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2025.05.27 copertina podcast Leone dixit

Ep. 25 - In ascolto del grido dei poveri e della terra

Papa Francesco, con l’Enciclica Laudato si’, ci ha indicato l’estrema necessità di uno sguardo contemplativo: se non è custode del giardino, l’essere umano ne diventa devastatore. La speranza cristiana, dunque, risponde alle sfide cui oggi l’intera umanità è esposta sostando nel giardino in cui il Crocifisso è stato deposto come un seme, per risorgere e portare molto frutto. Il Paradiso non è perduto, ma ritrovato. La morte e la risurrezione di Gesù, così, sono fondamento di una spiritualità dell’ecologia integrale, fuori dalla quale le parole della fede restano senza presa sulla realtà e le parole delle scienze rimangono fuori dal cuore. «La cultura ecologica non si può ridurre a una serie di risposte urgenti e parziali ai problemi che si presentano riguardo al degrado ambientale, all’esaurimento delle riserve naturali e all’inquinamento. Dovrebbe essere uno sguardo diverso, un pensiero, una politica, un programma educativo, uno stile di vita e una spiritualità che diano forma ad una resistenza» (Laudato si’, 111). Per questo, parliamo di una conversione ecologica, che i cristiani non possono separare da quell’inversione di rotta che seguire Gesù richiede loro. Udienza generale di Papa Leone XIV, 19 novembre 2025, Piazza San Pietro

Mercoledì 19 novembre 2025, proprio nei giorni in cui a Belém, in Brasile, si svolgevano i lavori della COP30 sul clima, Papa Leone ci ha ricordato che la “conversione ecologica” di cui ha molto parlato il suo predecessore Francesco, per i cristiani non è un optional. Deriva invece direttamente dalla morte e resurrezione di Gesù, che “fa nuove tutte le cose” ed è uno sguardo nuovo, un pensiero nuovo, uno stile di vita nuovo, una politica nuova per resistere alla devastazione di ciò che ci è stato donato perché lo coltivassimo e lo tramandassimo alle future generazioni.

Così, i figli e le figlie della Chiesa possono oggi incontrare milioni di giovani e di altri uomini e donne di buona volontà che hanno ascoltato il grido dei poveri e della terra lasciandosene toccare il cuore. Sono molte anche le persone che desiderano, attraverso un più diretto rapporto col creato, una nuova armonia che le porti oltre tante lacerazioni. D’altra parte, ancora «i cieli narrano la gloria di Dio, l’opera delle sue mani annuncia il firmamento. Il giorno al giorno ne affida il racconto e la notte alla notte ne trasmette notizia. Senza linguaggio, senza parole, senza che si oda la loro voce, per tutta la terra si diffonde il loro annuncio e ai confini del mondo il loro messaggio» (Sal 18,1-4). Lo Spirito ci dia la capacità di ascoltare la voce di chi non ha voce. Vedremo, allora, ciò che ancora gli occhi non vedono: quel giardino, o Paradiso, cui andiamo incontro soltanto accogliendo e portando a compimento ciascuno il proprio compito. Udienza generale di Papa Leone XIV, 19 novembre 2025, Piazza San Pietro

Nella stessa udienza di mercoledì 19 novembre, il Papa ci ricorda che tutto è connesso. Ci ricorda che, grazie a Dio, esistono tanti giovani, tanti uomini e tante donne che non sono rimasti indifferenti al grido dei poveri e della terra. Che hanno deciso di ascoltarlo e di impegnarsi per dare voce a chi non ce l’ha. Che hanno imparato a guardare al mondo e alle ferite della nostra terra con lo sguardo degli ultimi, degli scartati. Vivendo così, solo vivendo così, andiamo davvero incontro al Paradiso.

Andrea Tornielli

25 novembre 2025