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I partecipanti all'incontro a Brasilia I partecipanti all'incontro a Brasilia 

I preti in Brasile sulla missione digitale: al centro Cristo senza dimenticare i poveri

Presso il Centro Cultural Missionário a Brasilia, nella Casa Dom Luciano, si è svolta il 28 e 29 ottobre una due giorni di condivisione e riflessioni con sacerdoti provenienti da diverse regioni del Paese. Un incontro sulle sfide e le opportunità dell'evangelizzazione nell'ambiente digitale. Il prefetto Ruffini, in video-collegamento: "Se la Chiesa non offre una narrazione unificante, chi lo farà?"

Vatican News

Promosso dalla Commissione Episcopale per la Comunicazione della CNBB, con la consulenza di padre Tiago Síbula e Osnilda Lima, l'incontro che si è tenuto nella capitale brasiliana ha voluto offrire input ulteriori per una presenza autenticamente creativa ed evangelizzatrice dei religiosi sulle reti digitali.

La Chiesa non è un'azienda

Il primo giorno dell'incontro, i partecipanti hanno seguito le riflessioni di monsignor Jaime Spengler, presidente della CNBB, del nunzio apostolico in Brasile, monsignor Giambattista Diquattro, e di monsignor Valdir José de Castro, presidente della Commissione per la Comunicazione della CNBB. Nel suo discorso, il nunzio ha ricordato le parole di Papa Leone XIV nell'Esortazione Apostolica Dilexi te, sottolineando l'importanza di lasciarci evangelizzare dai poveri e di riconoscere la saggezza che scaturisce dalle loro esperienze: “Solo confrontando le nostre lamentele con le loro sofferenze e privazioni è possibile ricevere un 'rimprovero' che ci invita a semplificare la vita”. Monsignor Spengler ha sottolineato che evangelizzare significa partecipare alla comunicazione divina. Il presidente della CNBB ha inoltre osservato che è importante costruire ponti e promuovere l'unità, senza confondere l'unità con l'uniformità. «Non possiamo pensare alla Chiesa in termini di funzionalità o come un'azienda. Siamo una comunità di battezzati e discepoli con una stessa missione, anche se con percorsi e vocazioni diverse». Ha anche precisato che il «continente digitale» è un nuovo spazio missionario che sfida la Chiesa: «I confini sono stati superati. Come essere evangelizzatori oggi in una cultura urbana e digitale? Come promuovere il “noi” in una società segnata dall’individualismo?».

Promotori di comunione in ascolto dei più fragili

Dom Valdir José de Castro, presidente della Commissione, ha sottolineato che la comunicazione è innanzitutto una realtà umana, che richiede comunione e relazioni fraterne: «Siamo consapevoli dell'importanza dei mezzi di comunicazione, ma prima di essere strumenti tecnici dobbiamo essere promotori di comunione». Ha sottolineato la necessità di camminare insieme nella diversità dei doni, ricordando il messaggio di Papa Leone XIV al Giubileo dei Missionari Digitali e degli Influencer Cattolici, che ha invitato i comunicatori a lavorare per la rete di Dio: «Reti d'amore che riparino ciò che è rotto e curino la solitudine. Reti che diano spazio all'altro più che a noi stessi, dove nessuna ‘bolla di filtri’ possa cancellare la voce dei più deboli”.

Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione, ha parlato attraverso un video con una riflessione sui sacerdoti in missione digitale al servizio della comunione. C'è stato spazio di interazione con i sacerdoti. Ciò che ci unisce veramente, ha rimarcato, è molto più grande di noi e delle reti che costruiamo. Perché ci trascende. Perché non viene da noi, ma da Dio. Questo è ciò che rende tutti noi battezzati discepoli missionari. Questo è il segreto della Chiesa: una rete di persone e non di algoritmi; tanto meno di chatbot. Una rete in cui nessuno è al centro e, al contrario, come ci ha ricordato Papa Leone XIV, - ha sottolineato - tutti dovrebbero avere il desiderio di scomparire affinché Cristo rimanga, il desiderio di diventare piccoli affinché sia Lui, e non noi, ad essere conosciuto e glorificato. 

Curare il virus della divisione

Ha inoltre evidenziato come i dati mostrano che, mentre la fiducia nei media tradizionali è diminuita notevolmente, la fiducia nelle fonti alternative (influencer, podcaster...) è aumentata. Le persone ora ottengono informazioni principalmente online (sui cellulari): dai social network (51% in Brasile), poi dalla televisione e solo una piccola percentuale ancora dalla stampa – in Brasile solo l'11%. Il prefetto ha approfondito alcune dinamiche che governano i social, molto spesso terreno di hate speech. Ricorda poi il messaggio che Papa Francesco ha lasciato pochi mesi prima della sua dipartita, quasi un testamento spirituale: In che modo seminiamo speranza in mezzo a tanta disperazione che ci tocca e ci interpella? Come curiamo il virus della divisione, che minaccia anche le nostre comunità? La nostra comunicazione è accompagnata dalla preghiera? O finiamo per comunicare la Chiesa adottando forse le regole del marketing aziendale? "Credo che Papa Francesco, con queste domande, abbia voluto dirci che spetta a noi, a tutti noi insieme, svuotarci di noi stessi e lasciarci riempire da Dio, testimoniare che è possibile evitare questa deriva. Non lasciarsi trascinare da essa". Spetta a noi gettare la rete dall'altra parte. E anche riparare le reti, come ci ha invitato Papa Leone. Il rischio, ha aggiunto, è quello di trasformare la comunità in pubblico, e il pubblico in merce, finendo per diventare noi stessi merce. "Se la Chiesa non offre una narrazione unificante, chi lo farà? I veri leader dell'umanità sono quelli che uniscono, non quelli che dividono. Bisogna lavorare sodo, essere creativi. Questa è la nostra missione", ha sottolineato Ruffini. 

L'autenticità della presenza digitale

Durante l'incontro, anche padre Joãozinho ha sottolineato l'importanza di generare comunione come essenza della comunicazione. Riflettendo sul significato di una presenza digitale autentica ed evangelizzatrice, padre Joãozinho ha ricordato l'invito di Benedetto XVI affinché la Chiesa riconosca l'ambiente virtuale come un nuovo continente missionario. Nella stessa ottica, fra Gilson ha anche fatto riferimento alla figura di Giovanni Battista che in fondo era solo un servitore del messaggio. La vera autenticità sta nel mantenere l'attenzione su Cristo. Padre Júlio Lancellotti ha sottolineato che più che riunirsi è importante che tutti siano uniti, perché tutti sono servitori, seguaci di Gesù. 

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30 ottobre 2025, 16:43