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La presentazione del libro di Padre Spadaro con la premier italiana Meloni e il cardinale Segretario di Stato Parolin (foto © La Civiltà Cattolica) La presentazione del libro di Padre Spadaro con la premier italiana Meloni e il cardinale Segretario di Stato Parolin (foto © La Civiltà Cattolica)

La “diplomazia della misericordia” che tiene aperta la porta del dialogo

Alla presentazione del libro di padre Spadaro “L’Atlante di Francesco. Vaticano e politica internazionale”, alla sede de La Civiltà Cattolica, il segretario di Stato Parolin tratteggia un quadro della “diplomazia della misericordia” portata avanti in questi dieci anni di pontificato, che permette alla Santa Sede di essere un attore “super partes” nell’arena internazionale. Intervento della premier Meloni

Valerio Palombaro - Città del Vaticano

A dieci anni dall’inizio del pontificato di Papa Francesco, appare oggi sempre più chiaro il suo messaggio legato alla “diplomazia della misericordia”. È quanto affermato dal segretario di Stato Vaticano, cardinale Pietro Parolin, nel suo intervento a Villa Malta, sede della rivista Civiltà Cattolica, in occasione della presentazione del libro di padre Antonio Spadaro “L’Atlante di Francesco. Vaticano e politica internazionale”. Secondo Parolin, la potenza di questo messaggio “è quella di cambiare il significato dei processi storici” nella comprensione che “mai nessuno va considerato come definitivamente perduto nei rapporti tra gli Stati”. “Il dialogo, anche nelle situazioni più difficili, è voluto in ragione della pace”, evidenzia il segretario di Stato, facendo notare che “la Santa Sede crede fermamente nel multilateralismo” e con la sua azione diplomatica “sarà sempre disponibile ad impegnarsi per la pace”. La soluzione dei conflitti, osserva, “non giunge dividendo” per cui è sempre possibile “lasciare una porta aperta” al dialogo. Parolin ha quindi fatto riferimento ad una prospettiva che deve “includere e non escludere il nemico” in quanto proprio questo può essere considerato “il trionfo della misericordia”.

Le sfide globali 

In un momento storico caratterizzato dalla guerra in Ucraina, in cui “due miliardi di persone vivono in aree afflitte dai conflitti” e nel quale “i pezzi della Terza Guerra mondiale vanno saldandosi tra di loro”, bisogna dunque che la diplomazia “non sia al servizio degli interessi nazionali” in modo da aprire la porta a “strategie innovative” per soluzioni “efficaci e sostenibili”. La Santa Sede, osserva Parolin, può così essere sempre “un attore super partes” in quanto “il suo primo interesse” è per la vita dei popoli e soprattutto di coloro che soffrono. “Chi fa la guerra dimentica l’umanità, non parte dalla gente e non guarda alla vita concreta delle persone”, sottolinea Parolin citando le parole di Papa Francesco. La pace, secondo il cardinale, è pertanto solo l’inizio di un processo più ampio che può permettere di superare anche le cause sociali della povertà. “Le grandi sfide del nostro tempo sono tutte globali”, conclude Parolin, facendo riferimento su tutte alla questione migratoria ed a quella del cambiamento climatico.

L'intervento di Giorgia Meloni

Alla presentazione del libro alla sede di Civiltà Cattolica, è intervenuta anche la premier italiana, Giorgia Meloni. Anche a suo modo di vedere, la misericordia può essere “il fulcro dell’azione politica”. Meloni cita “il piano Mattei” per l’Africa annunciato dal suo governo per definire “la cooperazione allo sviluppo un arma di libertà”. “La crisi – osserva la premier prendendo spunto dagli insegnamenti di Papa Francesco - è anche un’occasione, perché costringe a scegliere”. Il governo italiano, secondo Meloni, sta “cercando di trasformare la crisi in un’opportunità”.

Riguardo la guerra in Ucraina, Meloni ha detto che bisogna avere chiaro che “c’è un aggredito e c’è un aggressore”. “Se non aiutassimo l’aggredito a difendersi non avremmo la pace - afferma -. L’unica cosa che si può fare, la più efficace, è sostenere chi si sta difendendo perché non passi il principio che il diritto del più forte vale più della forza del diritto”. “La Santa Sede è la più idonea a favorire una soluzione negoziale”, conclude la premier osservando che ciò è possibile “proprio in quanto non è mossa da interessi nazionali”.

Meloni ha infine ricordato il tema della persecuzione contro i cristiani. “La più grande persecuzione in atto nel mondo è anche quella di cui si parla di meno”, dichiara in proposito la premier, ricordando l’incontro avvenuto l’8 marzo scorso con due ragazze vittime di Boko Haram in Nigeria.

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13 marzo 2023, 19:45