Afghanistan: un conflitto infinito. Le prove di dialogo tra Stati Uniti e talebani - seconda parte
Cura e conduzione: Paola Simonetti
Ospite: Francesca Manenti - Analista dell'area asiatica per il Centro Studi Internazionali
L'Afghanistan un paese complesso, che non conosce stabilità e purtroppo continua a essere teatro di spaventosa violenza: due giorni, un attentato dinamitardo ha centranto un bus nella provincia di Farah. Tra le vittime, almeno 34, donne e bambini. Secondo le autorità l'ordigno è stato piazzato dai talebani, ma per ora nessuna rivendicazione è giunta sull’accaduto. L’organizzazione umanitaria Save the Children ha sottolineato, nello sconcerto, che "La perdita di vite umane è diventata purtroppo una costante nel paese, solo nel mese scorso – fa sapere- centinaia di bambini sono stati uccisi o sono rimasti feriti a causa delle armi esplosive". Nel paese, da 18 anni, da quando vi furono gli attentati alle Torri Gemelle di New York, è in corso un conflitto che di fatto non è mai finito. E’ notizia proprio di oggi che l’amministrazione statunitense di Trump si sta preparando a ritirare migliaia di truppe dall'Afghanistan in cambio di concessioni da parte dei talebani, tra le quali il cessate il fuoco e la rinuncia ai rapporti con al Qaeda, come parte di un iniziale accordo per mettere fine alla guerra dopo quasi 18 anni. L’intervento degli Stati Uniti che a suo tempo voleva portare equilibrio, democrazia debellando il terrorismo di Al Qaeda e la dittatura dei talebani, di fatto non ha risolto le complesse problematiche del paese. Governi deboli, scontri etnici e tribali compromettono la possibilità di una vera stabilità politica.