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Dalle profondità di Roma, la luce della fede dei martiri

Il 16 ottobre, al Parco di Commodilla dell'Urbe, presentato il restauro della basilica ipogea dei santi Felice e Adautto e del cubicolo di Leone. L’intervento, promosso dalla Fondazione Heydar Aliyev e dalla Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, ha restituito visibilità a un capitolo rilevante dell’arte paleocristiana romana

Maria Milvia Morciano – Città del Vaticano

Le catacombe di Commodilla, nel settore sud di Roma, tornano al centro dell’attenzione con la conclusione dei restauri che hanno interessato la basilica ipogea dei Santi Felice e Adautto e il cubicolo di Leone.

L’inaugurazione e i protagonisti

Nel corso della cerimonia di inaugurazione, nel Parco di via Giovannipoli a Roma, sono stati illustrati i risultati dell’intervento che ha interessato questi due nuclei centrali delle catacombe di Commodilla. Presenti Mehriban Aliyeva, presidente della Fondazione "Heydar Aliyev" della Repubblica dell’Azerbaigian, monsignor Pasquale Iacobone, presidente della Pontificia commissione di archeologia sacra, il presidente emerito cardinale Gianfranco Ravasi, l’ambasciatore dell’Azerbaigian presso la Santa Sede Ilgar Mukhtarov e il presidente dell’VIII Municipio, Amedeo Ciaccheri.

Iscrizione di Leo Officialis Annonae
Iscrizione di Leo Officialis Annonae

Un accordo di lungo corso

Il progetto nasce dall’accordo siglato nel 2021 tra la Fondazione "Heydar Aliyev" e la Pontificia commissione di archeologia sacra, che ha proseguito una collaborazione già consolidata. Negli ultimi anni, la stessa sinergia ha consentito di restaurare importanti complessi sotterranei, tra cui le catacombe dei Santi Marcellino e Pietro ad duas lauros e la collezione di sarcofagi del complesso monumentale di San Sebastiano fuori le mura.

Un complesso dalle origini antiche

Le catacombe di Commodilla, situate lungo via delle Sette Chiese nel quartiere Ostiense, costituiscono uno dei complessi cimiteriali più significativi della tarda antichità. Il sistema ipogeo, sviluppato su tre livelli ricavati da un’antica cava di pozzolana, accolse fin dal IV secolo le sepolture dei martiri Felice e Adautto, cui venne dedicata una piccola basilica sotterranea. Nel tempo il luogo divenne meta di pellegrinaggi e oggetto di restauri papali fino al IX secolo. Proprio nella basilica si conserva anche una delle più antiche iscrizioni in lingua volgare, il celebre graffito Non dicere ille secrita a bboce, “Non dire a voce alta le preghiere segrete”, testimonianza di straordinario valore per la storia della lingua e della liturgia.

Pannello con san Luca
Pannello con san Luca

Gli interventi nelle catacombe

Il programma dedicato a Commodilla ha avuto come obiettivo la tutela e la valorizzazione del sito, in vista di una sua apertura stabile al pubblico. Le prime fasi hanno riguardato la messa in sicurezza del cubicolo di Leone, che presentava problemi strutturali, risolti con interventi di consolidamento in materiali fibro-rinforzati.
Successivamente si è intervenuti sulle pitture della cosiddetta Basilichetta, dove sono tornate leggibili la raffigurazione dei martiri Felice e Adautto e la scena della Traditio Clavium. In essa Cristo, assiso sul globo e circondato dagli apostoli Pietro e Paolo e dai santi Stefano, Felice e Adautto, consegna le chiavi a Pietro. Accanto ai protagonisti compare la martire Merita, unica figura a conservarsi integralmente. Oltre a queste scene, di notevole rilievo si ricordano l’affresco della Madonna con il Bambino e i santi Felice e Adautto, e quello di san Luca con gli strumenti da chirurgo, testimonianze preziose della pittura paleocristiana a Roma.

Traditio clavium (consegna delle chiavi a Pietro)
Traditio clavium (consegna delle chiavi a Pietro)

Il cubicolo di Leone e le tecniche di restauro

L’ultimo lotto di lavori ha riguardato il cubicolo di Leone, decorato con un ciclo pittorico di grande rilievo per la storia dell’arte catacombale tardoantica. Gli affreschi, offuscati da concrezioni e depositi calcarei, sono stati recuperati grazie all’impiego di laser a bassa potenza, che ha permesso una pulitura selettiva delle superfici senza compromettere la materia originale. Il restauro ha utilizzato prodotti a ridotto impatto ambientale e consolidanti sviluppati con nanotecnologie, compatibili con le condizioni microclimatiche del contesto ipogeo. L’intervento è stato condotto con equilibrio tra ricerca scientifica e rispetto del tessuto storico e materiale del monumento.

Un patrimonio restituito

Grazie alla collaborazione tra la Fondazione Heydar Aliyev e la Pontificia commissione di archeologia sacra, le catacombe di Commodilla potranno essere reinserite nel circuito delle visite archeologiche, in un’area di Roma che conserva testimonianze decisive del primo cristianesimo. La restituzione degli affreschi dei santi Felice e Adautto e del cubicolo di Leone consente oggi di leggere con maggiore chiarezza un capitolo essenziale della pittura tardoantica, nel quale si delineano i linguaggi figurativi e teologici della Roma cristiana delle origini.
 

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16 ottobre 2025, 15:27