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Il convegno dedicato a “La mistica, i fenomeni mistici e la santità” presso la Pontifica Università Urbaniana Il convegno dedicato a “La mistica, i fenomeni mistici e la santità” presso la Pontifica Università Urbaniana

Convegno sulla mistica, Fernández: lo Spirito può agire "nei modi più diversi"

Seconda giornata di lavori nell'Aula magna della Pontificia Università Urbaniana. Il prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede: in 50 anni solo tre o quattro dichiarazioni di soprannaturalità, è difficile riconoscerle. Il professor Vauchez: le donne aperte alla "comprensione più profonda" delle visioni. Don Bolis: riscoprire la contemplazione in un mondo che perde la "sensibilità verso Dio". Fabene: "Il rapporto di amore con Dio deve concretizzarsi nell’amore fraterno”

Edoardo Giribaldi – Città del Vaticano

L’azione pienamente libera dello Spirito, talvolta, come affermava sant’Agostino, "contro natura", che soffia cioè dove vuole, si manifesta in un misticismo aperto a tutti.  Esperienze che permettono di "gustare" a fondo il rapporto con Dio e che trovano sbocchi anche nei tempi odierni, come "via terapeutica", in un mondo in cui pare sempre più affievolita la "sensibilità verso Dio". Sono stati questi alcuni dei temi toccati oggi, 11 novembre, nella seconda giornata dei lavori del convegno La mistica. I fenomeni mistici e la santità organizzato dal Dicastero delle Cause dei Santi nell’aula magna della Pontificia Università Urbaniana. Gli interventi sono iniziati ieri, aperti dal saluto del cardinale prefetto del Dicastero, Marcello Semeraro, e proseguiranno fino a mercoledì, mentre giovedì avrà luogo l’udienza con Papa Leone XIV.

Fernández: lo Spirito si manifesta nella storia

Tra i relatori il cardinale prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, Víctor Manuel Fernández, che ha illustrato le norme adottate dal Dicastero per il discernimento dei presunti fenomeni soprannaturali. Tali norme si fondano su alcuni principi chiave: “Lo Spirito Santo opera nella Chiesa con piena libertà”. Nel pensiero cattolico esiste quindi una ferma convinzione nella "libertà dello Spirito", che può manifestarsi nella storia in modi diversi, anche attraverso eventi soprannaturali come apparizioni o visioni. Nella prassi ordinaria, lo studio di tali casi si conclude con un nulla osta”, che autorizza il culto pubblico senza pronunciarsi sull’origine soprannaturale del fenomeno. Negli ultimi cinquant’anni, ha osservato il porporato, si sono registrati circa 3.500 casi di beatificazione e canonizzazione. Nello stesso periodo, tuttavia, sono state emesse solo 3 o 4 dichiarazioni di soprannaturalità, evidenziando la difficoltà di giungere a un riconoscimento ufficiale di questo tipo.

Tra le preoccupazioni principali vi è il rischio che, una volta dichiarata l’origine divina di un fenomeno, i messaggi ricevuti possano essere considerati come “Parola rivelata”. Una dichiarazione di soprannaturalità, ha sottolineato il cardinale, non garantisce la certezza assoluta sull’autenticità dell’evento; anche nei casi riconosciuti dalla Chiesa, si tratta di rivelazioni "private", alle quali i fedeli possono liberamente credere o meno. La dichiarazione ecclesiale ha dunque un carattere "prudenziale", e spesso non è nemmeno necessaria: molte manifestazioni hanno generato santuari e frutti spirituali senza alcun riconoscimento ufficiale. Il discernimento rimane fondamentale, soprattutto per distinguere tali fenomeni da chi li sfrutta per lucrare o esercitare dominio sulle persone, casi "molto, molto preoccupanti", che possono portare ad "abusi" gravi. Le norme del Dicastero propongono possibili “conclusioni prudenziali”, da adottare prima che il fenomeno raggiunga dimensioni tali da rendere più complesso ogni intervento. Alcuni episodi possono essere risolti in loco, mentre altri richiedono l’intervento diretto del Dicastero quando emergono elementi di confusione o potenziali rischi che necessitano di un attento discernimento.

