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Matrimoni precoci forzati: il Pakistan tenta la svolta - prima parte

Cura e conduzione: Paola Simonetti 
 

Ospite: Giorgia Butera, presidente associazione Mete 

Ci sono paesi del mondo, e sono tanti, in cui la stagione dei giochi a molte bambine è negata. Il loro destino a 13, 14, 16, ma anche 8, 10 anni in diversi casi, è quello di sposarsi con uomini più grandi di loro anche di 20 - 30 anni. I dati cui raccontano che nei paesi in via di sviluppo una giovane su tre si sposa prima di compiere la maggior età. Una su nove prima dei 15 anni. Ad oggi secondo le stime dell'Unicef sono 13 milioni le spose bambine, in tutto il mondo circa 650 milioni di donne in vita oggi si sono sposate minorenni.Sono bambine che non sono pronte fisicamente, ma neppure psicologicamente a vivere una unione di questo tipo, tantomeno ad avere una gravidanza. Molte di queste giovanissime subiscono abusi e violenze di ogni tipo praticamente con cadenza quotidiana, perchè lasciate completamente alla mercè di colui che ne diviene il padrone delle loro esistenze. Di fatto sono sfruttate senza il rispetto di alcun diritto fondamentale, sono nella realtà schiave. Moltissime di loro restano menomate a vita. Superfluo forse dire che per queste piccole, non c'è nessuna possibilità di lasciare l’uomo a cui sono state destinate. Non a caso si registrano spesso fughe, ma il rischio di essere uccise è altissimo. I tassi più elevati di matrimoni precoci forzati si riscontrano in Niger, Ciad, Bangladesh, dove il 60% delle donne si sposa prima dei 18 anni, ma ci sono anche Yemen, Guinea, Mozambico, Repubblica Centro Africana, Mali, Siria, solo per citarne alcuni, e anche il Pakistan. Noi ci soffermiamo proprio sul Pakistan, dove il 29 aprile scorso, ci racconta un articolo d Avvenire del 4 maggio a firma di Stefano Vecchia, "il Senato ha approvato una legge che di fatto emenda quella che ha finora regolato le questione matrimoniale e prevedeva un’età minima di 16 anni per l’unione legale. Il limite è ora esteso a 18 anni, in sintonia con anche con le legislazioni di diversi altri Paesi musulmani, tra cui Turchia, Egitto e Bangladesh".Le pene previste per i trasgressori sono molto severe, ma la forte opposizione islamista al provvedimento rischia di rendere la misura almeno in parte inefficace e il suo passaggio all’Assemblea nazionale per la definitiva approvazione quanto meno arduo. In qualche modo il fenomeno tocca anche l'Italia e vediamo come, con quali risvolti. 

10 maggio 2019