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Il Papa con docenti e studenti del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana Il Papa con docenti e studenti del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana

Leone XIV: promuovere la "diplomazia della cultura" per superare confini e pregiudizi

Nel suo discorso a docenti e studenti del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, in occasione del centenario della sua fondazione, il Papa ricorda come gli studi a essa associati riguardino il “periodo storico della Chiesa unita”, rendendoli “un valido strumento per l’ecumenismo”. Individua inoltre le sue fonti letterarie e monumentali come le “radici” della società e delle nazioni europee

Edoardo Giribaldi – Città del Vaticano

La cultura come braccio della diplomazia: teso oltre divisioni e stereotipi, capace di attingere alle fonti letterarie e monumentali per rievocare una Chiesa e un’Europa unite. Sono valori che richiamano alla comunione quelli delineati da Papa Leone XIV questa mattina, 11 dicembre, nel suo discorso a docenti e studenti del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, che celebra il centenario della sua fondazione, ricevuta nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico vaticano.

LEGGI IL DISCORSO INTEGRALE DI PAPA LEONE XIV

Il Papa con docenti e studenti del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana
Il Papa con docenti e studenti del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana   (@VATICAN MEDIA)

La tutela del patrimonio sacro

Esattamente un secolo fa, ricorda Leone XIV, il suo predecessore Pio XI, nel Motu proprio I primitivi cemeteri, richiamava il senso del dovere avvertito dai Pontefici nella tutela del patrimonio sacro: innanzitutto le catacombe, ma anche “le basiliche fiorite entro le mura della Città di Roma con i loro grandiosi mosaici, le serie innumerevoli delle iscrizioni, le pitture, le sculture, la suppellettile cemeteriale e liturgica”. In quel documento venivano inoltre menzionati Giovanni Battista de Rossi e Antonio Bosio, considerati “gli iniziatori dell’archeologia cristiana”.

Indirizzare i giovani agli studi

Per l’occasione, Pio XI aveva anche deliberato di affiancare alla Pontificia Commissione di Archeologia Sacra e alla Pontificia Accademia Romana di Archeologia il nuovo Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, con l’obiettivo di “indirizzare giovani volenterosi, di ogni paese e nazione, agli studi e alle ricerche scientifiche sopra i monumenti delle antichità cristiane”.

A un secolo di distanza, tale missione è più che mai viva, grazie anche ai congressi internazionali di archeologia cristiana, attraverso i quali l’Istituto promuove gli studi in una disciplina che è caratterizzante non solo per le scienze storiche, ma anche per la fede e per l’identità cristiana.

Il Papa riceve un dono
Il Papa riceve un dono   (@VATICAN MEDIA)

L'archeologia cristiana e la sua dignità

Per celebrare la ricorrenza, il Papa pubblica oggi una Lettera apostolica sull’importanza dell’archeologia. Proseguendo nel suo discorso, sottolinea come l’insegnamento del ramo cristiano dell’archeologia, inteso come studio dei monumenti dei primi secoli del Cristianesimo, possieda un proprio “statuto epistemologico”, definito da specifiche “coordinate cronologiche, storiche e tematiche”. Ciononostante, osserva il Pontefice, in altri contesti esso viene inglobato nell’archeologia medievale.

Al riguardo, suggerisco di farvi sostenitori della specificità della vostra disciplina, in cui l’aggettivo “cristiana” non vuole essere espressione di una prospettiva confessionale, bensì qualifica la disciplina stessa con una propria dignità scientifica e professionale.


"Strumento per l'ecumenismo"

L’archeologia cristiana, afferma il Papa, richiama un periodo in cui la Chiesa era unita, rendendo il suo studio “un valido strumento per l’ecumenismo”. In essa, infatti, le diverse confessioni possono riconoscere radici condivise, alimentando così “l’aspirazione alla piena comunione”. Un aspetto che Leone XIV dice di aver constatato personalmente durante il suo recente viaggio apostolico a İznik, l’antica Nicea, dove ha commemorato il primo Concilio ecumenico insieme con rappresentanti di altre Chiese e Comunità ecclesiali.

La presenza dei resti degli antichi edifici cristiani è stata per tutti noi emozionante e motivante.

Proprio a questo tema il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana ha dedicato una giornata di studio, in collaborazione con il Dicastero per l’Evangelizzazione, iniziativa accolta con favore dal Papa.


La "diplomazia della cultura"

È lo studio, infatti, il principale veicolo di quella “diplomazia della cultura” tanto necessaria oggi.

Attraverso la cultura l’animo umano oltrepassa i confini delle nazioni e supera gli steccati dei pregiudizi per mettersi al servizio del bene comune. Anche voi potete contribuire a costruire ponti, a favorire incontri, ad alimentare la concordia.

Protesi tra pace e speranza

Come ricordato nella Lettera apostolica, l’Istituto si pone idealmente proteso tra la pace, tema del Giubileo del 1925, e la speranza, cardine dell’Anno Santo in corso. 

E in effetti voi siete portatori di pace e di speranza dovunque operate con i vostri scavi e le vostre ricerche, così che, riconoscendo il vostro vessillo bianco e rosso con l’immagine del Buon Pastore, vi possano spalancare le porte non solo in quanto portatori di sapere e di scienza, ma anche come annunciatori di pace.

Il Papa con docenti e studenti del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana
Il Papa con docenti e studenti del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana   (@Vatican Media)

Il Cristianesimo alle radici dell'Europa

Il Papa conclude richiamando il discorso di san Giovanni Paolo II Sulle comuni radici cristiane delle Nazioni Europee, in cui affermava che l’Europa “ha bisogno di Cristo e del Vangelo, perché qui stanno le radici di tutti i suoi popoli”.

Tra le radici della società e delle Nazioni europee vi è certamente il Cristianesimo con le sue fonti letterarie e monumentali; e il lavoro degli archeologi è una risposta all’appello che ho appena rievocato.


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11 dicembre 2025, 11:45