Ep. 20 - “In croce per noi e con noi”
Solo Gesù morto e risorto risponde alle domande più profonde del nostro cuore: c’è davvero un punto di arrivo per noi? Ha senso la nostra esistenza? E la sofferenza di tanti innocenti, come potrà essere riscattata? Gesù Risorto non fa calare una risposta “dall’alto”, ma si fa nostro compagno in questo viaggio spesso faticoso, doloroso, misterioso. Solo Lui può riempire la nostra borraccia vuota, quando la sete si fa insopportabile. Ed Egli è anche il punto di arrivo del nostro andare. Senza il suo amore, il viaggio della vita diventerebbe un errare senza meta, un tragico errore con una destinazione mancata. Siamo creature fragili. L’errore fa parte della nostra umanità, è la ferita del peccato che ci fa cadere, rinunciare, disperare. Risorgere significa invece rialzarsi e mettersi in piedi. Il Risorto garantisce l’approdo, ci conduce a casa, dove siamo attesi, amati, salvati. Fare il viaggio con Lui accanto significa sperimentare di essere sorretti nonostante tutto, dissetati e rinfrancati nelle prove e nelle fatiche che, come pietre pesanti, minacciano di bloccare o deviare la nostra storia. Papa Leone XIV, Udienza generale, mercoledì 15 ottobre 2025
All’udienza generale del 15 ottobre, Leone XIV ci ha ricordato un elemento essenziale della fede cristiana: la risposta alla nostra domanda di senso, ai nostri drammi, alle nostre paure, non è una teoria né un’idea calata dall’alto. È, invece, una compagnia: Dio in Gesù Cristo si fa nostro compagno di viaggio e condivide il nostro dolore, le nostre paure… Ci accompagna, ci sorregge e ci rialza quando cadiamo…
La croce di Cristo rivela la giustizia di Dio. E la giustizia di Dio è il perdono: Egli vede il male e lo redime, prendendolo su di sé. Quando siamo crocifissi dal dolore e dalla violenza, dall’odio e dalla guerra, Cristo è già lì, in croce per noi e con noi. Non c’è pianto che Dio non consoli; non c’è lacrima che sia lontana dal suo cuore. Il Signore ci ascolta, ci abbraccia come siamo, per trasformarci come Lui è. Chi invece rifiuta la misericordia di Dio, resta incapace di misericordia verso il prossimo. Chi non accoglie la pace come un dono, non saprà donare la pace. Carissimi, ora comprendiamo che le domande di Gesù sono un vigoroso invito alla speranza e all’azione: quando il Figlio dell’uomo verrà, troverà la fede nella provvidenza di Dio? È questa fede, infatti, che sostiene il nostro impegno per la giustizia, proprio perché crediamo che Dio salva il mondo per amore, liberandoci dal fatalismo. Chiediamoci dunque: quando sentiamo l’appello di chi è in difficoltà, siamo testimoni dell’amore del Padre, come Cristo lo è stato verso tutti? Papa Leone XIV, omelia per la Messa di Canonizzazione dei Beati: Ignazio Choukrallah Maloyan, Peter To Rot, Vincenza Maria Poloni, Maria del Monte Carmelo Rendiles Martínez, Maria Troncatti, José Gregorio Hernández Cisneros, Bartolo Longo, domenica 19 ottobre 2025
Nell’omelia della Messa per le canonizzazioni di domenica 19 ottobre, Papa Leone ci ricorda che la giustizia di Dio è il perdono. Chi è stato abbracciato e perdonato, per grazia, può perdonare. Chi sperimenta su di sé la misericordia infinita di Dio, per grazia, può essere misericordioso verso gli altri. La dinamica che vediamo espressa in ogni pagina del Vangelo è l’opposto di qualsiasi sforzo volontaristico che ci veda protagonisti: perché il Protagonista è Lui, è Dio che ci viene incontro, ci abbraccia e ci perdona sempre. Solo in forza di questo, accompagnati e sorretti, possiamo anche noi, cercare di fare altrettanto con chi incontriamo ogni giorno.
Andrea Tornielli