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L'intervento di Paolo Ruffini al Seminario di Comunicazione dell’Arcidiocesi di Rio del Janeiro, dal 28 al 31 ottobre L'intervento di Paolo Ruffini al Seminario di Comunicazione dell’Arcidiocesi di Rio del Janeiro, dal 28 al 31 ottobre

Comunicazione, Ruffini: ricostruire fiducia nella notizia vera

Intelligenza artificiale, disinformazione, algoritmi e isolamento digitale. Sono alcuni dei temi affrontati dal prefetto del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, nel suo intervento al 12º Seminario di Comunicazione dell’Arcidiocesi di Rio del Janeiro, dal 28 al 31 ottobre. Le buone pratiche della comunicazione, ha detto, sono quelle che promuovono il dialogo

Mariane Rodrigues – Città del Vaticano

“Ogni informazione che diffondiamo è come un alimento: può nutrire o avvelenare”. Lo ha sottolineato Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, nel suo intervento al 12° Seminario di Comunicazione dell’Arcidiocesi di Rio de Janeiro, che si è tenuto dal 28 al 31 ottobre. Il prefetto ha riflettuto sul ruolo dei comunicatori nella contemporaneità, sviluppando temi di grande attualità: l’intelligenza artificiale, la disinformazione e le fake news, il potere degli algoritmi nella manipolazione dei contenuti e la solitudine generata dalle piattaforme digitali, dove si perde il contatto diretto tra le persone. Di fronte a questo scenario confuso e incerto, ha spiegato Ruffini, ciascuno può scegliere di ricostruire la fiducia nella notizia buona e vera, abbracciare il pluralismo e creare opportunità per promuovere spazi di ascolto, dialogo e ricerca instancabile della verità.

Il tema del Seminario quest’anno è: “Prendete il largo! (Lc 5,4) – La costruzione della voce e della presenza nelle strategie di comunicazione e nella gestione dei social network.” Il prefetto del Dicastero ha partecipato a una tavola rotonda dal titolo: “Educazione, Politica, Giornalismo e Salute: ponti per il dialogo sociale”. Accanto a lui la pneumologa e ricercatrice della Fiocruz, Maragareth Dalcolmo, il giornalista Gerson Camarotti, e l’educatrice Cláudia Sabino, impegnata nella formazione civica e nell’integrazione tra educazione e comunicazione.

Un momento del Seminario di Comunicazione a Rio de Janeiro
Un momento del Seminario di Comunicazione a Rio de Janeiro   (Emerson Fernandes, Diocesi di Tubarão)

Una comunicazione che costruisce ponti 

Ruffini ha parlato ai presenti della necessità di una comunicazione che abbia come fulcro la costruzione di ponti, la condivisione di idee, sogni, difficoltà e speranze, per contrastare la comunicazione dell’odio, dell’intolleranza, della sfiducia, della divisione e della rassegnazione. “Abbiamo bisogno di ascoltare storie, storie di bene, ma anche storie sbagliate, nelle quali esiste sempre la possibilità di cambiamento e redenzione; dobbiamo riscoprire, nell’ascoltarci, la bellezza della nostra umanità.” Abbracciare il pluralismo è anche un passo importante verso una comunicazione rispettosa tra le persone. Ruffini ha citato Papa Paolo VI, che disse: “Siamo pluralisti proprio perché siamo cattolici, cioè universali”, e il rispetto della realtà e della verità non deve essere limitato.

Pandemia e disinformazione

La pandemia di Covid-19, ha ricordato Ruffini, ha messo alla prova non solo scienziati e operatori sanitari, ma anche giornalisti e professionisti impegnati a diffondere informazioni veritiere. La diffusione incontrollata di fake news, nate in comunità digitali chiuse, si è rapidamente estesa ad altri gruppi, fino a raggiungere la stampa tradizionale, sottolinea Ruffini. “Durante l’era del Covid – ha spiegato - abbiamo visto come opinioni prive di fondamento scientifico venissero ampiamente diffuse e persino credute sui social network, anche all’interno della comunità medica. E questo ha generato confusione, perdita di fiducia, dipendenza patologica da fonti alternative e la diffusione di teorie surreali”. In un clima di confusione, molti hanno finito per credere alle menzogne e dubitare della verità. “Tutti cercano la verità ma non si fidano – ha ribadito - O, alla fine, si fidano di chi non merita quella fiducia”.

