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Un gruppo di migranti Un gruppo di migranti 

Gallagher: basta razzismo verso migranti e rifugiati, serve cultura dell'incontro

Lo afferma il Segretario per i rapporti con gli Stati della Santa Sede all’Onu per i 20 anni della dichiarazione di Durban e del Piano d’azione sulla discriminazione razziale. I diritti umani sono indivisibili e non possono essere in opposizione

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

Razzismo, eugenetica, libertà di religione: sono molti i punti toccati da monsignor Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede, all’incontro di alto livello delle Nazioni Unite per commemorare il 20.mo anniversario della Dichiarazione di Durban e del Piano d’azione incentrato su “Riparazioni, giustizia razziale e uguaglianza per le persone di origine africana”. Ribadendo l’impegno della Santa Sede a “combattere ogni forma di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e intolleranza”, il presule ricorda che il razzismo “è radicato nell’errata e infausta asserzione che un essere umano ha minore dignità rispetto a un altro”. Un presupposto che, per monsignor Gallagher, ignora lo spirito di fratellanza e la verità incentrata sul fatto che ogni uomo nasce libero e con uguali diritti. Attenzione poi a quanto espresso dal Papa nella Fratelli tutti ovvero che il razzismo “riappare sempre di nuovo”.

Giustizia alle vittime del razzismo

“Molte persone di origine africana nel mondo – afferma il presule - sono migranti o rifugiati che, dopo aver lasciato la loro casa – o essere stati costretti a lasciarla -, nei paesi di destinazione trovano razzismo e xenofobia, discriminazione e intolleranza invece che il sostegno di cui hanno bisogno”. Da qui l’auspicio che “la recente istituzione del Forum permanente per le persone di origine africana contribuisca agli sforzi locali, nazionali e internazionali volti a dare giustizia e sostegno alle vittime di razzismo”.

Nel suo discorso, monsignor Gallagher ricorda ancora che “i diritti umani universali sono indivisibili e interdipendenti”, che “le leggi e le norme che cercano di sradicare la discriminazione e l’intolleranza devono dunque rispettare il diritto alla libertà di opinione, pensiero, religione e coscienza”. Pertanto si invita a “monitorare, indagare e perseguire” i vari casi facendo attenzione perché non si violino i “diritti umani di minoranze” o si censurino le “opinioni minoritarie”. “Il razzismo può e deve essere sconfitto attraverso una cultura d’incontro, fraternità e solidarietà”. La Dichiarazione di Durban come altri accordi, spiega, devono “condurre a un vero cambiamento” promuovendo una mentalità divisiva del “noi contro loro”.

Tutelare la libertà religiosa

Riguardo all’intolleranza sulla base della religione o della fede, al centro anche delle preoccupazioni della Dichiarazione di Durban, monsignor Gallagher sottolinea che questo comporta “limitazioni del diritto di praticare liberamente la religione di propria scelta”, provocando in casi estremi “ostilità, violenza e crimini atroci”. Aggiunge che “la mancanza di rispetto per il diritto alla libertà di religione e di fede porta alla violazione di altri diritti umani”. “Negli ultimi anni – afferma - abbiamo assistito a un aumento generale della persecuzione religiosa da parte di attori statali e non-statali”, discriminazioni dal un lato e “impunità” da parte dei responsabili. C’è il pericolo, sottolinea, che “alcune minoranze religiose, tra cui anche cristiani, che costituiscono il gruppo più perseguitato a livello globale”, scompaiano.

Una mentalità eugenetica

Al centro della riflessione di monsignor Gallagher, c’è “l’insidiosa pratica dell’eugenetica”, che spesso si cela “dietro alle tecniche di procreazione assistita e ai lati oscuri della diagnostica pre-natale”. Una mentalità che si basa sull’idea “che vi siano esseri umani di minor valore a causa di disabilità, sesso o altre caratteristiche” e che “molte volte porta alla negazione del loro diritto alla vita”. “Una simile mentalità – conclude - racchiude principi di discriminazione in netto contrasto con la Dichiarazione di Durban e non può essere ignorata”.

Infine partendo dall’assunto che la Dichiarazione di Durban riconosce “il ruolo della religione nel promuovere la dignità e il valore inerente a ogni persona e nello sradicare il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e l’intolleranza ad essi collegata”, monsignor Gallagher esorta ad una legislazione e ad un impegno delle istituzioni perché “il razzismo scomparirà… solo quando morirà nel cuore delle persone”.

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23 settembre 2021, 09:14