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Spreco alimentare: la malacultura della gestione del cibo tra casa, scuola e azienda - seconda parte

Cura e conduzione: Paola Simonetti 

Ospite: Luca Falasconi, socio fondatore di Last Minute Market e ricercatore presso il dipartimento di Agraria dell'Università di bologna 

Legumi, frutta fresca, pasta fresca, ma soprattutto pane e verdure sono gli alimenti più sprecati in Italia, quelli che finiscono spesso nella pattumiera senza aver toccato il piatto. Lo spreco alimentare nel Belpaese è pari a circa 15 miliardi di euro, vale lo 0,88% del Pil nazionale. I dati sono stati diffusi di recente in occasione della 6^ Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare a Roma dal progetto 60 Sei ZERO dell’Università di Bologna con la collaborazione di Last Minute Market.  Dunque fra le mura domestiche si consuma lo spreco maggiore di cibo, ma nonostante le cose siano migliorate, gli italiani stentano a rendersene conto: 4 su 5 sono convinti che si sprechi soprattutto nel commercio e nel pubblico, dalle scuole agli ospedali, dagli uffici alle caserme. Il che è anche vero. Negli ospedali l'Italia produce 1,5 miliardi di pasti per un fatturato di 5,5 miliardi l'anno. Secondo banco alimentare e Caritas attualmente sono generate ogni anno 210.000 tonnellate di eccedenze di cui viene recuperato solo il 12% circa. Nelle mense scolastiche, e secondo i dati dell’audizione Oricon del ministero competente, viene gettata via una quantità significativa di cibo perfettamente commestibile: il 12,6% dei pasti non viene consumato, il picco maggiore si raggiunge con i contorni quindi con la verdura. Nella ristorazione aziendale la percentuale di spreco è minore solo il 2-3%. Ma cosa genera gli sprechi e come si può evitarlo? 

03 aprile 2019