Chiesa e buddismo, ponte di amicizia in un "mondo confuso"
Alessandro De Carolis – Città del Vaticano
Una lunga storia di dialogo, iniziata con Paolo VI 46 anni fa, diventata nel tempo una solida amicizia e un segno nel mondo di oggi “disturbato” da volenze e sfiducia. Un messaggio del Pontificio Consiglio del Dialogo Interreligioso ricorda l’evoluzione dei rapporti tra la Chiesa e il buddismo thailandese in un periodo di festa particolare per il Paese asiatico. Dall’inizio di novembre e fino a domenica prossima, Bangkok è il centro delle celebrazioni per i 230 anni del Tempio Reale di Chetupon (Wat Pho) e una delegazione vaticana – guidata dal segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso mons. Ayuso Guixot – si trova oggi in visita per portare il saluto di Papa Francesco e prendere parte alle cerimonie di commemorazione.
Amicizia che guarisce
“La nostra presenza oggi – si legge nel messaggio del dicastero vaticano – è un chiaro segno del nostro legame di amicizia. Cogliamo l'occasione per ringraziare l'Assemblea Sangha di Wat Pho per il loro costante impegno nel dialogo interreligioso. Possa la nostra visita oggi contribuire a promuovere i nostri legami e costruire ponti per guarire il mondo disturbato di oggi afflitto da violenze, conflitti, sfiducia e la conseguente sofferenza a milioni di persone”.
Stretta collaborazione
Nel salutare l'Assemblea Sangha del Tempio Reale di Phra Chetuphon e tutti i buddisti della Thailandia, il messaggio ricorda le parole di Paolo VI che nel giugno del ’72, ricevendo in udienza una delegazione di monaci thailandesi, auspicava “un dialogo sempre più amichevole e una stretta collaborazione tra le tradizioni che rappresentate e la Chiesa cattolica". Di quella delegazione giunta in Vaticano faceva parte anche Most Ven. Somdej Phra Wanaratana (Pun Punnasiri), di lì a poco eletto 17.mo Patriarca supremo del Regno di Thailandia.
Cammino di piccoli passi
Anche Francesco, incontrando il 16 maggio scorso in Aula Paolo VI una delegazione buddista, aveva espresso, conclude il messaggio, “il suo sincero apprezzamento per il Wat Pho”. In quell’occasione fu consegnata al Papa una copia del Libro sacro tradotto in lingua contemporanea dai monaci di Chetupon. “Un segno tangibile – osservò Francesco – della vostra generosità e dell’amicizia che ci lega ormai da lunghi anni, un cammino fatto di piccoli passi”.
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