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Zoom - GULLIVER + ROBERTO OTTAVIANO – The Billia Session

ZOOM - di Luigi Picardi

In collegamento da Ivrea con Massimo Barbiero, batterista e compositore, per presentare THE BILLIA SESSION, pubblicato da DODICILUNE, nuovo album del Trio Gulliver composto dal chitarrista Maurizio Brunod, dal contrabbassista Danilo Gallo e dal batterista Massimo Barbiero, affiancati dal sassofonista Roberto Ottaviano. Registrato dal vivo presso il Grand Hotel Billia di Saint Vincent (Valle d’Aosta) in occasione del 44° Open Papyrus Jazz Festival, “The Billia Session” contiene musiche originali e musiche provenienti dalle tradizioni del mondo antico e moderno (Grecia, Finlandia, Spagna, Palestina, Turchia, Venezuela, Polonia, Cile, Etiopia) nelle originali riletture del quartetto attraverso il proprio consolidato spirito di ricerca espressiva, fra tradizione, avanguardia, musica popolare e rock. “Il terreno comune sul quale si muovono il trio Gulliver e Roberto Ottaviano si ritrova in quel “repertorio non jazzistico” che sta al di fuori delle composizioni originali. I riferimenti: il primi dischi Extrema Ratio (2016) e Gulliver (2022) in cui la ricchezza globale del folclore popolare veniva spezzettata e riesposta alla sensibilità personale degli artisti. In “The Billia Session”, che racchiude sessioni live e di studio al Grand Hotel Billia di Saint Vincent, la matrice è la stessa nel suo rimbalzare dalla Grecia alla Finlandia, dalla Spagna alla Turchia, dal Venezuela alla Polonia e dal Cile all’Etiopia. Con la stessa capacità di rielaborazione del materiale, di sintesi espressiva, di cautela interpretativa e di rappresentazione di un mondo dove il sax di Roberto Ottaviano entra con dolcezza dialogante e fermezza comunicativa. Dall’altro, la somma di un sentire condiviso: negli anni passati lo stesso Ottaviano aveva affrontato canzoni ed arie di Oriente e Occidente, Nord e Sud ma anche il prog-rock inglese (i Gentle Giant), così come Danilo Gallo aveva fatto con Beatles e Rolling Stones, Pink Floyd e Björk. Dunque, nuove prospettive musicali che travalicano secoli, culture e tradizioni nel tracciare l’imminente necessità di suoni che i quattro reimmaginano snodando le strutture, torcendo a volte le melodie, facendo vibrare sensazioni collettive e creando solide aspettative tra i break solistici e le riprese d’insieme. L’immancabile presa di coscienza sociale (i quattro luoghi immaginati da Jonathan Swift ne “I Viaggi di Gulliver” si trasformano in altrettante canzoni dedicate alla Palestina) è figlia di quella libertà improvvisativa radicale, complice la militanza negli Enten Eller, sulla quale Massimo Barbiero e Maurizio Brunod costruiscono un pellegrinaggio “senza inizio e senza fine”. Con un’assoluta fedeltà non tanto all’ibridismo musicale quanto a quella “Roba mista”, come Steve Lacy definiva il jazz, i quattro si incontrano in un luogo dove, annullando tempo e spazio, si raccoglie e si diffonde vita. E’ musica che evade le strettoie intellettuali, che sollecita e ammutolisce e che danza nel ritmo. In una multiformità di idee e complicità, di cadenze ora gioiose ora dolenti, di confessionali emotivi, di solismi di raffinata fattura e canti che risorgono da un’antichità moderna.” (Davide Ielmini)

24 ottobre 2025