Makrickas: uomini e donne in divisa, custodi della pace e artigiani di speranza
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Una celebrazione condivisa tra la Polizia di Stato italiana e la Gendarmeria Vaticana “per rafforzare il legame tra le due Istituzioni, tra valori e tradizioni, consolidando il senso di appartenenza ad una più ampia comunità protetta dallo stesso Patrono celeste”. Così il cardinale arciprete Roland Makrickas, celebrando la messa nella basilica di Santa Maria Maggiore, stamani 29 settembre, festa dei santi arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele.
Erano presenti il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi; il Capo della Polizia il Prefetto Vittorio Pisani; il vicecomandante del Corpo della Gendarmeria vaticana Davide Giulietti e i primi dirigenti del Corpo; suor Raffaella Petrini, presidente del Governatorato.
Il bene che trionfa
Il porporato ha ricordato le figure degli angeli, che nel loro nome in ebraico hanno scritto la parola “El” - “Dio”. “Presenze concrete nella storia della salvezza, – ha sottolineato - messaggeri di Dio e suoi potenti servitori, ciascuno con una missione specifica che parla anche a noi, oggi”. Riferendosi in particolare al patrono san Michele, lo ha definito “difensore della fedeltà, della verità, della giustizia”, protettore dei deboli, difensore dell’ordine pubblico e della pace. “Il vostro servizio, quando vissuto con onore, disciplina e spirito di sacrificio, è riflesso terreno – ha evidenziato il cardinale - di quella battaglia celeste che Michele guida per il trionfo del bene”.
Pace per il mondo intero
SSan Gabriele, ha proseguito l’arciprete, invita a essere “portatori di luce” quindi di speranza; san Raffaele è “figura di consolazione, di guarigione, di accompagnamento” e quindi ispirazione per essere vicini a chi soffre. “La festa odierna di san Michele, “modello di fedeltà, coraggio e lealtà”, ci invita a non fermarsi a ciò che si vede e si tocca – ha affermato Makrickas - bisogna guardare alla vita con ben altra profondità e levità”. Ricordando l’impegno della Gendarmeria Vaticana accanto al Papa, il cardinale esorta a vivere il Giubileo superando “le divisioni”, riconciliando i cuori, riaccendendo la fede, testimoniando il Vangelo con la vita. “Anche voi, uomini e donne in divisa, potete vivere il Giubileo come fedeli, come servitori del bene comune, custodi della pace, artigiani della speranza”. Nell’affidarsi a san Michele, l’invocazione finale del cardinale è di chiedere “discernimento per i governanti e le autorità della Chiesa, coraggio per i cristiani e pace per il mondo intero”.
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