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Il rito esequiale del cardinale Lucian Mureşan Il rito esequiale del cardinale Lucian Mureşan 

Gugerotti: Mureşan un esempio per la crescita della coscienza civica in Romania

Il prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali ha preso parte, oggi, 29 settembre, a Blaj, al rito esequiale dell’arcivescovo maggiore della Chiesa greco cattolica romena, il cardinale Lucian Mureşan, scomparso giovedì scorso e nella sua omelia ha ricordato le difficoltà vissute dal porporato negli “anni di sofferenza inaudita” in cui nel Paese non c’era libertà religiosa. Chi sa dire di no alla violenza un maestro per il popolo

Tiziana Campisi – Città del Vaticano

“Un grande testimone di Cristo, della fedeltà alla Chiesa e al successore di Pietro a costo di sacrifici immani”: così il cardinale Claudio Gugerotti, prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali, ha ricordato il cardinale Lucian Mureşan, arcivescovo maggiore della Chiesa greco cattolica romena, durante il rito esequiale celebrato oggi, 29 settembre, a Blaj, Romania. Il metropolita di Făgăraș e Alba Iulia è morto all’età di 94 anni giovedì scorso e nella sua omelia, il porporato ha evidenziato le difficoltà da lui affrontate per portare a termine gli studi teologici compiuti clandestinamente e poi per l’“animazione dei fedeli”, negli anni del regime comunista, e la sua perseveranza, anche “al termine delle vicende drammatiche, di una rinascita piena di speranze per la Chiesa greco cattolica in Romania”.

Una testimonianza nascosta

Una testimonianza, quella di Mureşan, “tenuta gelosamente nascosta”, poiché “certe ideologie politiche erano condivise in molti ambienti occidentali e si temeva di perderne il favore” invocando “la libertà religiosa, accanto a quelle libertà” che erano “esaltate” e “proclamate”. “Quegli anni di sofferenza inaudita sono il segno di ciò che il rapporto tra lo Stato e la Chiesa non deve e non può essere: un rapporto di sudditanza che mina alle radici la libertà religiosa”, ha detto il prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali, riflettendo sul fatto che “Dio fa tanta paura a chi teme l’opposizione” probabilmente perché “nel cuore di ogni uomo” è “pur sempre una presenza nascosta” e “coscientemente onnipotente e per questo capace di un giudizio finale quando il mistero della morte sopraggiungerà”, o forse “per il grande significato che la religione ha in quanto supera le barriere di uno Stato e costituisce una istanza di temuta solidarietà mondiale”.

Il feretro del cardinale Mureşan
Il feretro del cardinale Mureşan

L’importante presenza delle autorità

Rivolgendosi, poi, ai presenti, il cardinale Gugerotti ha definito “estremamente significativa” la partecipazione alla celebrazione del presidente della Romania Nicușor Daniel Dan, “di ministri e autorità, tra cui quello per i culti che con tanta solerzia e cortesia segue anche le vicende” della Chiesa cattolica. Per il porporato una manifestazione del “rispetto di tutto il popolo romeno e delle sue istituzioni” per il metropolita di Făgăraș e Alba Iulia e pure un “riconoscimento di ciò che egli ha rappresentato per la crescita della coscienza civica” della Romania “e per la difesa della dignità intangibile di ogni vita umana”. Gugerotti ha inoltre rimarcato che “la presenza delle autorità civili e anche il segno di un impegno a che non si ripetano più le infami operazioni compiute nel passato, in modo che se ne purifichi la memoria e che comportamenti corretti nella guida della nazione possano essere confermati e rinvigoriti in questi tempi così difficili e così contraddittori, in cui il mondo sembra ritornare a desiderare posizioni e atteggiamenti di forza e di violenza che si pensavano e si speravano superati per sempre”.

Chi dice no alla violenza un esempio da seguire

Il prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali ha, inoltre, sottolineato che “chi sa dire di no alla violenza, chi mette i diritti comuni e le proprie convinzioni al di sopra dei facili compromessi o dei cedimenti per paura, o delle vili capitolazioni alle lusinghe e ai ricatti” è da considerare “un maestro per il popolo” e “una testimonianza vivente per i giovani”, oltreché “un invito a fondare la Patria sempre sulla base del rispetto e della comune partecipazione all’edificazione di una società giusta, generosa, aperta alla diversità e capace di accettare idee e convinzioni che, pur nella loro varietà, possono e vogliono contribuire al bene di tutti”. Il porporato, poi, si è fatto portavoce del “desiderio profondo” della Chiesa cattolica “di vivere la solidarietà e il rispetto reciproco sia al proprio interno sia nei confronti della Chiesa ortodossa di Romania, con la quale il rapporto sembra farsi sempre più fraterno e solidale, nonostante le grandi difficoltà del passato”.

Un momento del rito esequiale
Un momento del rito esequiale

Una presenza viva di intercessori per il popolo romeno

Infine, l’invocazione a Dio del cardinale Gugerotti affinché Mureşan “sia accolto con gioia dai tanti testimoni della fede” che la Romania “ha offerto a Dio nella persecuzione, nella tortura, nella morte violenta”, con l’auspicio che “una presenza viva di intercessori” aiuti “il popolo romeno a sentirsi costantemente protetto e guidato verso un futuro di solidarietà, di responsabilità, di analisi accurata delle proprie scelte per evitare, dimenticando le ispirazioni morali, avventure senza ritorno”. 

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29 settembre 2025, 13:59