Vauchez: le donne mistiche nel Medioevo

Ha preso poi parola il professor André Vauchez, docente di Storia medievale presso l’Università di Parigi X-Nanterre, con un intervento in lingua francese dal titolo Mistica e santità in Occidente negli ultimi secoli del Medioevo. A partire dalla fine del XII secolo, ha spiegato il professore, la mistica subì un doppio processo di “femminilizzazione e laicizzazione”, divenendo un’esperienza individuale che talvolta poteva apparire sospetta alla Chiesa, “nella misura in cui il ministero sacerdotale appariva ormai inutile per chi ne beneficiava”. Alcuni storici hanno interpretato l’esperienza mistica come un "rifugio" per le donne, che nella maggior parte dei casi non conoscevano il latino e dovevano dettare le loro esperienze ai chierici. A partire dal XIV secolo, alcuni religiosi, in particolare francescani e domenicani, sostennero che le donne fossero predisposte in realtà a una comprensione più profonda dei misteri della fede, poiché non gravate da "preoccupazioni temporali o ragionamenti scolastici". Dalla metà del XIV secolo, la situazione mutò ulteriormente: molti cristiani, a cominciare dai papi Urbano V e Gregorio XI, riconobbero che il "discorso visionario e profetico" delle figure più eminenti — santa Brigida di Svezia, santa Caterina da Siena e la beata Dorotea di Montau — poteva offrire sostegno alla Chiesa "in tempi di prova e crisi".

Bolis: il misticismo come "dono" divino

In seguito, è intervenuto don Luca Ezio Bolis, docente di Storia della Spiritualità e Teologia spirituale, Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale, toccando il tema di Mistica e teologia: un rapporto complesso e fecondo. Per chiarire la complessa relazione don Bolis ha proposto una metafora efficace: la differenza tra il “mangiare”, che rappresenta il sapere teologico, e il “gustare” un cibo, che rimanda invece all’esperienza mistica. Tale distinzione si inserisce nella più ampia tensione tra fede e ragione, dove la prima è stata spesso relegata a una “regione marginale” rispetto alla seconda. Questa separazione ha finito per impoverire entrambi i poli: la teologia, divenuta talvolta astratta e arida nella percezione della rivelazione cristiana, e l’esperienza spirituale, esposta al rischio di una “deriva soggettivistica”. Oggi, dopo secoli di “sospetto”, la mistica viene nuovamente valorizzata, anche come possibile “via terapeutica”, in un tempo in cui la “sensibilità verso Dio” appare affievolita. Bolis ha poi chiarito che la mistica non coincide con irrazionalismo, chiaroveggenza, superstizione, occultismo o magia: essa è, piuttosto, un “dono” divino, frutto della grazia e non acquisibile tramite tecniche.

I relatori del pomeriggio

Gli interventi pomeridiani sono stati inaugurati da padre Emilio Martínez González, della Pontificia Facoltà Teologica Teresianum , che ha messo in relazione le figure dei santi con i fenomeni mistici. Questi ultimi, ha spiegato il carmelitano scalzo, non hanno altro scopo se non quello di “ordinare in noi la carità”, orientando la persona verso una santità che, come affermava Santa Teresa di Gesù, si realizza “fra le pentole”, cioè nella concretezza della vita quotidiana. È seguito l’intervento di suor Chiara Codazzi, S.F.A., docente della Facoltà di Teologia alla Pontificia Università Antonianum”, sul tema della mistica in relazione alle forme di vita laicale, quindi "contemplazione e azione nell’età contemporanea”. Poi padre Raffaele Di Muro, docente presso la Pontificia Facoltà Teologica San Bonaventura – Seraphicum , che ha approfondito la mistica dei presbiteri e dei consacrati nell’età contemporanea. Essi, ha spiegato, sono chiamati a sviluppare uno speciale “radar” spirituale, capace di riconoscere le sofferenze dell’umanità e di tradurre tale consapevolezza in gesti concreti di compassione. Si configura così una “mistica dell’amore”, nella quale la contemplazione diventa sorgente e nutrimento dell’azione caritativa.

Le conclusioni di Fabene

A conclusione di questa seconda giornata di lavori, l'intervento di monsignor Fabio Fabene, segretario del Dicastero per le Cause dei Santi, il quale ha rimarcato la “ricchezza dei contenuti” di questi giorni, segno evidente dell’importanza dell’argomento che il Dicastero ha scelto per l'edizione 2025 del Convegno. Ripercorrendo alcuni temi trattati tra ieri e oggi, l'arcivescovo ha insistito sul fatto che la teologia e la mistica si illuminano vicendevolmente e che il fenomeno mistico si trova anche in altre religioni, ma resta “costitutivo della persona”. “La creatura senza il Creatore, svanisce", ha detto, "il rapporto di amore con Dio deve concretizzarsi nell’amore fraterno”.

Ultimo aggiornamento alle ore 18.00 dell'11 novembre 2025

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11 novembre 2025, 12:30