Ep. 24 - La povertà che ci interpella
A fronte della nostra piccolezza e povertà, Dio ci guarda come nessun altro e ci ama di amore eterno. E la sua Chiesa, ancora oggi, forse soprattutto in questo nostro tempo ancora ferito da vecchie e nuove povertà, vuole essere «madre dei poveri, luogo di accoglienza e di giustizia». Quante povertà opprimono il nostro mondo! Sono anzitutto povertà materiali, ma vi sono anche tante situazioni morali e spirituali, che spesso riguardano soprattutto i più giovani. E il dramma che in modo trasversale le attraversa tutte è la solitudine. Essa ci sfida a guardare alla povertà in modo integrale, perché certamente occorre a volte rispondere ai bisogni urgenti, ma più in generale è una cultura dell’attenzione quella che dobbiamo sviluppare, proprio per rompere il muro della solitudine. Perciò vogliamo essere attenti all’altro, a ciascuno, lì dove siamo, lì dove viviamo, trasmettendo questo atteggiamento già in famiglia, per viverlo concretamente nei luoghi di lavoro e di studio, nelle diverse comunità, nel mondo digitale, dovunque, spingendoci fino ai margini e diventando testimoni della tenerezza di Dio. Papa Leone XIV, omelia Santa Messa in occasione del Giubileo dei Poveri, 16 novembre 2025.
Nell’omelia della messa per il Giubileo dei poveri celebrata in San Pietro, Papa Leone invita tutti, ma proprio tutti, a diventare testimoni della tenerezza di Dio, per esprimere vicinanza ai poveri, sia a coloro che mancano del necessario per vivere, sia a coloro che vivono altre povertà come quella della solitudine. E invita a farlo in ogni luogo, anche nel mondo digitale, “spingendoci - dice - fino ai margini”.
Oggi, soprattutto gli scenari di guerra, presenti purtroppo in diverse regioni nel mondo, sembrano confermarci in uno stato di impotenza. Ma la globalizzazione dell’impotenza nasce da una menzogna, dal credere che questa storia è sempre andata così e non potrà cambiare. Il Vangelo, invece, ci dice che proprio negli sconvolgimenti della storia il Signore viene a salvarci. E noi, comunità cristiana, dobbiamo essere oggi, in mezzo ai poveri, segno vivo di questa salvezza. La povertà interpella i cristiani, ma interpella anche tutti coloro che nella società hanno ruoli di responsabilità. Esorto perciò i Capi degli Stati e i Responsabili delle Nazioni ad ascoltare il grido dei più poveri. Non ci potrà essere pace senza giustizia e i poveri ce lo ricordano in tanti modi, con il loro migrare come pure con il loro grido tante volte soffocato dal mito del benessere e del progresso che non tiene conto di tutti, e anzi dimentica molte creature lasciandole al loro destino. (…). Non dobbiamo vivere una vita ripiegata su noi stessi e in un intimismo religioso che si traduce nel disimpegno nei confronti degli altri e della storia. Al contrario, cercare il Regno Dio implica il desiderio di trasformare la convivenza umana in uno spazio di fraternità e di dignità per tutti, nessuno escluso. Papa Leone XIV, omelia Santa Messa in occasione del Giubileo dei Poveri, 16 novembre 2025.
Nella stessa omelia del 16 novembre 2025 Leone XIV si è rivolto ai potenti della Terra, per chiedere loro di ascoltare il grido dei poveri. E ha invitato i cristiani a non rifugiarsi nell’intimismo religioso che porta a non impegnarsi concretamente per gli altri, per il cambiamento della società, per la trasformazione dei sistemi che generano povertà e ingiustizia. Perché non si desidera davvero Dio se non lo si ama nei poveri e non ci si impegna per rendere più giusto il mondo in cui abitiamo.
Andrea Tornielli