Ep. 12 - Giubileo dei poveri
In questo episodio del podcast “Specchi” la testimonianza di Ciro si rispecchia in un percorso fatto di discese all’inferno delle dipendenze e di risalite provvisorie. Il suo è un cammino in cui non mancano cadute ma anche certezze via via più solide. “In fondo sono una bella persona”, afferma questo giovane oggi 37.enne ripercorrendo la sua storia che è un riflesso nitido della speranza. Una delle voci più autentiche che scandiscono il Giubileo dei poveri.
Nella sua testimonianza non manca il riferimento ad un capitolo importante del suo vissuto più recente: l’Osservatore di strada, il giornale che tiene spesso nel suo zaino con pagine scritte dalle persone più vulnerabili in cui emergono storie dolorose ma anche ricche di riscatto. Nel racconto si scorge anche il tessuto urbano del Quarticciolo, il quartiere romano nella zona dell’Alessandrino dove Ciro è tornato, dopo anni da frequentatore delle piazze di spaccio, nelle vesti di reporter. In un suo articolo racconta di sentirsi come “Il sottoscritto”, la canzone dei Baustelle che “parla di battaglie perse, di occasioni al vento, di ali di cera che si sciolgono al sole e di mulini a vento”.
Ciro ha vissuto per strada e si commuove al ricordo delle persone che non hanno esitato a tendergli la mano. La sua risalita dall’inferno del passato ha un punto focale: “ho messo al centro della mia vita la fede”, sottolinea dopo aver ricordato ferite profonde. “La mia problematica è stata la figura paterna, la mia c'è stata, ma l'abuso non va mai bene, qualsiasi tipo di abuso non va bene, per cui ora comprendo tutto, lo accetto, lo perdono, ma nulla toglie che è stato quel che è stato”.
Ripercorre infine gli incontri con Leone XIV e Francesco: “quegli attimi - riferendosi all’abbraccio con il Pontefice argentino - sono stati anche di grazia, perché alla fine i miei occhi hanno incontrato i suoi e forse anche gli occhi di un signore stanco ma mi hanno fatto rivedere gli occhi di mio nonno. Sono uscito fuori da quell'aula veramente già lì cambiato”. Ciro è una persona nuova e dalla sua voce traspare nitida la speranza: “Pure in tutto questo mondo malvagio, io la vedo ancora una speranza perché tanto Dio all'ultimo viene e cambia tutto”.