Ep. 10 - Il clan dei marsigliesi

Non è una sorpresa che Marsiglia sia uno dei centri della criminalità francese, come testimonia da ultimo l'omicidio del giovanissimo Mehdi Kessaci. Il punto è un altro: da quando la DZ Mafia ha vinto la guerra contro il suo storico rivale, il clan Yoda, la criminalità ha cambiato volto. Perché quando c’è un solo gruppo al comando, non c’è più bisogno di sparare. Però, intanto, il business, continua, anzi cresce. La DZ Mafia si sta allargando oltre i confini locali e pure nazionali, sfruttando la centralità del porto di Marsiglia; poi, sta arruolando sempre più giovani: spacciatori, vedette, corrieri, perfino sicari; infine, sta diversificando le estorsioni puntando non solo su ristoranti e commercianti, ma anche su influencer e rapper. Soprattutto, oggi i criminali non si limitano più a controllare il territorio: si insinuano nella vita quotidiana degli abitanti, offrono servizi, organizzano attività, portano la spesa agli anziani, cercano di mostrarsi utili dicendo di essere, a differenza dello Stato, al loro fianco.

Si tratta dunque di capire non solo come funziona la criminalità a Marsiglia, ma anche di riflettere su come è cambiata la percezione dello Stato da parte dei cittadini francesi e di comprendere quanto sicurezza e immigrazione incidono nel dibattito quotidiano. Siamo partiti da qui con il nostro ospite, Jean-Baptiste Noé, caporedattore della rivista francese di geopolitica Conflits. Perché tutto ciò sta avvenendo nella République sociale, rinomata nel mondo per i suoi servizi pubblici, le sue scuole, le politiche familiari, la sanità. A 800 chilometri dall'Italia.