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2024.01.05 PAPALE PAPALE MORTE

Ep. 139 - Papale papale -"Morte"

Benedetto XVI, udienza generale 15 febbraio 2012

Fermiamoci sulle ultime parole di Gesù morente. L’Evangelista racconta: «Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. Gesù, gridando a gran voce, disse: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”. Detto questo, spirò» (vv. 44-46).

(...) La morte di Gesù è caratterizzata esplicitamente come evento cosmico e liturgico; in particolare, segna l’inizio di un nuovo culto, in un tempio non costruito da uomini, perché è il Corpo stesso di Gesù morto e risorto, che raduna i popoli e li unisce nel Sacramento del suo Corpo e del suo Sangue.

Giovanni Paolo II, udienza generale 7 dicembre 1988

Gesù morente ci appare come il modello di quella che dovrebbe essere la morte di ogni uomo: la conclusione dell’opera assegnata a ciascuno per il compimento dei disegni divini. Secondo il concetto cristiano della vita e della morte, gli uomini fino al momento della morte sono chiamati a compiere la volontà del Padre, e la morte è l’ultimo atto, quello definitivo e decisivo, del compimento di questa volontà. Gesù ce lo insegna dalla croce.

Paolo VI, udienza generale 21 aprile 1976

Gesù e l’umanità sono da considerare intenzionalmente vincolati insieme negli avvenimenti che conclusero la vita temporale e simile alla nostra del Signore: Egli è morto ed è risorto per noi. E come questo scopo salvifico di Cristo morto e risorto si compie nella nostra vita? Si compie mediante il battesimo.... Gesù ha voluto amarci ad uno ad uno. Ha voluto salvare ogni persona. Ha voluto che ogni nostra vita fosse da Lui particolarmente considerata, amata e associata a Sé.

Giovanni XXIII, Radiomessaggio in occasione della Solennità della <risurrezione 28 marzo 1959

La Chiesa è viva, com'è vivo il suo Divino Fondatore! La Chiesa avanza con la virtù stessa della vita, come Gesù, dopo essersi sottomesso al debito della natura mortale, procede vittorioso oltre la barriera di pietra, che i nemici suoi hanno posta a guardia della tomba! Anche per la Chiesa ci sono stati nel corso dei secoli altri nemici, che hanno cercato di chiuderla come in un sepolcro, celebrandone a volta a volta l'agonia e la morte. Ma essa, che ha in sé la forza invincibile del suo Fondatore, con Lui è sempre novellamente risorta, perdonando a tutti e assicurando serenità e pace agli umili, ai poveri, ai sofferenti, agli uomini di buona volontà.

Pio XII, radiomessaggio in occasione del Natale 24 dicembre 1948

Le dure prove che la Chiesa ha subite a causa della guerra e del dopoguerra, le perdite dolorose e i gravi danni che l’hanno afflitta, non hanno fatto che rendere più confortevole e incoraggiante la sua energia e la sua resistenza; battuta dalle tempeste e dai flutti, essa ha conservato intatta, inviolata, la sua sostanza vitale, e in tutti i popoli, nei quali professare la fede cattolica in realtà equivale a soffrire persecuzioni, si sono trovati e si trovano sempre migliaia di prodi, che, impavidi in mezzo ai sacrifici, alle proscrizioni e ai tormenti, intrepidi dinanzi alle catene e alla morte, non piegano il ginocchio dinanzi al Baal della potenza e della forza.

Francesco, udienza generale 9 febbraio 2022

C’è una certezza: Cristo è resuscitato, Cristo è risorto, Cristo è vivo tra noi. E questa è la luce che ci aspetta dietro quella porta oscura della morte. Cari fratelli e sorelle, solo dalla fede nella risurrezione noi possiamo affacciarci sull’abisso della morte senza essere sopraffatti dalla paura. Non solo: possiamo riconsegnare alla morte un ruolo positivo. Infatti, pensare alla morte, illuminata dal mistero di Cristo, aiuta a guardare con occhi nuovi tutta la vita. Non ho mai visto, dietro un carro funebre, un camion di traslochi! Dietro a un carro funebre: non l’ho visto mai. Ci andremo soli, senza niente nelle tasche del sudario: niente. Perché il sudario non ha tasche. Questa solitudine della morte: è vero, non ho mai visto dieto un carro funebre un camion di traslochi. Non ha senso accumulare se un giorno moriremo. Ciò che dobbiamo accumulare è la carità, è la capacità di condividere, la capacità di non restare indifferenti davanti ai bisogni degli altri.

04 aprile 2024