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L'arte come relazione, la collezione Piccioni ai Musei Vaticani

Al via da oggi ai Musei Vaticani la mostra “L’irrefrenabile curiosità. Capolavori del Novecento dalla Collezione di Leone Piccioni”. Allestita nelle Salette Borgia fino al 18 aprile 2026, l’esposizione è frutto della generosa donazione alle collezioni pontificie delle opere raccolte dal celebre scrittore, critico e giornalista nato cento anni fa a Torino

Paolo Ondarza – Città del Vaticano

“Mio vanto, mio patrimonio”. Lo scrittore, critico letterario e artistico, giornalista e regista, Leone Piccioni definiva così la sua collezione di opere d’arte. Una raccolta che non mirava esclusivamente al valore o al prestigio. Essa è soprattutto frutto di incontri, interessi, amicizie con chi quei capolavori li aveva prodotti. Di queste relazioni Piccioni è stato geloso custode. Prima fra tutte quella con Giuseppe Ungaretti con cui nel 1948 si laureò e al quale rimarrà legato per sempre.

Mario Mafai	 (Roma 1902-1965) Fiori, 1958 Olio su tela, cm 85 x 65  Dono Gloria e Giovanni Piccioni, 12/01/2024 Musei Vaticani, Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea (foto Vatican News - Paolo Ondarza)
Mario Mafai (Roma 1902-1965) Fiori, 1958 Olio su tela, cm 85 x 65 Dono Gloria e Giovanni Piccioni, 12/01/2024 Musei Vaticani, Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea (foto Vatican News - Paolo Ondarza)

Un intellettuale curioso

L’irrefrenabile curiosità è una citazione da una lirica del poeta, precursore dell’ermetismo; ma è anche l’attitudine di Piccioni nei confronti “di tutte le forme di cultura, pensiero e trasformazione delle idee e del dialogo”, sottolinea Micol Forti, responsabile della Collezione d’arte moderna e contemporanea dei Musei Vaticani. Insieme ai suoi collaboratori, ha scelto queste parole dell’universo di Ungaretti come titolo della mostra allestita nelle Salette Borgia delle collezioni pontificie.  

Ascolta l'intervista a Micol Forti

La donazione ai Musei Vaticani

Oltre a ricordare i cento anni dalla nascita di Leone Piccioni, l’esposizione vuole celebrare l’importante donazione ai Musei Vaticani di 25 opere della raccolta, da parte dei figli Gloria e Giovanni. Un corpus che va ad aggiungersi alle oltre novemila della collezione pontificia voluta da Paolo VI nel 1973.  Le opere in rassegna raccontano il legame con Ungaretti, l’attività giornalistica, l’attenzione alle “cose della natura”, ma anche alle tematiche sociali, tra figurativo e astratto.

Jean Fautrier 	 (Paris 1898 – Châtenay-Malabry 1964) Projections (Dedicata a Ungaretti), 1962 Acquaforte, acquatinta, lavis e gaufrage (II stato; es. 1/25), mm 573 × 805 Dono Gloria e Giovanni Piccioni, 12/01/2024 Musei Vaticani, Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea
Jean Fautrier (Paris 1898 – Châtenay-Malabry 1964) Projections (Dedicata a Ungaretti), 1962 Acquaforte, acquatinta, lavis e gaufrage (II stato; es. 1/25), mm 573 × 805 Dono Gloria e Giovanni Piccioni, 12/01/2024 Musei Vaticani, Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea

Una rete di amicizie

“Prima di creare una collezione” - rimarca Forti – “Leone Piccioni ha creato una rete di amicizie, di contatti e di scambi che hanno dato vita ad un nucleo davvero prezioso. Da Giorgio Morandi ad Alberto Burri, da Jean Fautrier a Carrà, passando per Capogrossi fino a Schifano, Giosetta Fioroni, Afro. È un percorso nell'arte italiana del Novecento”.  

