Expo Missionaria Vaticana 1925, spartiacque di un mondo glocale
Paolo Ondarza – Città del Vaticano
“È urgente la necessità di sostenere e maggiormente sviluppare gli studi storici” e “la collaborazione scientifica è una strada privilegiata da percorrere”. Il cardinale Luis Antonio Gokim Tagle, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione e gran cancelliere della Pontificia Università Urbaniana ha lanciato questo appello, ieri sera dalla Sala Conferenze dei Musei Vaticani, nel saluto di chiusura del convegno internazionale di studi svoltosi il 5 e 6 novembre a Roma e in Vaticano.
Oltre un milione di visitatori
L’assise dal titolo “A un secolo dall’Esposizione Missionaria Vaticana spartiacque di un mondo glocale (1925-2025)” è stata organizzata dall’Urbaniana, dalla Università IULM, dai Musei Vaticani e dal Pontificio Comitato di Scienze Storiche. Obiettivo: fare memoria di un grande evento storico che, per raccontare le missioni cattoliche, tra il 21 dicembre 1924 ed il 10 gennaio 1926 registrò oltre un milione di visitatori.
La memoria per costruire la pace
La memoria è premessa per costruire la pace, ha evidenziato Tagle richiamando i pressanti appelli di Leone XIV "che illuminano il presente in modo glocale", ma anche l’insegnamento di Francesco. “Chi non sa guardare indietro alle proprie origini non potrà raggiungere la propria destinazione”, ha proseguito citando un proverbio che nelle Filippine i nonni tramandano ai propri nipoti. Quindi il suggerimento, in vista del prossimo convegno internazionale, di identificare “centri di ricerca in Africa, Asia, Oceania, America Latina e Medio Oriente” per favorire sinergie nell’imbastire un tessuto di coscienza storica universale e fraterna”.
Un lavoro corale
Frutto di una collaborazione inter-istituzionale il convegno svoltosi tra le sedi della IULM, dell’Urbaniana e dei Musei Vaticani, ha visto avvicendarsi al tavolo dei relatori tanti temi e stimoli per una riflessione sul passato, sul presente e sul futuro della missione universale della Chiesa. “Nel settantesimo del nostro Pontificio Comitato di Scienze Storiche”, ha ricordato il presidente padre Marek Inglot, “Papa Francesco ci chiese di lavorare insieme evitando chiusure mentali e ideologiche, nel rispetto della verità e al fine di offrire un contributo al dialogo della Chiesa con il mondo contemporaneo”.
Culture in dialogo
Un mandato in continuità con l’iniziativa lungimirante di Pio XI che cento anni fa volle in Vaticano l’Esposizione Missionaria per favorire la conoscenza di culture e realtà diverse. Lo ha messo in luce il rettore della Pontificia Università Urbaniana Vincenzo Buonomo annunciando una prossima pubblicazione degli atti del convegno.
Pio XI, Papa delle missioni
Pio XI è ricordato come “Papa delle missioni”. La sua significativa scelta di inaugurare l’Esposizione Vaticana il 21 dicembre 1925, tre giorni prima dell’apertura della Porta Santa è stata sottolineata da Mario Luigi Grigani, docente alla facoltà di Missiologia dell’Urbaniana che ha anche ricordato la decisione dell’allora Vescovo di Roma di rendere permanente la fruizione di gran parte delle centomila opere giunte per l’Expo. Decise infatti l’istituzione di un Museo Etnologico, la cui prima sede fu il Palazzo Lateranense. “Papa Ratti - ha detto - paragonava l’Esposizione Missionaria ad un libro che doveva rimanere aperto a Roma, centro propulsore di tutte le missioni”.
L’expo che cambiò i Musei Vaticani
L’Expo del 1925 cambiò la storia dei Musei Vaticani, ha affermato la direttrice Barbara Jatta. Erede del Museo Etnologico, trasferito in Vaticano da Paolo VI, è oggi Anima Mundi. “Un orgoglio della nostra istituzione”, lo ha definito, ricordando il grande lavoro svolto prima da padre Nicola Mapelli e oggi da Nadia Fussiello che si sono avvicendati negli ultimi anni alla responsabilità del museo.
