Morto il cardinale Mureşan, guida della chiesa greco-cattolica romena
Vatican News
Il cardinale Lucian Mureşan, arcivescovo maggiore della Chiesa Greco-Cattolica di Romania e metropolita dell'Arcieparchia di Făgăras e Alba Iulia, è scomparso nel primo pomeriggio di oggi, 25 settembre, nella sua residenza di Blaj, a 94 anni, dopo molti mesi di malattia. Con lui, creato cardinale già ottantenne nel 2012 da Papa Benedetto XVI, la Chiesa perde uno dei testimoni più significativi degli anni di persecuzione e clandestinità vissuti durante il regime comunista, caduto nel 1989. Era l’ultimo cardinale romeno vivente, e il secondo pastore a ricevere la porpora dopo il suo predecessore Alexandru Todea. Prima di loro anche Iuliu Hossu, vescovo greco-cattolico martire della fede durante la persecuzione comunista, era stato creato cardinale nel concistoro del 1969, ma Paolo VI mantenne la sua nomina in pectore rendendola nota solo dopo la morte, nel maggio 1970, nel successivo concistoro del 1973. Con la sua scomparsa, il Collegio cardinalizio risulta adesso costituito da 247 cardinali di cui 128 elettori e 119 non elettori.
Il 1948 e la soppressione della Chiesa greco-cattolica romena
Il cardinale Mureşan, nasce il 23 maggio 1931 in Transilvania, a Ferneziu, ora quartiere della città di Baia Mare, in una famiglia di 12 figli. Dopo la soppressione, nel 1948, della Chiesa greco-cattolica di Romania, deve abbandonare gli studi liceali e, momentaneamente, il suo desiderio di diventare sacerdote, per frequentare una scuola professionale di falegnameria. Ma continua a studiare privatamente per completare gli studi liceali. Nel 1953 viene dichiarato indesiderabile, in quanto greco-cattolico, e trasferito nel cantiere di costruzione della prima centrale idroelettrica della Romania, a Bicaz. Ma due anni 1955 il vescovo Márton Áron di Alba Iulia autorizza eccezionalmente l'ingresso di cinque giovani greco-cattolici - uno per ogni eparchia - nell'istituto teologico della Chiesa cattolica di rito latino nella stessa Alba Iulia, e Lucian Mureşan è tra questi.
Ordinato sacerdote in clandestinità, nel 1964
Purtroppo nel quarto anno accademico Lucian e l’altro giovane greco-cattolico rimasto vengono espulsi dalla facoltà dal dipartimento dei culti. Inizia così la persecuzione e i pedinamenti da parte della Securitate, la polizia segreta del regime di Ceausescu. Per dieci anni lavoro nella direzione della manutenzione di strade e ponti del distretto di Maramureş, ma continua clandestinamente gli studi teologici, riuscendo a ottenere la licenza in teologia. Il 19 dicembre 1964, in seguito ad una grazia, Mureşan viene ordinato sacerdote dal vescovo ausiliare di Maramureş, Dragomir. Esercita il suo ministero in clandestinità, occupandosi soprattutto di pastorale giovanile e vocazionale. Dopo la morte del vescovo Dragomir, nel 1986, guida l’eparchia di Maramureş.
Metropolita della Chiesa greco-cattolica romena dal 1994
Dopo la rivoluzione del 1989 e l'uscita dalla clandestinità della Chiesa greco-cattolica, il 14 marzo 1990 viene nominato da Giovanni Paolo II vescovo di Maramureş e consacrato dal cardinale Alexandru Todea. Nel luglio 1994, dopo la rinuncia di Todea, è nominato suo successore come arcivescovo di Făgăraş e Alba Iulia, e metropolita della Chiesa greco-cattolica romena.
Creato cardinale nel 2012 da Benedetto XVI
Il 16 dicembre 2005, con la bolla Ad totius Dominici gregis, Benedetto XVI eleva la Chiesa metropolitana sui iuris di Făgăraş e Alba Iulia ad arcivescovato maggiore, innalzando Mureşan alla dignità di arcivescovo maggiore della Chiesa greco-cattolica di Romania. Nei periodi tra il 1998 e il 2001, tra il 2004 e il 2007, e di nuovo dal 2010 al 2012, è presidente della Conferenza episcopale cattolica in Romania, che riunisce i vescovi delle Chiese cattoliche del Paese di entrambi i riti. Viene creato cardinale da Benedetto XVI nel Concistoro del 18 febbraio 2012, e riceve il Titolo di Sant’Atanasio. E’ stato membro del Dicastero per le Chiese Orientali.
Il suo messaggio per la commemorazione del beato Hossu
Uno degli ultimi interventi pubblici del cardinale Mureşan, già malato, è il messaggio preparato per la commemorazione del beato cardinale Iuliu Hossu, presieduta da Papa Leone XIV in Cappella Sistina. Sua beatitudine ricordava che la vita e il martirio del cardinale Iuliu Hossu ci parlano della sua “amicizia con Dio, con i fratelli e con il prossimo, al di là della religione o dell'etnia”. In questa amicizia e “nel servizio sincero e generoso di coloro che egli ha incontrato sul cammino della vita”, il beato Hossu, che Mureşan aveva avuto la gioia di incontrare nel domicilio coatto, ha trovato la forza “di perdonare e amare coloro che lo perseguitavano”. Il vescovo martire, concludeva il cardinale romeno “era anzitutto un uomo di Dio – ha concluso - che ci ha lasciato in eredità la sua lotta ininterrotta per la verità e per la giustizia”.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui