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Le proteste dei mozambicani per le strade di Maputo Le proteste dei mozambicani per le strade di Maputo  (ANSA)

Ep. 5 - Perché preoccuparsi del Mozambico

Da otto anni il Mozambico si ritrova immerso in una guerra che, secondo l’ultimo dato diffuso a ottobre dall’Onu, ha costretto 22.000 persone a fuggire dalle proprie case in una sola settimana. La situazione più complessa si concentra a Cabo Delgado, nel nord del Paese. Ed è lì che andremo

Il Mozambico si ritrova immerso in una guerra che, secondo l’ultimo dato diffuso a ottobre dall’Agenzia Onu per i rifugiati, ha costretto 22.000 persone a fuggire dalle proprie case in una sola settimana. La situazione più complessa si concentra a Cabo Delgado, nel nord del Paese: ed è lì che andremo per raccontare un conflitto tanto dimenticato. Lo faremo con due ospiti: padre Bernardo Suate, giornalista della redazione portoghese di Vatican News - Radio Vaticana, originario proprio del Mozambico per capire la situazione sul terreno; e Maurizio Misitano, direttore esecutivo della Fondazione Agostiniani nel Mondo, per comprendere meglio le sfide del volontariato cattolico locale.

Oggi abbiamo dunque cercato di invertire la rotta, cercando di capire insieme perché è importante parlare del Mozambico. Primo: c’è una guerra in corso, e questo basterebbe. Poi, c’è una spirale di violenza che non è isolata, anzi si estende dal Sahel al Corno d’Africa, alimentando flussi migratori verso l’Europa. C’è inoltre la questione mineraria, perché dietro lo sfruttamento delle ricchezze del sottosuolo si celano gli interessi delle grandi potenze: in Mozambico si trova la più grande miniera di rubini al mondo, quella di Montepuez; ci sono il 7 per cento delle riserve globali di grafite, materiale sempre più strategico per l’industria delle auto elettriche, e 85 mila miliardi di piedi cubi di gas naturale. Soprattutto, c’è infine un motivo ancora più vicino all'Italia: il Mozambico aveva conosciuto la pace anche grazie a un negoziato firmato a Roma, con la mediazione della Chiesa locale e gli sforzi della Comunità di Sant'Egidio, e oggi rischia di perderla per sempre.

31 ottobre 2025