Parolin: la Santa Sede al fianco degli operatori di pace
Cardinale Pietro Parolin*
Pace è la prima parola che Papa Leone XIV ha consegnato alle persone convenute in piazza San Pietro per incontrare il Pontefice appena eletto. Pace invoca il cuore di ogni uomo e donna. Pace implorano i popoli che soffrono a causa delle troppe guerre che si moltiplicano assurdamente in questi giorni. La pace è come l’ossigeno: la si dà per scontata quando c’è; se ne sente disperato bisogno quando viene a mancare. E nel nostro tempo è un bene sempre più raro e prezioso. Ne è consapevole Papa Leone che l’ha voluta porre al centro del suo ministero, tratteggiandone le caratteristiche: «Disarmata e disarmante, umile e perseverante» (Messaggio Urbi et Orbi, 8 maggio 2025). Disarmata perché non si impone, ma si propone al cuore di ogni persona di buona volontà, disarmandolo da ogni tentativo di rivalsa. «La pace si costruisce nel cuore e a partire dal cuore, sradicando l’orgoglio e le rivendicazioni, e misurando il linguaggio, poiché si può ferire e uccidere anche con le parole, non solo con le armi» (Discorso di Papa Leone XIV al Corpo Diplomatico, 16 maggio 2025). La pace «impegna ciascuno di noi, indipendentemente dalla provenienza culturale e dall’appartenenza religiosa» (ibid.). Ci invita ad adoperarci per costruirla attivamente, a partire dalle relazioni private, in ogni società e tra i popoli.
In questa prospettiva, si comprende come la pace stia al centro dell’azione della Santa Sede in seno alla comunità internazionale, nel continuo tentativo di costruire ponti fra persone, popoli e culture, anche attraverso la disponibilità a mediare tra parti in conflitto. È questo lo scopo anche della diplomazia multilaterale, sorta dopo le guerre mondiali del secolo scorso, con il preciso intento di alimentare il dialogo tra gli Stati per favorire la sicurezza, la pace e la cooperazione. Purtroppo, negli ultimi tempi si è potuto constatare un progressivo indebolimento del multilateralismo, con l’evidente e conseguente difficoltà a ricomporre le tensioni e i contrasti che sorgono nel mondo. Da parte sua, la Santa Sede segue e accompagna con attenzione tutti gli operatori di pace. Tra questi vi sono gli uomini e donne della Polizia di Stato, che si adoperano con profonda dedizione e spirito di servizio. A tutti loro, e specialmente a quanti lavorano presso l’Ispettorato di Pubblica Sicurezza presso il Vaticano, va la sentita gratitudine della Santa Sede, specialmente per il prezioso e imponente dispiegamento in occasione della Sede Vacante e dell’elezione di Papa Leone e che ora prosegue con altrettanto zelo per garantire la sicurezza dei pellegrini e il sereno svolgimento delle celebrazioni giubilari. Il mio personale augurio a tutti i membri della Polizia di Stato, e in generale delle Forze dell’Ordine, è che con la generosità del loro servizio possano sempre e instancabilmente contribuire ad alimentare nella società una cultura della pace, premessa indispensabile per il futuro dell’Italia e del mondo intero.
*Segretario di Stato vaticano
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