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La terra usurata: dilaga il consumo di suolo in Italia e nel mondo - prima parte

Cura e conduzione: Paola Simonetti 

Ospite: Vincenzo Giovine, vice presidente nazionale del Consiglio Nazionale dei Geologi 

Più del 75% del suolo sul pianeta è estremamente degradato, con conseguenze per il benessere di quasi 3 milioni e mezzo di  persone. A dirlo è la prima valutazione estesa e basata su evidenze scientifiche condotta a livello globale. Lo ha segnalato un rapporto dello scorso anno prodotto dalla piattaforma di politica scientifica intergovernativa sulla biodiversità e sui servizi ecosistemici, un organismo intergovernativo indipendente, che ha denunciato come questi territori, sempre più vasti, sia siano trasformati in deserti, siano stati inquinati, disboscati o convertiti per far spazio a produzione agricola massiccia, diventando anche la causa principale dell’estinzione di molte specie. Di questo passo, segnala il  rapporto,  il 95% del suolo potrebbe essere degradato entro il 2050, e costringere centinaia di milioni di persone a migrare mentre la produzione di cibo cola a picco. “La degradazione del suolo, la perdita di biodiversità e i cambiamenti climatici sono tre facce diverse di un’unica sfida cruciale: l’impatto crescente delle nostre scelte sulla salute del nostro ambiente naturale”, ha dichiarato Sir Robert Watson, presidente della piattaforma. Ma a non essere in buona salute è anche l'Italia: la sua superficie naturale, nel solo 2017 è stata coperta da 2 metri quadrati di cemento al secondo. Cementificazione che ha prodotto nei decenni alcuni dei più devastanti disastri che si ricordino: esondazioni e spaventose frane solo per citarne alcune. Occorre rapidamente, dicono i geologi, un cambiamento di rotta, non solo politico ma anche culturale.

24 aprile 2019