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La cura della terra nel rispetto dei suoi ritmi e limiti La cura della terra nel rispetto dei suoi ritmi e limiti  (Copyright (c) 2020 Andrey_Popov/Shutterstock. No use without permission.)

Restarting the Economy: il valore di un'”economia dell'abbastanza"

Dal 28 al 30 novembre, a Castel Gandolfo, si tiene Restarting the Economy, l’incontro globale promosso da The Economy of Francesco. Un appuntamento internazionale per ripensare l’economia alla luce del Giubileo, tra giustizia sociale, cura della terra e liberazione dal debito

di Rita Sacramento Monteiro

Fin dall’inizio della nostra storia, la creatività e l’ingegno umano ci hanno permesso di superare limiti e di creare e plasmare nuove realtà. Il mondo contemporaneo lo testimonia nei progressi portati dalla tecnica e dalla tecnologia. Superare i limiti fa parte di ciò che siamo: co-creatori insieme a Dio. Appartiene ai nostri desideri più profondi — cerchiamo possibilità, desideriamo esprimerci. Superare i limiti ci ha sempre condotti a scoprire e svelare nuove realtà; ma in un mondo segnato da squilibri ecologici — sulla Terra, negli esseri viventi e nelle vite umane — i limiti portano un significato e una forza che devono essere riscoperti nel nostro tempo.

Di solito associato a qualcosa di negativo che sembra restringere la nostra libertà, il limite non annulla le possibilità — ne apre di nuove. Dal latino limes, limitis — che evoca una frontiera, un margine, una linea di separazione — nel mondo romano indicava un sentiero che segnava un confine, non un muro: una traccia attraverso la terra per indicare dove qualcosa inizia e dove finisce.

I limiti portano con sé un importante senso di sufficienza, di accoglienza e di accettazione. Davanti a un limite possiamo contemplare ciò che ci trascende e, riconoscendoci vulnerabili, comprendere quanto ci supera. Ed è lì — riconoscendo la realtà così com’è — che si possono prendere decisioni, può nascere la creatività, può emergere qualcosa di nuovo. Eppure le nostre società sembrano essere diventate ossessionate non solo dal superare i limiti, ma dall’eliminarli. Niente è mai abbastanza: crescita, velocità, consumo materiale e digitale, ore di lavoro, e così via. Più sappiamo, meno sappiamo — e continuiamo a rifiutare i limiti. Abbiamo persino creato l’illusione che scienza e tecnica possano risolvere ogni dimensione della nostra esistenza — persino la morte — e siano la fonte della vita e del senso. E questo, paradossalmente, limita la nostra libertà e il nostro sviluppo umano integrale.

Il Giubileo di quest’anno è come un sentiero tracciato nella terra per indicare dove qualcosa comincia e dove finisce. Una linea che segna un limite: apre, nel tempo e nello spazio, un’opportunità di liberazione, di ristoro, di riposo. Un limite che ci sollecita a porre fine a ciò che non deve più continuare: disuguaglianze, povertà, guerre, l’esaurimento delle risorse, un ritmo digitale inquieto che non è il nostro, e l’accumulazione senza freni che ferisce la dignità umana e la Terra. È un invito a riscoprire il valore dei limiti come via alla libertà riconoscendo ciò che è essenziale, e una sfida verso un’economia dell'abbastanza" — un’economia che pone il bene comune al centro, che genera speranza e apre orizzonti invece di chiuderli. Un’economia in cui esistono limiti — e questi limiti sono tracciati per custodire la giustizia per tutti gli esseri viventi. Non è solo un invito a guardare la crescita o le risorse in modo diverso, né si tratta soltanto di limitare l’accumulazione, il potere o le disuguaglianze. I limiti non sono solo tecnici o materiali: sono innanzitutto umani e spirituali. È una chiamata a ripensare tutte le nostre relazioni.

Nel cercare di riavviare l’economia in questo anno favorevole del Giubileo, guardarla dalla prospettiva dei limiti significa riconciliare la nostra relazione con Dio e con la Terra. Siamo creature limitate — infinitamente amate, ma limitate. Non abbiamo creato il mondo; ci è stato donato da Dio come un dono attraverso il quale possiamo portare frutto e generare frutti. Se continuiamo a vederlo come un “esso”, un oggetto da dominare, continueremo a sfruttarlo senza fine, persone incluse. Dobbiamo riscoprirlo come una casa vivente alla quale apparteniamo. Da questa esperienza, e dal metterci nella posizione giusta che riconosce i nostri confini, diventa possibile radicare un atteggiamento di responsabilità e cura. Da questa radice, diventa possibile far crescere relazioni migliori tra noi e con noi stessi.

Un’economia dell'"abbastanza" può aprire la strada a uno stile di vita più semplice, nel quale condividiamo di più, sapendo che né noi né gli altri siamo definiti dai beni materiali, ma da ciò che siamo. Non si tratta di vivere peggio o di essere più infelici, ma di riposare nella gratitudine, liberarci dall’idea che le cose — e noi stessi — non siano mai abbastanza, e diventare custodi gli uni degli altri. Si tratta di creare tempo e spazio per ciò che conta davvero. Un abbraccio, ad esempio, è un limite che ci permette di fare esperienza dell’amore!

Il Giubileo chiede ciò che non è sempre possibile e a volte sembra impossibile — perdono, liberazione… ma se potesse diventare possibile più spesso? E se la nostra economia potesse davvero ripartire e diventare non un luogo di lotta, di desiderio insaziabile, di esaurimento, ma uno spazio con limiti che favoriscono il fiorire, il riposo, la contemplazione della bellezza e le relazioni?

Ora che questo anno favorevole volge al termine, l’invito a riscoprire i limiti — i nostri, quelli della Terra e quelli dell’economia — non termina con la chiusura del Giubileo. Al contrario, si rafforza. Di quali limiti ha bisogno oggi la nostra vita?

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21 novembre 2025, 15:00