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Il Papa parla ai partecipanti alla conferenza "Artificial Intelligence and Care of Our Common Home" Il Papa parla ai partecipanti alla conferenza "Artificial Intelligence and Care of Our Common Home"

Leone XIV: l’AI sia un bene per tutti, non un potere nelle mani di pochi

In udienza dal Papa i partecipanti alla conferenza “Artificial Intelligence and Care of Our Common Home” organizzata da Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice e dal SACRU: non bastano dati e creatività, la tecnologia deve aiutare un sano sviluppo dell’essere umano, in particolare dei giovani

Alessandro De Carolis - Città del Vaticano

Pensiero critico e capacità di discernimento, modi di apprendere e sfera delle relazioni. Non c’è praticamente ambito dell’agire umano che non abbia a che fare oggi con l’intelligenza artificiale. Oggi e ancora di più domani, e dunque questo nuovo dualismo tra uomo e algoritmo è per Leone XIV una “sfida” che sollecita due domande: “Come possiamo garantire che lo sviluppo dell’intelligenza artificiale serva veramente per il bene comune e non solo per concentrare ricchezza e potere nelle mani di pochi”. E ancora - domanda che il Papa definisce “più radicale” -: “Cosa significa essere umani in quest’epoca?”.

LEGGI QUI IL TESTO IN INGLESE DEL DISCORSO DEL PAPA AI PARTECIPANTI ALLA CONFERENZA SULL'IA

Non solo creatività

La riflessione di Leone XIV scaturisce dall’incontro in udienza di questa mattina, 5 dicembre, con i partecipanti alla conferenza “Artificial Intelligence and Care of Our Common Home”, organizzata per questo pomeriggio dalla Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice e dal SACRU (Strategic Alliance of Catholic Research University), il network internazionale degli Atenei cattolici di cui l’Università Cattolica del Sacro Cuore è membro fondatore e sede del Segretariato. L’essere umano, afferma il Papa parlando in inglese, “è chiamato a essere collaboratore nell’opera della creazione, non semplice consumatore passivo di contenuti prodotti da una tecnologia artificiale”.

Come certamente sapete, la merce più preziosa sul mercato oggi è proprio nel settore dell'IA (...) L’intelligenza artificiale ha certamente dischiuso nuovi orizzonti per la creatività, ma solleva anche domande preoccupanti circa le sue possibili ripercussioni sull’apertura dell’umanità alla verità e alla bellezza, sulla nostra capacità di stupirci e di contemplare.

L’uomo prima della tecnologia

Per “gestire le implicazioni dell’intelligenza artificiale” è “essenziale”, sostiene Leone XIV, “riconoscere e rispettare ciò che caratterizza la persona umana”, la sua dignità di poter riflettere, scegliere liberamente, amare gratuitamente, entrare in relazione autentica con l’altro. Tutte possibilità che il Papa lega in particolare a una sollecitudine, una “preoccupazione - dice - che ci deve toccare il cuore”, quella di garantire a bambini e giovani un sano rapporto tra AI, “sviluppo intellettivo e neurologico” e dimensione interiore, rafforzando in loro fiducia, oggi “sempre più erosa”, nella “capacità umana di determinare l’evoluzione di queste tecnologie”.

La possibilità di accedere a vaste quantità di dati e di conoscenze non va confusa con la capacità di trarne significato e valore. Quest’ultima richiede anche la disponibilità a confrontarsi con il mistero e con le domande ultime della nostra esistenza, realtà spesso emarginate e persino irrise dai modelli culturali e di sviluppo prevalenti.

Senza bene comune non c’è futuro per l’AI

Mai come oggi, prosegue Leone XIV, “è chiaro che occorre una profonda inversione di rotta nella nostra idea di crescita”. Non può esserci un futuro con l’intelligenza artificiale che allo stesso tempo non “realizzi il bene comune”. E qui Leone XIV, apprezzando il lavoro di Centesimus Annus e SACRU, invita a “un’azione coordinata e corale” che coinvolga politica, istituzioni, finanza, i settori dell’educazione e della comunicazione, i cittadini e le comunità religiose. Questo impegno, conclude, “venga prima di qualunque profitto e interesse di parte, sempre più concentrati nelle mani di pochi” e, viceversa, dia spazio a tutte le voci “attraverso una partecipazione diffusa”.

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05 dicembre 2025, 11:05