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"Il generale Assimi è per il Mali ciò che De Gaulle è stato per la Francia", recita uno slogan a Bamako "Il generale Assimi è per il Mali ciò che De Gaulle è stato per la Francia", recita uno slogan a Bamako  (AFP or licensors)

Ep. 6 - Bamako sotto assedio

La capitale del Mali è accerchiata dai terroristi di Al Qaeda. Eppure, la narrazione occidentale non fa altro che ridurre questo Paese a una terra d'incrocio fra Russia e Francia. La storia e le ferite del Mali rivelano invece un Paese giovanissimo, in cerca di un'indipendenza e di un'identità, ma ancora incapace di spiccare il volo

La capitale del Mali è sotto assedio. I combattenti affiliati di Al Qaeda nel Sahel cingono d’assedio Bamako per far collassare la giunta militare di Assimi Goita, instauratasi cinque anni fa. Eppure, quando si parla di Sahel, nella narrazione occidentale ci si concentra soltanto su "Francia e Russia da una parte, terroristi dall’altra”. Così facendo, si perde di vista il punto centrale. Il Mali, il Niger, il Burkina Faso non sono solo un campo di battaglia tra potenze esterne. Sono Paesi che, dopo decenni di colonialismo francese, stanno cercando di ottenere un’indipendenza sì formale ma soprattutto identitaria. E, pur di costruirsi un’autonomia, negli ultimi cinque anni hanno visto arrivare al potere i militari che, contro ogni previsione, sembrano aver raccolto un certo consenso specie da parte dei più giovani. Fattore da non sottovalutare perché in Mali l’età mediana è di 16 anni.

Eppure, questo resta un Paese in cui più del 70% della popolazione vive con meno di due dollari al giorno, gli sfollati interni sono 4 milioni e il 60 per cento dei bambini non completa il ciclo scolastico. Non sorprende dunque che si guardi favorevolmente a chiunque sia in grado di dare sicurezza o almeno un’illusione di ordine. Ma nessuna di queste due opzioni offre in realtà un futuro. I jihadisti impongono paura. I militari impongono obbedienza. E mentre il mondo si chiede chi controllerà il potere, la realtà ci impone di domandarsi chi restituirà dignità a chi non ne ha mai avuta. Proprio di questo abbiamo parlato col nostro ospite, Cleophas Adrien Dioma, educatore e giornalista.

07 novembre 2025