Ep. 26 - Il viaggio in Turchia e Libano
Da pochi giorni sono rientrato dal mio primo viaggio apostolico, in Türkiye e in Libano. Con l’amato fratello Bartolomeo, Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, e i Rappresentanti di altre confessioni cristiane, ci siamo incontrati per pregare insieme a İznik, l’antica Nicea, dove 1700 anni fa si tenne il primo Concilio ecumenico. Proprio oggi ricorre il 60° anniversario della Dichiarazione comune tra Paolo VI e il Patriarca Atenagora, che poneva fine alle reciproche scomuniche. Rendiamo grazie a Dio e rinnoviamo l’impegno nel cammino verso la piena unità visibile di tutti i cristiani. Papa Leone XIV, Angelus, 7 dicembre 2025
All’Angelus di domenica 7 dicembre, Papa Leone ha ricordato il viaggio in Turchia e Libano dei giorni precedenti e in particolare la preghiera ecumenica sulla riva del lago di Iznik, l’antica Nicea. Qui, il 28 novembre, insieme ai rappresentanti di altre Chiese, ma non ancora in presenza di tutte le confessioni cristiane, il Successore di Pietro aveva detto:
Siamo tutti invitati a superare lo scandalo delle divisioni che purtroppo ancora esistono e ad alimentare il desiderio dell’unità per la quale il Signore Gesù ha pregato e ha dato la sua vita. Quanto più siamo riconciliati, tanto più noi cristiani possiamo rendere una testimonianza credibile al Vangelo di Gesù Cristo, che è annuncio di speranza per tutti, messaggio di pace e di fraternità universale che travalica i confini delle nostre comunità e nazioni. La riconciliazione è oggi un appello che proviene dall’intera umanità afflitta da conflitti e violenze. Il desiderio di piena comunione tra tutti i credenti in Gesù Cristo è sempre accompagnato dalla ricerca di fraternità tra tutti gli esseri umani. Papa Leone XIV, Discorso per l'Incontro ecumenico di preghiera nei pressi degli scavi archeologici dell'Antica Basilica di San Neofito, İznik (Turchia), 28 novembre 2025
Alla piccola ma vivace comunità cristiana turca, nella cattedrale dello Spirito Santo di Istanbul, il 28 novembre ha spiegato la logica di Dio, così diversa da quella del mondo. Una logica che si manifesta nella piccolezza:
Il Regno di Dio non si impone attirando l’attenzione, ma si sviluppa come il più piccolo di tutti i semi piantanti nel terreno. Questa logica della piccolezza è la vera forza della Chiesa. Essa, infatti, non risiede nelle sue risorse e nelle sue strutture, né i frutti della sua missione derivano dal consenso numerico, dalla potenza economica o dalla rilevanza sociale. La Chiesa, al contrario, vive della luce dell’Agnello e, radunata attorno a Lui, è sospinta per le strade del mondo dalla potenza dello Spirito Santo. Papa Leone XIV, Discorso per l'Incontro di preghiera con i vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i consacrati, le consacrate e gli operatori pastorali, Cattedrale dello Spirito Santo, Istanbul (Turchia), 28 novembre 2025
All’Angelus di domenica 7 dicembre 2025, Leone XIV ha quindi parlato della seconda tappa del suo viaggio, quella nel martoriato Libano, e ha parlato della pace possibile ma anche dell’abbraccio dei tanti libanesi che hanno atteso per ore sotto la pioggia il suo passaggio:
Il Libano continua a essere un mosaico di convivenza e mi ha confortato ascoltare tante testimonianze in questo senso. Ho incontrato persone che annunciano il Vangelo accogliendo gli sfollati, visitando i carcerati, condividendo il pane con chi si trova nel bisogno. Sono stato confortato dal vedere tanta gente per strada a salutarmi e mi ha commosso l’incontro con i parenti delle vittime dell’esplosione nel porto di Beirut. I libanesi attendevano una parola e una presenza di consolazione, ma sono stati loro a confortare me con la loro fede e il loro entusiasmo! Ringrazio tutti coloro che mi hanno accompagnato con la preghiera. Cari fratelli e sorelle, quanto è avvenuto nei giorni scorsi in Türkiye e Libano ci insegna che la pace è possibile e che i cristiani in dialogo con gli uomini e le donne di altre fedi e culture possono contribuire a costruirla. Non lo dimentichiamo: la pace è possibile! Papa Leone XIV, Angelus, 7 dicembre 2025
Lunedì primo dicembre 2025, durante l’incontro ecumenico e interreligioso in piazza dei Martiri, il Papa, affiancato da altri leader cristiani e musulmani, ha riconosciuto la peculiarità del Libano, esperimento unico in tutta quella regione, da salvaguardare:
Talvolta l’umanità guarda al Medio Oriente con un senso di timore e scoraggiamento, di fronte a conflitti così complessi e di lunga data. Eppure, in mezzo a queste lotte, si può trovare speranza e incoraggiamento quando ci concentriamo su ciò che ci unisce: la nostra comune umanità e la nostra fede in un Dio di amore e misericordia. Lungo un’epoca in cui la convivenza può sembrare un sogno lontano, il popolo del Libano, pur abbracciando religioni diverse, rappresenta un potente esempio: paura, sfiducia e pregiudizio non hanno qui l’ultima parola, mentre l’unità, la riconciliazione e la pace sono sempre possibili. Ecco, dunque, la missione che rimane immutata nella storia di questa amata terra: testimoniare la verità duratura che cristiani, musulmani, drusi e innumerevoli altri possono vivere insieme, costruendo un paese unito dal rispetto e dal dialogo. Papa Leone XIV, discorso per l'Incontro ecumenico e interreligioso, Piazza dei Martiri, Beirut (Libano), 1° dicembre 2025
A questo Libano, e alla sua speranza testimoniata nei giovani che non si arrendono alla guerra e all’odio, Papa Leone ha indicato la via per costruire il futuro. Quando ha preso la parola, la sera del primo dicembre, davanti a migliaia di ragazzi radunati nella sede del Patriarcato di Antiochia dei Maroniti, alla fine di una giornata intensa di incontri, il Vescovo di Roma ha detto loro:
Voi avete speranza! Voi avete il tempo! Avete più tempo per sognare, organizzare e compiere il bene. Voi siete il presente e tra le vostre mani già si sta costruendo il futuro! E avete l’entusiasmo per cambiare il corso della storia! La vera resistenza al male non è il male, ma l’amore, capace di guarire le proprie ferite, mentre si curano quelle degli altri. Papa Leone XIV, Discorso per l'Incontro con i giovani, Piazzale antistante il Patriarcato di Antiochia dei Maroniti, Bkerké (Libano), 1° dicembre 2025
È l’annuncio che si ripete da duemila anni. Un annuncio sconvolgente, quello di un Dio che si fa Uomo nella povertà e nell’umiltà, che sceglie la piccolezza, che invita ad amare i nemici, che insegna l’amore come cura per le ferite proprie e di quelle degli altri, che sceglie di morire inerme in Croce donando la sua vita per la salvezza dell’umanità e che Risorto ci accompagna facendosi particolarmente vicino agli ultimi, ai sofferenti, agli scartati.