Le voci dell'arte 18.10.2025
LE VOCI DELL’ARTE – “Migrazioni, Editoria e Amarcord”
Ogni voce è un viaggio. C’è chi attraversa mari e chi attraversa pagine, chi si muove nel silenzio di un’immagine e chi si ritrova in una musica lontana.
«Le voci più vere sono quelle che non gridano, ma si lasciano ascoltare.»
– Goffredo Parise
Oggi partiamo da Roma, dal Museo di Trastevere, dove la mostra Migrazioni racconta il mondo attraverso gli occhi di cinque giovani fotografi: Fabiola Ferrero, Giovanni De Angelis, Alfredo Zúñiga, Karolainne Rosero e Andrés Pérs.
Le loro opere, finaliste del Premio IIla – Immagini Italiane Latino Americane, compongono un mosaico di storie e di sguardi: volti, gesti e paesaggi che parlano di spostamenti, di nostalgia, di radici che si muovono e si trasformano.
Ce ne parla Roberta Forlini, referente del Premio IIla, che ci guida dentro questa coralità visiva dove ogni scatto diventa una voce, un frammento di umanità condivisa.
Chiude idealmente il percorso la fotografa Karolainne Rosero, menzione d’onore per la serie Abaja Mestizia: un racconto che intreccia le sue origini latinoamericane e la memoria familiare.
Di lei abbiamo scelto un’immagine intensa e simbolica — le api migranti, cariche di polline, memoria e futuro — che accompagna e rappresenta questa puntata.
Dalla fotografia al libro: vent’anni di cammino per il Gruppo editoriale Mauri Spagnol, che celebra la propria storia con Stefano Mauri, editore e presidente del gruppo, nato dall’intesa tra le famiglie Mauri e Spagnol.
Figura di spicco nel panorama editoriale italiano, Mauri guida una realtà che unisce oltre venti case editrici – da Garzanti a Guanda, da Longanesi a Chiarelettere – mantenendo vivo il valore della parola scritta come strumento di libertà e conoscenza.
E poi, come sempre, Come in un film, dove la musica si fa voce: questa volta è la malinconia dolce di Amarcord, il valzer di Nino Rota che accompagna i sogni di Federico Fellini, e forse anche i nostri.
«Le parole servono solo se sanno restare in silenzio, dopo aver detto l’essenziale.»
– Goffredo Parise