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Il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, alla Pontificia Università Urbaniana (foto © Teresa Tseng Kuang Yi) Il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, alla Pontificia Università Urbaniana (foto © Teresa Tseng Kuang Yi)

Parolin: soddisfazione per l’accordo su Gaza, serve ora buona volontà

Il segretario di Stato a margine di un convegno all’Urbaniana, commenta favorevolmente l’intesa siglata in Egitto per il Medio Oriente. Chiarisce che la sua intervista ai media vaticani, criticata dall’Ambasciata d’Israele, voleva essere “un invito alla pace” e assicura che si andrà avanti con l’Accordo sulla Cina, nonostante le “difficoltà” da affrontare con "pazienza e fiducia". Poi auspica che il Nobel per la pace a Maria Corina Machado sia "una via per la democrazia”

Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano

Esprime “soddisfazione generale”, il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, per l’accordo di pace tra Hamas e Israele siglato oggi in Egitto, con la mediazione Usa. Il porporato è nel pomeriggio alla Pontificia Università Urbaniana per la presentazione degli Atti del Convegno internazionale sul tema 100 anni dal Concilium Sinense: tra storia e presente. Ma prima di fare ingresso nell’Aula Magna, gremita di studenti e docenti, Parolin si ferma a rispondere alle domande dei cronisti sui temi di stretta attualità. L’accordo di cessate il fuoco a Gaza, anzitutto. “Un passo in avanti”, lo definisce il segretario di Stato; un passo in avanti per “la soluzione del conflitto di Gaza”. “Anche noi – afferma - ci uniamo a questa soddisfazione ed esprimiamo l'auspicio che questo sia appunto il primo passo di un cammino verso una pace duratura e definitiva”.

La dichiarazione dell'Ambasciata d'Israele sulla intervista ai media vaticani

Al cardinale anche una domanda sulla dichiarazione diffusa la scorsa settimana dall’Ambasciata d’Israele presso la Santa Sede contro l’intervista rilasciata ai media vaticani in occasione del 7 ottobre. Sul caso si era espresso già il Papa con i media fuori dalla residenza di Castel Gandolfo: “Il cardinale ha espresso molto bene l'opinione della Santa Sede in questo senso”, diceva Leone XIV. Oggi Parolin aggiunge che l’intervista pubblicata su Vatican News e L’Osservatore Romano “voleva manifestare la presenza e la partecipazione della Santa Sede a quanto era avvenuto il 7 ottobre, perché eravamo nell'anniversario, pur tenendo presente che erano in corso già i negoziati a Sharm El Sheikh in Egitto”. “Soprattutto” l’intervista “voleva essere un invito alla pace”: “Io non credo che c’è un’equivalenza morale tra l’una e l’altra situazione. Dove c’è violenza c’è sempre da condannare”, sottolinea Parolin. Dunque ciò che si voleva esprimere con quelle dichiarazioni è “il desiderio della pace”; il desiderio “di mettere fine a questa violenza e di avviare un cammino e un percorso di riconciliazione e di pace”.

E questo desiderio sembra concretizzarsi con l’Accordo odierno. Si tratta, però, ora di realizzarlo. “Penso che sia la parte più difficile – chiosa il cardinale - perché naturalmente ci sono anche tanti punti. Come dicono, il diavolo sta nei dettagli. E quindi ci sono tanti punti che chiedono di essere implementati e probabilmente sui quali non c'è perfetta coincidenza tra le due parti”. Ciò che serve è “la buona volontà”, afferma Parolin, plaudendo al fatto che comunque si sia arrivati a questo risultato: “Speriamo che si possa proseguire in questo senso”.

Avanti nel dialogo con la Cina

Non manca nel breve colloquio del segretario di Stato coi cronisti il riferimento alla Cina, alla luce del tema del convegno all’Urbaniana, e soprattutto sull’Accordo per le nomine dei vescovi siglato nel 2017 e già rinnovato due volte. Si andrà avanti su questa strada? “L’accordo sperimentale continua ad andare avanti, noi lo riteniamo sempre una cosa positiva, nel senso che ha permesso alla Santa Sede e alla Cina di trovare un minimo di consenso sulla questione fondamentale della nomina dei vescovi”, spiega il cardinale. Certo, “non mancano difficoltà” ma bisogna affrontarle “con tanta pazienza e tanta fiducia”. Attualmente “ci sono ancora gruppi che si dichiarano clandestini, però l’Accordo era proprio inteso a superare questa situazione di divisione e portare verso la normalizzazione della Chiesa”.

Già dall’inizio del pontificato di Leone XIV, sottolinea ancora il cardinale, alcuni “passi” sono stati compiuti: “Immagino che il Papa continuerà questa linea”, assicura. Ovvero la linea di dare testimonianza che si può “essere buoni cattolici ed essere buoni cinesi”, come ripeteva spesso Papa Francesco. “Questo vale per tutti i Paesi”, rileva Parolin. “L’essere buoni cattolici non contraddice per nulla anche la fedeltà alla propria patria e la collaborazione per la sua costruzione e per il benessere di tutta la società”.  

Il Nobel a Machado, via per ritrovare la democrazia

Immancabile la richiesta a colui che ben conosce il Venezuela, essendo stato nunzio dal 2009 al 2013, di un commento su Maria Corina Machado, l’attivista venezuelana oggi insignita del Nobel per la Pace. “Io spero che questa decisione che è stata presa nei confronti di Maria Corina possa davvero aiutare il Paese”, conclude Parolin. Questo il suo auspicio: “Che possa aiutare il Paese a ritrovare serenità, ritrovare la via della democrazia e della collaborazione tra tutte le parti politiche”.

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10 ottobre 2025, 17:30