“L’arte è strumento di incontro” ha sottolineato la rettrice della IULM Valentina Garavaglia citando l’invito di Leone XIV, Pontefice missionario, a riflettere sull’“educare” come “atto di speranza”.
Un nuovo modo di “dire” l’altro
La ricostruzione del turbolento clima storico in cui si inserirono sia il Pontificato di Pio XI che l’Expo sono state al centro della relazione di Gianpaolo Romanato, docente all’Università degli Studi di Padova: un periodo segnato da regimi totalitari, ma anche un momento fondamentale nella ricostruzione e ridefinizione dell’identità cattolica nel mondo contemporaneo. “La prima guerra mondiale era stata un trauma”, ha osservato Claude Prudhomme, dell’Université Lumière Lyon 2: “Nel 1925 il Papa decise di rimettere al centro la Chiesa, nacque la missionologia come scienza, un nuovo modo di dire l’altro e vivere la fede cattolica”.
La missione al centro
Sulla stessa linea l’intervento di Antoine De Padou Pooda, docente alla Facoltà di Missiologia dell’Urbaniana, secondo il quale “L’Esposizione del 1925 è espressione di “una Chiesa missionaria che ha posto al centro le missioni, abbandonando un approccio eurocentrico in un cammino di comprensione reciproca, di comunione nella diversità”.
Roma, centro dell’universalità della Chiesa
Nello stesso tempo in quell’occasione “Roma si affermava come capitale dell’evangelizzazione, luogo in cui mostrare l’universalità della Chiesa”, ha fatto notare don Diego Pinna, vice rettore dell'Almo Collegio Capranica in Roma. “Il 21 dicembre 1924, una domenica, Pio XI inaugurando l’Esposizione Missionaria offrì un impulso alle missioni dell’intera comunità cattolica”.
La partecipazione del Vaticano alle Expo Universali
Ideata per illustrare la diffusione capillare delle missioni cattoliche nel mondo e far conoscere le tradizioni, culturali, artistiche e spirituali dei diversi popoli, l’Esposizione Missionaria di cento anni fa si inserisce nel contesto delle grandi Esposizioni Universali nate nel 1851 a Londra. Tutte seguite con assiduità dal Vaticano che conta 25 presenze fino ad oggi, l’ultima ad Osaka nel 2025. Un’ampia panoramica è stata offerta da Micol Forti, curatrice della collezione d’arte moderna e contemporanea dei Musei Vaticani che ha ripercorso l’interesse costante dei Pontefici a partire da Pio IX di raccontare nei padiglioni di queste gigantesche mostre internazionali l’attività ecclesiale in ambito educativo e missionario.
I lavori del congresso si sono svolti nella giornata di mercoledì 5 novembre a Palazzo Cipolla, sede dell'Università UILM. Giovedì 6 la sessione mattutina ha avuto luogo nell'Auditorium Giovanni Paolo II della Pontificia Università Urbaniana, mentre quella pomeridiana si è spostata presso la Sala Conferenze dei Musei Vaticani con la visita conclusiva al Museo Anima Mundi.
In mostra la Biblioteca dell’Expo
Legata al convegno la piccola mostra “Biblioteca Missionum”, presentata per la sola giornata di giovedì 6 novembre presso la Pontificia Università Urbaniana: un compendio della Biblioteca dell’Esposizione Missionaria confluita poi nella Biblioteca dell’Ateneo sul Gianicolo. Offerti alla visione dei partecipanti al congresso gli elenchi che accompagnavano il materiale librario inviato nelle casse dai missionari, i testi di medicina provenienti dai vari continenti, le grammatiche e i catechismi tradotti nelle lingue locali.
Il cardinale Tagle ha scelto di concludere il convegno con le parole del vescovo metropolita ortodosso di Pergamo Ioannis Zizioulas, morto nel 2023, convinto sostenitore del ‘Remembering the future’, ‘Ricordare il futuro.’ "Per i cristiani, il futuro è il Regno di Dio già compiuto in Gesù", ha detto il porporato. "Ricordare il nostro futuro in Gesù illumina anche il nostro ricordo del passato e la nostra costruzione del presente. Questa è la nostra speranza", ha concluso.
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