Ep. 2 – Welfare in crisi: meno figli, meno futuro
«Vorrei sottolineare l'importanza di garantire a tutte le famiglie il sostegno indispensabile di un lavoro dignitoso». Con queste parole, pronunciate al Quirinale, il 14 ottobre 2025, Papa Leone XIV richiama la necessità di condizioni lavorative eque con attenzione alle esigenze della maternità e della paternità. E Papa Francesco, nella Spes non confundit, la bolla che ha indetto il Giubileo 2025, avvertiva che «timori e mancanza di tutele minano il desiderio di trasmettere la vita». Da qui parte il secondo episodio di Baby Crash, dedicato al welfare in un Paese che invecchia rapidamente: nel 2050 in Italia ci saranno oltre 300 anziani ogni 100 giovani; tra sei anni la popolazione sarà un milione in meno rispetto a oggi; dal 2032, avverte il podcast, il sistema pensionistico rischia di non riuscire a coprire tutte le prestazioni.
Matteo Rizzolli, padre ed economista, spiega che «il punto non è se verranno pagate le pensioni, ma se saranno delle pensioni che socialmente saranno sostenibili», denunciando una crescente «questione di giustizia intergenerazionale a cui è difficile rispondere». Mentre pensioni e sanità assorbono «più o meno il 50% della spesa pubblica», e sono voci di spesa di cui beneficia la fascia anziana, le spese per istruzione, politiche familiari e lavoro insieme non superano il 10-12%.
Per Gigi De Palo, papà e presidente della Fondazione per la natalità, il nodo cruciale è fiscale: «La domanda: "Cinquantamila euro sono tanti o pochi?" implica un'ulteriore domanda: dipende quanti figli ha...». In Italia, ricorda, «paghiamo le tasse in base al reddito senza considerare la composizione familiare» d è una visione culturale da cambiare. Le “fondamenta” di una ripresa demografica, insiste, sono «lavoro per i giovani con un stipendio che non può essere tanto quanto il mutuo», «accesso alla prima casa» e «una tassazione equa, come chiede la Costituzione». Molte grandi aziende l'hanno capito, ma manca una regia nazionale sul welfare: «Lo Stato fa una cosa, la Regione ne fa un'altra… non c'è una regia, un'agenzia che faccia da coordinamento».
Daria Gianini, mamma e avvocata, denuncia che troppo spesso ancora si ascoltano «narrazioni di ragazze, donne che riferiscono che durante i colloqui di lavoro gli viene chiesto se hanno figli e quanti ne hanno», e che alcune aziende considerano “vantaggioso” assumere donne che non possono più averne. Sono affermazioni drammatiche ed è un problema «culturale», perché «il figlio viene considerato solo della coppia e non un bene della società, una risorsa per tutti». E propone un intervento immediato: riformare la tassazione «come funziona in tanti altri Paesi», per dare sicurezza economica a chi ha o desidera più figli.
Adriano Bordignon, padre e presidente del Forum delle associazioni familiari, descrive invece come il welfare familiare stia cambiando in modo notevole, tra aumento del lavoro femminile, e nuove esigenze organizzative per la famiglie, con maggiori compiti di condivisione richiesti alla parte maschile. Ma anche al sistema Paese vengono chiesti mutamenti. «Si pensi al mondo della scuola che a giugno per tre mesi chiude le saracinesche», creando difficoltà a famiglie in cui lavorano entrambi i genitori. Le richieste più urgenti delle giovani coppie oggi, afferma, sono tre: «Casa, lavoro, relazioni». Oggi, infatti, il costo dell’abitare, le “spese obbligate” - affitto, mutuo, spese sanitarie - e la crescente solitudine sociale minano la scelta di diventare genitori.
L’episodio si chiude ricordando che la sfida demografica resta, per il Paese, «una questione di speranza».