Renato Guttuso  (Bagheria 1911- Roma 1987)  A Majakovskij, 1963  olio su tela, 92,5 x 73,2 cm  in basso a destra: «Guttuso>>>  sul retro: <<10-8-63/ Guttuso / a Majakovskij>>>  provenienza: Roma, Collezione di Leone Piccioni  dono di Gloria e Giovanni Piccioni, 12/01/2024  Città del Vaticano, Musei Vaticani, Collezione d'Arte  Moderna e Contemporanea (Foto Vatican News - Paolo Ondarza)
Renato Guttuso (Bagheria 1911- Roma 1987) A Majakovskij, 1963 olio su tela, 92,5 x 73,2 cm in basso a destra: «Guttuso>>> sul retro: <<10-8-63/ Guttuso / a Majakovskij>>> provenienza: Roma, Collezione di Leone Piccioni dono di Gloria e Giovanni Piccioni, 12/01/2024 Città del Vaticano, Musei Vaticani, Collezione d'Arte Moderna e Contemporanea (Foto Vatican News - Paolo Ondarza)

“L’arte e la poesia sono fatte dagli uomini, dalle persone, dai singoli autori. Conoscerli nella loro vita quotidiana, attraverso le loro idee e posizioni anche distanti, arricchisce lo  sguardo di critico e di collezionista di Leone Piccioni”.

Le opere in mostra - Foto Vatican News (Paolo Ondarza
Le opere in mostra - Foto Vatican News (Paolo Ondarza

Maestri ed amici

Non a caso si intitola Maestri e Amici il suo volume più noto in cui raccoglie i profili di intellettuali contemporanei, fondendo aneddoti personali a una sofisticata lettura critica.

3 II dipinto di Carlo Carrà La marina dell'approdo del 1952, scelto per la sigla di apertura della trasmissione L'Approdo TV, 1963
3 II dipinto di Carlo Carrà La marina dell'approdo del 1952, scelto per la sigla di apertura della trasmissione L'Approdo TV, 1963

Da Leopardi alla Rai

Figlio dell’avvocato e politico Attilio Piccioni e fratello del musicista Piero, Leone Piccioni coltiva fin da giovanissimo la passione per l’arte e la letteratura. Formatosi all’Università di Firenze alla scuola di Roberto Longhi e Domenico De Robertis, a Roma si laurea con Ungaretti, approfondendo le varianti delle dieci Canzoni di Leopardi. In Rai, dopo l’assunzione nel 1946, compirà una fortunata carriera fino al 1991: da redattore della rivista “L’Approdo letterario” - prima cartacea, poi radiofonica e dal 1972 televisiva - a vicedirettore della Radio Televisione Italiana.

Venturino Venturi  (Loro Ciuffenna 1918 - Terranuova Bracciolini 2002) Maternità, 1965 Pietra, cm 63 x 30 x 27 Dono Gloria Piccioni, 04/07/2025 Musei Vaticani, Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea
Venturino Venturi (Loro Ciuffenna 1918 - Terranuova Bracciolini 2002) Maternità, 1965 Pietra, cm 63 x 30 x 27 Dono Gloria Piccioni, 04/07/2025 Musei Vaticani, Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea

Un divulgatore di qualità

Non amava qualificarsi come “storico dell’arte”; piuttosto, vedeva sé stesso come un divulgatore: “La carriera alla Rai corre parallelamente a quella scientifica e accademica”, precisa Micol Forti. “Per Piccioni tutte le forme di idee e contenuti devono poter essere divulgate al grande pubblico, senza mai rinunciare alla qualità e alla profondità dei contenuti. Ogni linguaggio parla agli occhi, al cuore, alle menti e questa straordinaria unicità che l'arte porta con sé è stata sempre sostenuta da Leone Piccioni attraverso il suo lavoro di giornalista e di divulgatore”.

Renato Guttuso (Bagheria 1911 – Roma 1987) Monterosa in verde, 1968 ca. Olio su tela, cm 75,4 x 95 Dono Gloria e Giovanni Piccioni, 12/01/2024 Musei Vaticani, Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea
Renato Guttuso (Bagheria 1911 – Roma 1987) Monterosa in verde, 1968 ca. Olio su tela, cm 75,4 x 95 Dono Gloria e Giovanni Piccioni, 12/01/2024 Musei Vaticani, Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea

L’approdo letterario

Tra la capitale italiana e Forte dei Marmi, dove conosce la moglie Osanna Doni, intesse relazioni con scrittori e artisti. Da Cesare Pavese a Carlo Carrà, dal quale nel 1952 acquista la Marina dell’approdo, immagine che sceglierà per la sigla della fortunata trasmissione tv. Porta davanti alle telecamere intellettuali di spicco come Giulio Carlo Argan, Carla Lonzi o Cesare Brandi. Dall’inizio degli anni Settanta si stabilisce a Pienza contribuendo alla rinascita culturale della città, che nel 1991 lo riconosce come cittadino onorario.

