Cerca

Il sacerdote Carmelo De Palma (1876-1961) Il sacerdote Carmelo De Palma (1876-1961)

A Bari la beatificazione di Carmelo De Palma, “eroe del confessionale"

Domani nel capoluogo pugliese il cardinale Semeraro presiederà la Messa di beatificazione del sacerdote diocesano che spese l'esistenza come confessore e direttore spirituale. Il postulatore: un cuore generoso che si è fatto padre, educatore e fratello per molti

Romano Gambalunga *

Datorem hilarem diligit Deus! Dio ama un donatore gioioso!”: era questo il motto di Carmelo De Palma, sacerdote dell’arcidiocesi di Bari-Bitonto, che domani, sabato 15 novembre, alle 10 viene beatificato nella cattedrale di San Nicola del capoluogo pugliese. La celebrazione, che inizia alle 10, è presieduta dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei santi e rappresentate del Papa.

La formazione teologica

De Palma nasce a Bari, nella città vecchia, il 27 gennaio 1876, terzogenito di cinque fratelli. La famiglia non è agiata e all’età di 5 anni rimane orfano di entrambi i genitori. A dieci entra nel seminario di San Nicola, successivamente compie gli studi teologici a Napoli, dove viene ordinato sacerdote nel 1898.

La corrispondenza con Alfredo Ildefonso Schuster

Soffrendo di dolori di testa, si reca per qualche tempo a Montecassino, presso il monastero dei benedettini, dove conosce Alfredo Ildefonso Schuster - futuro cardinale di Milano, beatificato da san Giovanni Paolo II nel 1996 - col quale inizia una corrispondenza. Attratto dalla spiritualità benedettina vorrebbe diventare monaco, ma non è la sua vocazione, per cui decide di rimanere nel Capitolo di san Nicola. In quell’occasione il cardinale Schuster gli scrive: “Ti farai santo lo stesso”.

La cura della liturgia

Nel 1899, oltre alla laurea in Sacra teologia, consegue quella in Lettere presso l’Università degli studi di Napoli. Nel 1902 va a Roma per completare gli studi presso il Collegio Leoniano e nello stesso anno è nominato canonico della basilica di san Nicola, dove riceverà nel tempo diversi incarichi. Il Gran priore della basilica gli affida la direzione spirituale delle monache del monastero di santa Scolastica, e lui risponde con passione e diligenza per quarant’anni, curando spiritualità e liturgia; inoltre, si prende  cura degli oblati e delle oblate di san Benedetto.

Il contributo alla conversione di molti laici

Nel 1926 è nominato assistente della Gioventù femminile di Azione cattolica (poi anche delle Donne) e sostiene e anima l’Unione apostolica del clero (fondata a Bari nel 1957). Cura inoltre la direzione spirituale di molti laici, tra i quali i servi di Dio Giovanni Modugno (uno dei maggiori pedagogisti del ’900), alla cui conversione il De Palma contribuì molto, e Bina Morfini, fondatrice del terz’ordine carmelitano a Bari. Chiamato “eroe del confessionale”, continua a esercitare questo ministero fino alla fine della vita, nonostante diversi malanni fisici.

La lunga malattia

Una progressiva perdita della vista rende necessaria la dispensa dalla recita del breviario, che sostituisce con quella dell’intero Rosario, e dal celebrare la messa propria di ogni giorno, che, a memoria, sostituisce sempre con quella della Madonna. Negli ultimi mesi di vita è costretto all’immobilità. Muore il 24 agosto del 1961 per insufficienza cardiaca; sulla sua lapide ha voluto che si scrivesse soltanto: Carmelus De Palma sacerdos Christi.

L’attenzione ai poveri e agli esclusi

La sua beatificazione è al contempo un dono e una indicazione dello Spirito alla Chiesa di Cristo che è in Bari, essendo De Palma una figura singolare di sacerdote, cultore dei Padri e della liturgia, molto radicato nella tradizione teologica e spirituale cattolica e proprio per questo capace di prendersi cura con attenzione, disponibilità, affetto ed efficacia di ogni categoria di persone: poveri e ricchi, colti e analfabeti, laici e consacrati, giovani e vecchi.

Un'altra immagine del sacerdote Carmelo De Palma
Un'altra immagine del sacerdote Carmelo De Palma

Sempre orientato a Cristo

Ha percorso il cammino di santificazione con grande desiderio e fiducia nell’opera della grazia lungo tutto l’arco della sua esistenza terrena, senza tentennamenti, senza stancarsi, sempre orientato a Dio, sostenuto dalle lunghe ore di preghiera davanti al tabernacolo o meditando con Maria la vita di Cristo mediante il rosario; e sorretto dalla celebrazione liturgica, dall’esercizio del ministero della Riconciliazione e della misericordia di Dio nei confronti di quanti a lui si accostavano.

La spiritualità benedettina

Molto sentita in lui anche la pratica della direzione spirituale, in particolare verso la gioventù di ambo i sessi, insieme alla passione verso la spiritualità benedettina nella quale si immergeva nei frequenti soggiorni presso il monastero di Montecassino. Nelle tante e varie incombenze della vita sacerdotale, ha sempre avuto come obiettivo quello di santificarsi e santificare, praticando una continua ascesi di conformazione a Cristo, per lui realmente via, verità e vita.

Ascolto e consolazione

Ha vissuto il ministero in leale collaborazione con i vescovi e con cuore generoso si è fatto padre, educatore e fratello per molti. Presenza discreta ma costante nel tessuto ecclesiale e civile della città, ha accompagnato giovani e adulti nel cammino della fede, sostenendo con premura i laici impegnati e offrendo ascolto e consolazione a chi era nel bisogno.

Il ministero sacerdotale come via di santificazione

Le parole che si leggono nel Decreto Presbyterorum ordinis del Concilio ecumenico Vaticano II, a proposito delle vie di santificazione dei Pastori e dei sacerdoti, si applicano perfettamente a lui: “I presbiteri raggiungeranno la santità nel loro modo proprio se, nello Spirito di Cristo, eserciteranno le proprie funzioni con impegno sincero e instancabile”. Il ministero sacerdotale è di per sé e in sé via di santificazione personale, di piena maturità e conformazione alla persona di Cristo. De Palma infatti, più esercitava il ministero sacerdotale — ministero della Parola di Dio, che amava costantemente; ministero della guida e dell’educazione della comunità cristiana e dei singoli fedeli; ministero della santificazione del popolo di Dio con i sacramenti; ministero e della carità e del servizio — più si santificava sviluppando un’umanità attraente, che irradiava pace e convinceva i cuori a vivere con radicalità il Vangelo, fonte di bene per tutti quelli che lo avvicinavano.

Il supporto a tante vocazioni

Molti testimoni asseriscono che è stato instancabile supporto e sostegno di tante vocazioni e di tanti giovani, particolarmente premuroso con i sacerdoti e i poveri, pronto a sopperire generosamente a tante necessità materiali e spirituali del popolo di Dio.

“Il prete deve fare solo il prete”

Al di là di tutto, De Palma ha voluto essere sempre e solo somigliante a Cristo, il più bello tra i figli dell’uomo. Immersi nella complessità del cambio d’epoca attuale,  la frase da lui pronunciata in occasione di un incarico di insegnamento di latino e greco nei licei che le autorità scolastiche statali gli volevano conferire e che egli rifiutò, è illuminante di tutto il suo cammino: “Il prete deve fare solo il prete!”.

* Postulatore

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

14 novembre 2025, 15:30