi partecipa attivamente

Citando i Discorsi di Sant’Agostino in cui dice come “bellezza non è che amore, e amore è la vita’”, il Papa sottolinea che la liturgia “è un ambito in cui questa verità si realizza in modo eminente”. Auspica che si “ponga attenzione” affinché “la bellezza semplice dei riti possa esprimere il valore del culto per la crescita armonica di tutto il Corpo del Signore,” e che “chi si accosta all’Altare della Cattedrale di Roma possa poi partire pieno di quella grazia con cui il Signore vuole inondare il mondo". 

La Messa del Papa nella Basilica di San Giovanni in Laterano

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09 novembre 2025, 10:15