Mario Marcucci (Viareggio 1910-1992)  Crocifissione, 1940 са.  sul retro: Vaso di fiori  tempera su compensato, 39,5 cm diametro  provenienza: Roma, Collezione di Leone Piccioni dono di Gloria e Giovanni Piccioni, 12/01/2024 Città del Vaticano, Musei Vaticani, Collezione d'Arte  Moderna e Contemporanea (foto Vatican News - Paolo Ondarza)
Mario Marcucci (Viareggio 1910-1992) Crocifissione, 1940 са. sul retro: Vaso di fiori tempera su compensato, 39,5 cm diametro provenienza: Roma, Collezione di Leone Piccioni dono di Gloria e Giovanni Piccioni, 12/01/2024 Città del Vaticano, Musei Vaticani, Collezione d'Arte Moderna e Contemporanea (foto Vatican News - Paolo Ondarza)

La memoria e il privato

Dopo la morte nel 2018 i figli si dedicano alla promozione della sua memoria. Parte della preziosa biblioteca è donata all’Archivio centrale dello Stato, insieme agli scambi epistolari con intellettuali e artisti. Significativo il lascito ai Musei Vaticani. La mostra coinvolge il visitatore in uno spazio intimo, privato. La “Crocifissione” davanti al mare, dipinta da Marco Marcucci si trovava nella camera da letto dei coniugi Piccioni. Dello stesso artista il ritratto del figlio “Giovannino” che con freschezza e indagine psicologica riconduce alle estati trascorse dalla famiglia Piccioni in Versilia.

George Grosz 	 (Berlin 1893-1959) Il reduce, 1922 ca. China su carta, mm 491 x 372 Dono Gloria e Giovanni Piccioni, 12/01/2024 Musei Vaticani, Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea
George Grosz (Berlin 1893-1959) Il reduce, 1922 ca. China su carta, mm 491 x 372 Dono Gloria e Giovanni Piccioni, 12/01/2024 Musei Vaticani, Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea

Un patrimonio condiviso

“Siamo veramente molto grati a Gloria e Giovanni Piccioni”, tiene a precisare la curatrice della Collezione di arte contemporanea dei Musei Vaticani. “Condividere le opere che sono state nella propria casa, che si sono viste fin dall'infanzia, di cui si ricorda la posizione e lo stretto legame con il padre è uno strappo di cui riconosciamo il coraggio e il peso. Questo è a favore di tutti noi, della collettività.

I Musei Vaticani in dialogo con l'arte contemporanea

Oggi queste opere sono visibili al pubblico e, terminata la mostra, saranno inserite parzialmente nell’allestimento permanente della collezione vaticana, a disposizione delle generazioni future, in ossequio al mandato di Paolo VI a mantenere vivo il rapporto con la cultura contemporanea. "Papa Montini - ricorda il Direttore dei Musei Vaticani Barbara Jatta - esortava a riprendere il dialogo con gli artisti che erano profeti e poeti del nostro tempo. Papa Francesco ci ha chiesto di essere una casa aperta: al dialogo, alla creazione di ponti. Nel Giubileo della speranza questa mostra conferma la speranza che il seme creativo sia sempre a servizio della spiritualità e della fede".

Ascolta l'intervista a Barbara Jatta

Un uomo di fede

"Leone Piccioni - prosegue Barbara Jatta - è stato una figura importante per la storia e la cultura italiana contemporanea. L'esposizione che inauguriamo oggi segna una tappa importante per i Musei Vaticani: un legame stretto con un uomo di fede che ha dialogato con i grandi del suo tempo. I figli Gloria e Giovanni hanno voluto donare la collezione Piccioni in memoria dell'attenzione che il padre ha sempre dato alla Chiesa Cattolica".

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13 novembre 2025, 14:40