Paolo Ruffini (al centro) con i relatori del Seminario di Comunicazione di Rio de Janeiro
Paolo Ruffini (al centro) con i relatori del Seminario di Comunicazione di Rio de Janeiro   (Emerson Fernandes, Diocesi di Tubarão)

Intelligenza artificiale

Parlando poi di intelligenza artificiale, il prefetto del Dicastero per la Comunicazione ha sottolineato che offre conoscenze e praticità immense, ma allo stesso tempo è guidata da algoritmi che filtrano i contenuti attraverso i clic e possono indurre la società a credere in qualcosa che non esiste o non è mai accaduto. “Lo spazio apparentemente pubblico delle piattaforme e apparentemente neutro delle intelligenze artificiali è governato da algoritmi che nessuno di noi ha negoziato, ma che impongono le regole del gioco. Un gioco che può essere molto pericoloso”, ha avvertito. “Per la prima volta nella storia – ha sottolineato Ruffini - l’umanità si chiede se ciò che vede e sente sia reale o falso.”

Vuoto di incertezza e opportunità

Sebbene il contesto comunicativo sia pieno di sfide, insidie e vuoti digitali, per Ruffini questo è anche il tempo delle opportunità e delle scelte. “Un campo aperto dove possiamo scegliere di collaborare – ha spiegato - costruire ponti e alleanze tra uomini e donne di buona volontà; oppure lasciare che altri lo riempiano di caos e manipolazione”. Affrontare questo scenario richiede la ricostruzione della fiducia “per preservare la nostra umanità”, poiché una comunicazione distorta genera gruppi ostili invece di comunità solidali. “Possiamo e dobbiamo restituire alla comunicazione il suo significato originario, così vicino alla comunione – ha spiegato il prefetto - Comunicare significa cercare, anche ostinatamente, una relazione.”

L'intervento di Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione
L'intervento di Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione   (Emerson Fernandes, Diocesi di Tubarão)

Solitudine e isolamento digitale

Invece di creare ponti, la comunicazione può diventare strumento di divisione, polarizzazione e partigianeria, ha ammonito poi Ruffini, quando viene usata da chi se ne serve per fini oscuri o personali. Dobbiamo offrire un’alternativa, ha aggiunto, “di fronte a quanti sfruttano la paura, manipolano bisogni reali per scopi ideologici o personali, creando nemici da combattere e battaglie inesistenti per presentarsi come leader e salvatori”. Il prefetto ha poi affrontato il fenomeno della solitudine causata dall’iperconnessione e dal bombardamento informativo. “La crescita delle piattaforme digitali ci ha abituati a una vita senza contatto – ha osservato - ordinare cibo invece di cenare con gli amici, acquistare libri online invece di visitare biblioteche, lavorare da remoto, restare a casa senza contatto umano reale e senza costruire relazioni con i colleghi”.

In questo modo, secondo Ruffini, si perde la spontaneità degli incontri, anche imprevisti, e la capacità di creare relazioni al di fuori dei propri cerchi abituali. “La nostra vita fisica ha cominciato a somigliare a quella digitale. Un mondo bipolare, diviso tra ‘noi e loro’.” Una dicotomia che fa perdere all’essere umano la capacità di vivere nel pluralismo e di accettare il diverso. “Sta a noi rompere questo incantesimo. Ritrovarci. Riscoprire noi stessi nella bellezza del dialogo, dell’incontro, nella difficile ricerca della verità, che non è una minestra pronta.”

Una lezione di Ruffini durante il Seminario di Comunicazione di Rio de Janeiro
Una lezione di Ruffini durante il Seminario di Comunicazione di Rio de Janeiro   (Emerson Fernandes, Diocesi di Tubarão)

Il ruolo fondamentale della Chiesa

La Chiesa ha un ruolo fondamentale nella formazione dell’opinione pubblica, perché “tocca i cuori e le menti delle persone” ha sottolineato Ruffini, e promuove la ricostruzione della capacità di dialogare “e di incontrarci realmente di persona”. La sinodalità nella Chiesa esprime — secondo il prefetto — il principio concreto del “camminare insieme”. Ma avverte che non deve restare solo un concetto astratto: deve diventare un movimento reale: la scelta di vita dev’essere tra il servire il proprio egoismo o il frutto del dialogo e della comunità, “nella mensa pubblica dove tutti ci nutriamo”.

Il Seminario di Comunicazione

Durante i quattro giorni di attività, il 12° Seminario di Comunicazione dell’Arcidiocesi di Rio ha offerto conferenze, tavole rotonde e laboratori su evangelizzazione digitale, ufficio stampa, etica della comunicazione e presenza cristiana nei social media. Secondo l’organizzatore dell’evento, padre Arnaldo Rodrigues, anche responsabile della comunicazione della CNBB, lo scopo dell’incontro è stato quello di promuovere l’incontro tra fede, cultura e cittadinanza nel contesto della comunicazione, affrontando le sfide attuali della società. E’ stato più di una conferenza: “Uno spazio plurale di ascolto, riflessione e azione comune per rispondere alle sfide contemporanee della comunicazione, della tecnologia, dell’etica e della vita pubblica”.

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31 ottobre 2025, 16:14